lunedì 4 marzo 2013

Aspartame: insomma, fa bene o male?


C’è tempo fino a maggio 2013 per completare la valutazione del rischio sull’aspartame. Su richiesta dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), la Commissione europea lo scorso agosto ha dato il via libera a posticipare la scadenza per la piena, nuova valutazione del rischio dell’aspartame a maggio 2013: questo darà all’Efsa il tempo necessario a esaminare nuovi studi e a completare la valutazione del rischio. Nel frattempo, l’Autorità ha indetto una consultazione pubblica sulla propria bozza di parere scientifico che riguarda la sicurezza del dolcificante artificiale, usato in prodotti alimentari quali bevande, prodotti di pasticceria e confetteria, yogurt, prodotti dietetici e come edulcorante da tavola. Per effettuare la valutazione completa del rischio, l’Efsa ha condotto una revisione della letteratura scientifica disponibile sull’aspartame e sui suoi prodotti di degradazione, includendo nuovi studi sull’uomo. Tutti i portatori di interesse e le parti interessate sono invitati a esprimere le proprie osservazioni sulla bozza di parere attraverso la consultazione pubblica online entro il 15 febbraio 2013.

 La nuova valutazione dell’aspartame rientra nella rivalutazione sistematica di tutti gli additivi alimentari autorizzati nell’Unione europea prima del 20 gennaio 2009 ed è stata chiesta nel 2011 dalla Commissione europea. Si tratta della prima valutazione completa dell’aspartame richiesta all’Autorità, i cui esperti scientifici hanno tenuto conto di tutte le informazioni che esistono sulla sostanza e sui suoi prodotti di degradazione. In linea generale, emerge che i livelli di esposizione attuali non rappresentano un fattore di rischio e non presentano problemi di tossicità per i consumatori, ad eccezione delle persone che soffrono della malattia ereditaria fenilchetonuria, che invece devono osservare una dieta rigorosamente a basso contenuto di fenilalanina (uno dei prodotti di degradazione dell’aspartame).
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“Dopo una minuziosa e sistematica analisi”, informa l’Efsa, nella bozza di parere scientifico gli esperti dell’Autorità sugli additivi alimentari e le fonti di nutrienti aggiunti agli alimenti “hanno concluso che, ai livelli di esposizione attuali, essi non presentano problemi di tossicità per i consumatori. Per la popolazione in generale la dose giornaliera accettabile (DGA) è ritenuta sicura e l’esposizione del consumatore all’aspartame è al di sotto della DGA”.
Sono stati presi in considerazione, prosegue l’Efsa, anche i possibili effetti nocivi della fenilalanina, uno dei prodotti di degradazione dell’aspartame, sulla salute del feto in via di sviluppo. Spiega l’Autorità: “La fenilalanina è un aminoacido che partecipa alla costituzione delle proteine di molti alimenti, ed è notoriamente tossica a livelli di assunzione elevati, in particolare per il feto in via di sviluppo in donne che soffrono di fenilchetonuria (PKU). Questa malattia ereditaria fa aumentare le concentrazioni di fenilalanina nel sangue a livelli che risultano tossici per il cervello in fase di sviluppo. Il gruppo di esperti ha confermato che, se da una lato la DGA protegge la popolazione in generale, dall’altro non è applicabile a individui che soffrono di PKU, in quanto per essi è indispensabile osservare una rigorosa dieta a basso contenuto di fenilalanina”. Nell’Unione europea tutti i prodotti che contengono aspartame, in quanto fonte di questa sostanza, devono essere etichettati con la dicitura “Contiene una fonte di fenilalanina” per tutelare i consumatori vulnerabili. Gli esperti dell’Efsa propongono di adottare il parere scientifico entro maggio 2013.

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