domenica 29 aprile 2012

Morbo di Alzheimer: Ginkgo Biloba, inutile e persino dannoso?

La domanda che in molti si fanno è, il Ginkgo Biloba è utile nelle demenze senili, potrebbe contrastare in qualche modo persino il Morbo di Alzheimer?  Una domanda che sta a cuore a molti, non solo ai pazienti e ai loro familiari affetti da questa patologia, ma anche a medici e ricercatori in genere alle prese con questa sostanza.

Prima di sciogliere questo dubbio però, i ricercatori hanno voluto al contempo stabilire quanta sostanza attiva vi sia nel Ginkgo Biloba in commercio, atteso che, visto l’alto costo dell’ingrediente principale, la possibilità di reperire un quantitativo sufficiente per garantire i risultati sperati è alquanto remota. Ma anche nell’ipotesi in cui i preparati in commercio offrissero l’esatto contenuto di principio attivo, l'eventualità che il Ginkgo possa detenere quelle proprietà antiossidative, grazie all’azione antiradicali liberi esercitata, è pur sempre lontana. Lo avrebbero asserito ricercatori europei e statunitensi che sarebbero pure partiti dalla considerazione che la sostanza non riesca a superare indenne la barriera ematoencefalica, quel filtro naturale che si oppone all’ingresso nell’area cerebrale di sostanze estranee.

Ne deriva che secondo i più recenti lavori
scientifici, assumere Ginkgo Biloba parrebbe del tutto inutile, per non contare che addirittura in alcuni pazienti che si erano sottoposti agli studi sulla sostanza rispetto ad altri che non ne avevano fatto uso, si sono verificati i segni della demenza, anche se questi risultati non farebbero testo nel determinare l’eventuale nocività del Ginkgo Biloba.
Del resto i risultati dello Jama, un importante Istituto Scientifico, non lascerebbero dubbi. Infatti, su ben 3069 over sessantacinquenni nei sei anni trascorsi da tali approfonditi studi, sono stati diagnosticati 523 casi di demenza, di questi 246 (16,1%) in chi aveva utilizzato placebo e 277 (17,9%) in chi aveva assunto ginkgo biloba. E c’è di più, l’uso prolungato della sostanza avrebbe persino causato, oltre al manifestarsi di quelle demenze cui si è accennato, anche un ictus emorragico, tuttavia quest’ipotesi non può essere presa in considerazione vista la bassa incidenza di questa patologia aggiunta nel trial di partecipanti presi ad esame. Gli studi procedono.

 

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