martedì 5 marzo 2013

Fertilità: sempre meno coppie fertili in Italia




Forse è il prezzo che dobbiamo cominciare a pagare di fronte ai rapidi mutamenti della nostra moderna Società, ovvero, assistere ad una diminuzione della natalità per diversi fattori che riguardano il nostro modo di vivere attuale. Uno dei fattori che maggiormente incidono nel più ridotto numeri di nascite di bambini è dato dall’età sempre più alta della donna quando questa si decide a diventare mamma. Non prima di 39 anni ed oltre, fatto che riguarda il 34% della popolazione femminile. Il risultato è un aumento della infertilità che è pari a quest’età ad oltre 50 mila coppie non fertili all’anno.


Ma c’è dell’altro, nei due sessi si palesa sempre di più il dato secondo il quale si mostra sempre minor propensione verso la prevenzione delle malattie a carico degli organi genitali.
--> Tali inquietanti dati emergono da un incontro che  ginecologi è ostetrici hanno tenuto in occasione di un convegno volto a stigmatizzare i cambiamenti avvenuti nella donna moderna, anche se per l’uomo non cambiamolto. “L’età media della prima gravidanza si è spostata in avanti per problemi di ordine economico legati sia alla precarietà del lavoro, sia alle difficoltà di conciliare famiglia e carriera - spiega Roberto Angioli, ordinario di ginecologia e ostetricia dell’Università Campus Bio-Medico di Roma - anche se il tasso di natalità, dopo aver toccato i minimi storici, sta riprendendo, sulla spinta anche delle donne immigrate”. Ma del resto non potrebbe verificarsi realtà differente se consideriamo la poca attenzione da parte dello Stato verso le politiche a favore della famiglia a partire dalla poca attenzione delle Istituzione nei confronti della donna che dovrebbe essere seguita non solo in concomitanza del parto e nei primi mesi di vita del neonato, ma anche dopo, ma come? Se non esiste neanche un numero di asili nidi adeguato, ed è carente anche l’ impegno volto al sostegno della madre, comprese tutte quelle azioni di prevenzione sanitaria che l’attuale grave crisi economica del Paese ha finito per trascurare del tutto.  

Non basta, infatti, “demandare alla scuola l’educazione sessuale - sottolinea Donatella Caserta, ordinario di Scienze ginecologiche, Perinatologia e Puericultura dell’Università La Sapienza - perché in molti casi comportamenti corretti e diagnosi precoci di malattie come l’endometriosi permetterebbero di evitare l’infertilità da adulti”. E si potrebbe iniziare, conclude, “dai consultori, visto che meno di un terzo di quelli esistenti - nel Lazio, ad esempio, solo 46 su 164 - hanno sezioni espressamente dedicate ai ragazzi”.
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