giovedì 22 marzo 2012

Acufeni: cosa sono come si curano



Si chiamano acufeni e si parla di suoni, rumori, ronzii, di fatto in assenza di qualsiasi stimolo acustico reale in grado di generarli, che chi soffre di tali disturbi avverte nel totale silenzio da uno o da entrambe le orecchie.
Gli esami da fare per giungere alla diagnosi

Partendo dal presupposto che gli acufeni possono incidere pesantemente sulla qualità della vita della persona che ne è affetta, è importante che si giunga alla diagnosi dell’eventuale malattia che si cela dietro a questi sintomi nel più breve tempo possibile. Per farlo il primo esame cui sottoporsi è dato dall’audiometria, per poter constatare lo stato clinico dell’organo dell’udito. Successivamente, laddove non si siano scoperte eventuali altre patologie a carico dell’organo, si procede con esami più sofisticati quali la Tac e la Risonanza Magnetica.Si propende per l’uno o per l’altro esame a seconda che si voglia stabilire se l’acufene è di per sé una malattia primitiva o sia determinata da eventuali altre patologie insorte. Se trattasi di malattia acquisita si propenderà per le cure di quest’ultime, ad esempio, acufeni possono palesarsi in quelle patologie da deficit neurologici, a seguito di ictus, quale conseguenze dell’ipertensione arteriosa, in alcune neoplasie cerebrali.

Nel caso invece il sintomo dipendesse da una malattia primitiva non vi sono molti margini di cura, tant’è che al paziente viene suggerito di convivere col disturbo, quando non diventa persino incompatibile con una qualità della vita accettabile.

Uno dei rimedi praticabili per rendere meno penosa la vita del soggetto affetto da acufeni, è il consiglio di utilizzare, soprattutto la notte, quando i ronzi si fanno più insistenti, una sorgente sonora a bassissimo volume, ad esempio, della musica in modo da contrastare il fastidio degli acufeni. Talora l’utilizzo di protesi acustiche hanno ridotto il problema. Tali apparecchi possono essere predisposti in modo da generare frequenze uguali a quelle prodotte dagli acufeni, di fatto annullandoli.

Il ricorso alla psicoterapia diviene essenziale quando il malato presenta un disagio determinato dallo stress e dall’ansia che tale disturbo esercita sulla propria vita. Soprattutto se gli acufeni stessi finiscono per divenire motivo di angoscia o emozioni a volte espressione di turbe di natura psicologica che trovano negli acufeni la manifestazione estrema al disagio patito. Con la psicoterapia si riesce di norma a risalire alle origini del problema cercando di indagarne le motivazioni. La farmacologia, infine, mediante la somministrazioni di farmaci ansiolitici e/o ipnoinduttori, per lo più benzodiazepine, può offrire un valido supporto, purchè tale indicazione sia di esclusiva pertinenza medica.

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