venerdì 9 novembre 2012

Mal di testa: attenti, questo è pericoloso!


Lo sanno bene i pazienti che soffrono di mal di testa, come questa condizione sia penosa e limitativa della qualità della vita. Eppure i mal di testa non sono tutti uguali, soprattutto nei soggetti che soffrono di questa condizione con una certa frequenza e che riescono persino a discernere l’evento e anticiparne il sopraggiungere. Ma per tutti l’arrivo di un mal di testa accompagnato da almeno sette sintomi importanti, come riportato in un recente articolo pubblicato sul BMJ, da un gruppo di ricercatori canadesi, dovrà indurre a ricorrere alle cure di un medico, meglio a quelle del Pronto Soccorso, se necessario, visto che davanti ad un mal di testa insolito e violento, il rischio per la vita può essere anche elevato.

Secondo i ricercatori canadesi, infatti, il sopraggiungere di un mal di testa violento, molto forte, persino per coloro che oltretutto, vi soffrano, ancora più forte di quelli di cui si sia sofferto in passato ed accompagnato da almeno altri sei ulteriori sintomi, può essere davvero pericoloso, vista l’alta percentuale in essere di andare incontro ad una emorragia sub aracnoidea.

Parliamo dunque di un mal di testa acuto dove diviene centrale, innanzitutto, l’età del soggetto in cui si presenta l’attacco, indipendentemente dal sesso. In presenza di un’evenienza del genere, infatti, secondo i ricercatori, è importante conoscere l’età del paziente, costituendo un’età uguale o superiore ai 40 anni, un primo importante indizio da non sottovalutare. Inoltre, bisogna sapere se il paziente prima o durante l’attacco sia andato incontro a perdita temporanea della coscienza, se durante l’attacco sia stato o meno preda di rigidità del collo con dolore o meno associato e non solo….

Bisogna anche ricordarsi se l’attacco sia stato scatenato da uno sforzo più o meno cruento esercitato prima del dolore acuto alla testa, se durante o poco prima dell’attacco vi sia stata o meno presenza di vomito, così come importante constatare anche la pressione arteriosa del paziente durante la crisi, considerato un indizio importante, associato agli altri citati, per un’eventuale diagnosi di emorragia sub aracnoidea, una pressione sistolica superiore a 160 mmHg o diastolica superiore a 100 mmHg.

Utilizzando i tre gruppi di definizione del rischio, gli autori sono arrivati a formulare diagnosi corrette e a ridurre il numero di esami senza comunque lasciarsi sfuggire nemmeno un caso di emorragia. Quando invece i pazienti presentano una o più di queste caratteristiche devono essere sottoposti a ulteriori esami, come per esempio TC o punture lombari.

Tutto ciò per dire che in presenza di una di queste caratteristiche fra quelle esposte il rischio di un’emorragia cresce e diviene, conditio sine qua non, prevenirla o intervenire tempestivamente ancor prima di incorrere in guai molto più seri. Per non contare, oltretutto, che basare la diagnosi su queste caratteristiche permette anche di evitare di sottoporre a esami costosi e dolorosi i pazienti con rischio molto basso.



Fonte: Perry JJ, Stiell IG et al. High risk clinical characteristics for subarachnoid haemorrhage in patients with acute headache: prospective cohort study. BMJ 2010; 341:c5204.

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