mercoledì 2 maggio 2012

Commozione cerebrale: difficilmente è fatale!

Qualcuno confonde la cosiddetta commozione cerebrale con il trauma cranico. Sono due situazioni ben differenti, anche se spesso causate da uno stesso accadimento quale di fatto può essere un incidente automobilistico, un colpo ricevuto in testa a seguito di un’aggressione o di un infortunio. Ferme le cause comuni, occorre ricordare che quasi sempre una commozione cerebrale è del tutto reversibile non contribuendo, di norma, a provocare danni irreparabili a livello del contenuto del cranio, lo stesso che a seguito di una sollecitazione estrema ha subito una brusca accelerazione in una direzione e subito dopo in una opposta, per il repentino spostamento del capo.

Ne deriva che l’eventualità di assistere ad una commozione cerebrale è più frequente di quanto si possa credere, anche nell’ambiente domestico non è del tutto improbabile incorrerci, ovviamente quelle pratiche per lo più sportive, come il pugilato, il rugby e non solo queste, oppure attività lavorative che espongono l’individuo a rischi di incidenti, mettono l’individuo, in assenza di particolari protezioni per la testa, a maggior rischio di incorrere in una commozione cerebrale. 

A questo punto si tratta di riconoscere un evento del genere, facilitati dal fatto che quasi sempre siamo nelle condizioni di sapere dal soggetto stesso, visto che nella commozione cerebrale l’infortunato può restare vigile, o da eventuali testimoni che abbiano assistito all’accaduto, la causa che abbia generato l’evento. Fermo il fatto che in caso di situazione che abbia comportato un simile quadro clinico,  il paziente va condotto tempestivamente al più vicino pronto soccorso. Tuttavia, può risultare utile conoscere la sintomatologia che accompagna una commozione cerebrale.

Il soggetto poco dopo l’evento lamenta un mal di testa ingravescente che perdura per ore, accompagnato o meno da senso di spossatezza, leggero obnubilamento e difficoltà a mantenere l’equilibrio associato o meno ad offuscamento della vista, senso di smarrimento, in qualche caso difficoltà dell’eloquio, stato d’ansia e forte letargia, ovvero il paziente accusa una marcata ed improvvisa sonnolenza ed un bisogno impellente di dormire.
E’ comprensibile che di fronte ad uno stato del genere non ci si potrà limitare a condurre la persona presso la sua abitazione, semmai è necessario allertare i soccorsi facendo intervenire sul luogo dell’incidente il 118 il cui personale, dopo aver prestato le prime cure al soggetto lo invierà al più vicino ospedale per indagare sullo stato generale dei suoi organi escludendo, grazie all’impiego di esami strumentali come la Tac ed eventualmente la Risonanza magnetica, eventuali danni a livello cerebrale. Una volta disposto il ricovero per meglio attenzionare eventuali variazioni delle condizioni generali, in assenza di quest’ultime il paziente viene dimesso e può riprendere, nell’arco di qualche giorno, la piena attività lavorativa e sociale che svolgeva prima dell’infortunio.

Durante la degenza e nei primissimi giorni successivi al trauma, alla persona che sia incorsa in una commozione cerebrale, verranno somministrate farmaci a base di banzodiazepine per sedare l’ansia ed eventuali insoliti comportamenti aggressivi generati dal trauma, a queste, a discrezione del medico, possono associarsi farmaci analgesici, FANS, per lo più, per contrastare il mal di testa che a volte può esacerbarsi e divenire intollerabile. Così come non si escludono quelle sostanze, come i procinetici, utili per stroncare la nausea ed il vomito, situazioni queste possibili di fronte a quell’evento che abbia comportato commozione cerebrale. 


  

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