martedì 10 aprile 2012

Ipercolesterolemia: ecco il nuovo farmaco anticolesterolo



Certo qualcuno dirà, ma la cura contro l’ipercolesterolemia, ovvero, l’eccesso di colesterolo nel sangue, causa di gravi malattie nel tempo, dall’infarto all’ictus, non esiste già da quando abbiamo scoperto le statine? Certo che si, ma in campo medico si fanno tutti i giorni sempre più passi avanti, al punto che, per quanto attiene l’ipercolesterolemia, abbiamo una nuova molecola che pare promettere risultati ancora migliori.


Si tratta infatti di un inedito anti-colesterolo, realizzato dalla Genzyme, un’azienda del Gruppo Sanofi insieme a Isis Pharmaceuticals Inc. La molecola in questione si chiama mipomersen, il capostipite degli inibitori di sintesi dell’apolipoproteina B. Compito di questo farmaco è quello di ridurre il colesterolo Ldl, tenendo conto che con Ldl e HDL si intendono quelle proteine che lo veicolano nel sangue, ovvero, LDL e HDL, le prime hanno un’azione negativa perché facilitano la permanenza del colesterolo all’interno delle arterie, favorendo la formazione di placche aterosclerotiche, causa di infarto e ictus, mentre le HDL non lasciano il colesterolo “circolare” nelle arterie ma lo trasportano verso il fegato, dove viene metabolizzato. Dunque si è soliti definire colesterolo Ldl, quello “cattivo”.Lo studio che ha portato alla realizzazione di questo nuovo farmaco anti colesterolo, mipomersen, appunto, si rivolge a pazienti con ipercolesterolemia familiare eterozigote (Hefh). Si è infatti osservato che tale farmaco ha la possibilità di ridurre proprio il colesterolo cattivo e tutte quelle lipoproteine aterogene causa di malattie. Tutto ciò, quando la terapia con il nuovo principio attivo è associato alla terapia ipolipemizzante esistente.

Lo studio è stato condotto su 124 pazienti affetti da coronaropatia insieme a 58 pazienti la cui coronaropatia era di tipo familiare e congenita. Si è potuto constatare dunque come mipomersen abbia ridotto il colesterolo Ldl del 28% e del 36% nei due gruppi di persone che si sono sottoposte allo studio, contro un incremento del 5% e del 13% nei soggetti trattati con placebo.

Contestualmente si è voluto osservare cosa accadeva a quei pazienti con elevati livelli di Lp(a), intendendo con questa sigla la lipoproteina (a) che può essere definita come una particella lipoproteica, i cui elevati livelli plasmatici di Lp (a) sono stati correlati con un maggior rischio di malattie cardiovascolari aterotrombotiche attraverso un meccanismo che non è stato ancora definito. Tenendo conto nello studio svolto, anche di questa sostanza si è osservato che all’inizio dei test, i pazienti arruolati presentavano livelli di questa lipoproteina alti superiori del 20% il valore definito normale. Dopo utilizzo del farmaco anti-colesterolo invece, la Lp(a) è scesa in media del 21% nel primo gruppo di malati e del 39% nel secondo gruppo, rispetto allo 0% e al 5% dei rispettivi gruppi placebo. Si intende bene perché la scienza medica attende con ansia il nuovo farmaco mipomersen.

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