venerdì 8 giugno 2012

Gastrite: riconoscerla, diagnosticarla, curarla



La confusione è tanta, di fronte ad un persistente bruciore di stomaco accompagnato spesso da acidità, dolore, difficoltà digestive prolungatesi nel tempo e la distinzione fra forme dispeptiche collegate a cause diverse ma senza alcuna compromissione dello stomaco, con la gastrite, per un profano è cosa sicuramente ardua.


Sovente è lo stesso medico a tranquillizzare il proprio paziente confermandogli una diagnosi di gastrite benigna che invece sa bene dover fare risalire a forme transitorie afferenti a  disturbi gastrici controllabili con una dieta più leggera ed eventualmente con farmaci da banco quali antiacidi associati o meno, a giudizio del medico, ad ansiolitici nel caso lo stesso dovesse orientarsi su una malattia di natura psicosomatica che trova nell’ansia e nello stress eccessivo la sua ragion d’esistere.

Diagnosi gastrite

Se invece dobbiamo affrontare l’approccio verso una malattia più complessa quale di fatto è la  gastrite, nel vero senso del termine, le procedure diagnostiche e terapeutiche si fanno più delicate, atteso che la gastrite è una vera e propria patologia derivante da una flogosi acuta o cronica della mucosa gastrica causata da agenti esterni, batteri, ad esempio, ma anche farmaci. Ne deriva che la diagnosi di una eventuale gastrite andrebbe eseguita con il ricorso a strumenti diagnostici più sofisticati quale ad esempio la gastroscopia, in grado di determinare l’esatta natura della patologia, escludendo eventuali ulcere gastroduodenali che, almeno all’esordio, presentano un corollario di sintomi che non sempre è agevole distinguere da altre patologie ipersecretive gastriche.


Quando comunque si sia stabilita l’esatta natura del disturbo che si faccia risalire ad una gastrite, il medico provvederà ad escludere le forme più impegnative da quelle a decorso più benigno, visto che anche la cura andrà modulata a seconda della prognosi riguardante la patologia, al punto che, laddove l’impegno dell’organo è tale da non prevedere nel tempo particolari danni, ci si può orientare su un atteggiamento volto più alla ricerca della causa della malattia che ala cura della stessa e, dunque, procedendo con un aggiustamento della dieta verso un’alimentazione che escluda sostanze irritanti e con la riduzione, a volte anche totale, dell’alcol e delle sigarette, il tutto associato ad una terapia blanda a base dei più comuni farmaci da banco quali gli antiacidi eventualmente associati ad antimeteorici per limitare la formazione di gas intestinali che aggravano la sintomatologia.

Ben altro atteggiamento è invece quello del medico di fronte ad una gastrite acuta che presenta una sintomatologia di maggiore impegno come quella che si presenta di fronte ad un paziente che accusi vomito e/o nausea, associati a disturbi gastrici quali dolore, bruciore, forte acidità ed eventualmente febbre con o senza diarrea, lieve o grave stato di disidratazione con eventuale compromissione di eventuali altri apparati.

Terapia gastrite

In questo caso la terapia va attuata prevedendo non soltanto l’eventuale severità dei sintomi presentati, ma anche, attenzionando eventuali danni che tali sintomi possono procurare  nel singolo paziente, visto che l’atteggiamento del curante sarà ben diverso se trattasi di un paziente anziano, affetto da multipatologie, oppure di un bambino laddove il vomito, la febbre e la diarrea possono presentare un eventuale pericolo aggiunto per il rischio di eventuali stati, a volte gravi, di disidratazione che in casi limiti possono rappresentare anche da soli, un serio rischio per la stessa vita della persona. In simili circostanze si tenderà per prima cosa di limitare sia il vomito che la diarrea eventualmente predisponendo tutte quelle misure atte a ripristinare l’esatto apporto idro-elettrolitico che riporti la situazione alla normalità.


Nel frattempo ci si preoccuperà anche di far seguire al paziente una dieta per lo più liquida, laddove anche questa non rappresenti un pericolo aggiunto che finisce per aggravare  il vomito, in questo caso utile, se non indispensabile, sarà il ricorso verso una terapia infusiva che escluda l’ingestione di alimenti di qualsivoglia natura, così come è anche previsto lì’apporto dall’esterno di tutte quelle vitamine e Sali minerali che non è possibile introdurre in altro modo se non con la terapia iniettiva.

Laddove, infine, sia conclamata l’esatta natura della gastrite, ci si orienterà nella terapia mediante quei farmaci che di norma trovano impiego anche in quelle forme di ulcere gastroduodenali, attesa la medesima origine del problema dovuto all’ipersecrezione da parte dello stomaco di acidi che danneggiano la mucosa gastrica, con la differenza che nel caso di ulcere ci troviamo di fronte anche a sanguinamenti che nelle gastriti, per lo più se non complicate, non tendono a palesarsi. Pertanto la terapia sarà volta all’utilizzo di quei farmaci che limitino la ipersecrezione acida; un tempo il ricorso a farmaci quali gli H2 Antagonisti rappresentava la terapia d’elezione per queste forme patologiche, oggi si preferisce ricorrere agli inibitori di pompa protonica, sicuramente più efficaci.

Quando parliamo di inibitori della pompa protonica ci riferiamo ad un gruppo di molecole la cui azione principale sta nella  pronunciata riduzione di lunga durata (dalle 18 alle 24 ore) dell'acidità dei succhi gastrici, tale azione, oltretutto, serve a prevenire la possibilità di trovarsi domani di fronte ad eventuali erosioni della mucosa dello stomaco o dell’intestino e dunque in tal modo, tali  farmaci ( Lansox, Antra e altri ), svolgono un’efficace azione preventiva nei confronti dell’ulcera gastrica o duodenale.

A giudizio del medico è anche possibile associare eventuali altri presidi farmacologici quali ad esempio i procinetici, per limitare nel tempo la nausea, gli antimeteorici, laddove si siano verificati ricorrenti episodi di flatulenza e meteorismo gastrico e quant’altro utile per riportare alla normalità il paziente, fatto che di norma avviene nel volgere di qualche giorno dai primi sintomi, anche se la terapia andrà proseguita nel tempo.  

Importante segnalare la necessità per un paziente che sia andato incontro ad eventuali episodi di gastrite, di informare il proprio medico sull’eventualità di procedere alla protezione gastrica in concomitanza con l’assunzione di Fans anche a distanza dalla patologia allo stomaco sofferta, laddove la semplice assunzione del farmaco antinfiammatorio a stomaco pieno non fosse sufficiente a preservare la mucosa gastrica.


 

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