mercoledì 5 settembre 2012

Farmaci antiulcera: da assumersi sotto controllo medico


Una cosa è certa, se oggi possiamo considerare l’ulcera gastroduodenale una malattia sicuramente curabile, lo dobbiamo al successo terapeutico ottenuto con farmaci antiulcera a partire dall’antica Cimetidina, poi in parte sostituita dalla Ranitidina ed in tempi più recenti dai cosiddetti inibitori di pompa protonica.
Tuttavia l’uso di queste sostanze farmacologiche ha aperto la strada anche ad un impiego meno oculato di tali farmaci, col risultato di aver creato non pochi problemi
annessi ad un uso spregiudicato dei farmaci antiulcera.

Ma ciò che balza agli occhi dei ricercatori è l’abitudine intrapresa da parte dei pazienti di ricorrerre anche ai più impegnativi farmaci antiulcera anche nel trattamento di quelle patologie ipersecretive, che vanno dalle dispepsie, alle gastriti, compresa la protezione gastrica in corso di trattamento con farmaci quali i fans.

Dunque, ben vengano i farmaci antiulcera che, nel trattamento di questa patologia richiedono tuttavia anche lo studio, mediante gastroscopia, oggi anche transnasale, dell’eventuale batterio Elicobacter pilory, tuttavia occorre anche ricordare l’allarme che proviene da recenti ricerche scientifiche che mettono in guardia il paziente sull’uso di questi farmaci additati quali responsabili di effetti collaterali rappresentati da fratture, soprattutto localizzate a livello della colonna.
I farmaci in questione sono per lo più sostenuti dagli inibitori di pompa protonica, Omeprazolo, Lansoprazolo, solo per citarne due, i cui effetti collaterali suddetti sono finiti al centro di una approfondita ricerca medica che annette a queste sostanze anche la possibilità che nel paziente che ne faccia uso si verifichino fratture al polso. Lo studio che è giunto a tali conclusioni si è svolto negli Stati Uniti e si è svolto su una popolazione di circa 160 mila pazienti di età compresa fra i 50 e i 79 anni in cura con queste molecole e che dopo otto anni di terapia sono andati incontro, in misura considerevole  proprio a quelle fratture cui si accennava. Da sottolineare che parliamo di pazienti che facevano largo uso di queste sostanze per un periodo lungo e, dunque, nessuno di questi rischi si sarebbe presentato in quei pazienti che ricorrono a tali sostanze per periodi limitati di tempo. Anche se
le Autorità Sanitarie competenti non hanno preso alcuna contromisura al riguardo, pare che le aziende produttrici si stiano attivando al fine di inserire nel foglietto illustrativo interno di questi farmaci il richiamo ai citati effetti collaterali.
 

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