sabato 5 gennaio 2013

Cosmetici: scelta sempre sicura? ecco come regolarsi

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Per molto tempo si è ritenuto che ad essere interessati dal grave fenomeno della contraffazione, compresa la possibilità di una vendita non regolamentata, fossero solo i farmaci, visto il business che riguarda questo settore merceologico. Ma così non è, oltre alle sostanze farmacologiche, si assiste oggi ad un altro, se non bastasse, persino più grave fenomeno rappresentato dalla contraffazione di sostanze parafarmacologiche, cosmetici compresi, semmai li potessimo annoverare fra queste ultime molecole. Il motivo per cui si ritiene più grave questo tipo di contraffazione rispetto ai farmaci è dovuto alla rilevanza del mercato cui appartengono tali sostanze e non solo, se consideriamo che per lo meno il farmaco dovrebbe essere accompagnato da tutta una serie di precauzioni mediche, mentre il cosmetico fa parte della libera vendita e dunque possiamo bene intendere il rischio allargato cui un prodotto come il cosmetico può arrecare alla popolazione.
 

Del resto sono i numeri che ci danno contezza della gravità della situazione venutasi a determinare, si pensi che il fenomeno della contraffazione del farmaco è cresciuto del 51%, mentre il dato relativo ai cosmetici parla di un incremento della falsificazione quantizzato in non meno del 264% da un anno ad un altro.


A puntare l’indice sul fenomeno è l’Associazione dei Consumatori, Codici, che nel  rapporto 2008 stigmatizza davanti alla Commissione Europea il pericolo per la Salute ed al contempo, facendo riferimento ai 178 milioni di euro che è il valore economico della merce sequestrata dalla Guardia di Finanza e dai NAS. Un fenomeno inquietante che pone anche l’accento su un altro importante elemento di riflessione che riguarda l’assenza di una normativa chiara a livello comunitario che tenga conto della classificazione merceologica cui dovrebbe essere annoverato un cosmetico. Fino ad oggi a rendere più nebulosa la questione concorre il fatto che il cosmetico si colloca in una zona grigia che non lo classifica né come farmaco e dunque avulso da tutte quelle normative che riguardano i farmaci, né parafarmaco e dunque al riparo da quelle disposizioni concernenti i prodotti parafarmaceutici. Ne deriva che possiamo immaginare che un produttore di cosmetici possa immettere un nuovo prodotto sul mercato senza obbligo di citare chiaramente la composizione del preparato, cosa che diverrà obbligatoria nel 2013 per disposizione della UE. Di conseguenza oggi assistiamo al fatto che, ad esempio, nelle confezioni disposte in vendita, l’acqua è indicata con il nome latino aqua, mentre gli estratti vegetali, i burri e gli olii vengono scritti con il nome botanico della pianta, e gli altri ingredienti (materie grasse, siliconi, tensioattivi, sali, acidi, emulsionanti) con il nome inglese. Gli ingredienti vengono messi nella lista secondo un ordine decrescente.


Dall’associazione arriva anche un vademecum per orientarsi fra i prodotti conformi alla legge.


I prodotti devono contenere almeno le seguenti indicazioni:


• denominazione legale o merceologica del prodotto;


• nome o ragione sociale o marchio e alla sede legale del produttore o di un importatore stabilito nell’Unione europea;


• Paese di origine se situato fuori dell’Unione europea;


• eventuale presenza di materiali o sostanze che possono arrecare danno all’uomo, alle cose o all’ambiente;


• materiali impiegati e metodi di lavorazione ove questi siano determinanti per la qualità o le caratteristiche merceologiche del prodotto;


• istruzioni, eventuali precauzioni e destinazione d’uso, utili ai fini di fruizione e sicurezza del prodotto.

E che dire dei cosmetici naturali?


Sono ancora in molti a ritenere che una sostanza naturale, per il semplice fatto di essere tale, debba considerarsi per forza di cose del tutto innocua. Sbagliato, per le sostanze naturali si dovrebbe osservare la stessa attenzione che di norma si presta per i farmaci di sintesi, visto che anche la natura è in grado di creare prodotti dagli effetti spesso tossici e mortali.
Eppure, sia che si tratti di un farmaco su base naturale, sia che si parli di un integratore o di un cosmetico, alla vista della dicitura “naturale” l’attenzione va a farsi benedire. A raccomandare cautela è la nota Associazione dei Consumatori, Altroconsumo che, in base ad uno studio del Centro Antiveleni di Milano e l’Istituto Superiore della Sanità ha messo in risalto l’estrema leggerezza dei consumatori nel destreggiarsi fra le sostanze “naturali”. Il fatto è ancor più grave se si pensa che sperro un prodotto su base naturale è formato da un insieme di sostanze di cui non si conoscono gli effetti avversi quando agiscono tutte insieme.

Vale dunque la raccomandazione di Altroconsumo: “In caso di problemi che si sospetti possano essere messi in relazione al consumo di erbe, piante o prodotti “naturali”, bisogna telefonare subito al Centro Antiveleni, sia per definire gli interventi di cura, sia per allertare eventualmente gli organi di Sanità Pubblica, affinché intervengano anche con urgenza, con il ritiro dal commercio di prodotti contaminati o pericolosi o il sequestro di sostanze illegali. Il Centro, in funzione 24 ore su 24, dispone di una linea telefonica di emergenza (02 66101029): ad essa possono accedere, tramite contatto telefonico diretto, sia i privati cittadini sia gli operatori sanitari (medici, veterinari, farmacisti)”.








1 commento:

  1. E' disponibile sul sito http://www.trovanorme.salute.gov.it/renderNormsanPdf?anno=0&codLeg=44618&parte=1%20&serie= una nota del Ministero della Salute recante "Informazioni in materia di contraffazione dei cosmetici"

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