sabato 3 ottobre 2015

Nimesulide: se proprio dovete prenderla...


I farmaci a base di nimesulide sono stati ritirati da alcuni paesi europei ma continuano a essere venduti in Italia perché l’Agenzia europea del farmaco, pur confermando gli effetti collaterali del medicinale sul fegato, ha concluso che i benefici apportati superano i rischi. Naturalmente questo non significa che il medicinale – il  più noto è l’Aulin ma esistono anche gli equivalenti – possa essere preso a cuor leggero: ci sono precise raccomandazioni sulle modalità d’uso.



A chiarire la vicenda è Altroconsumo, che ricorda come in diversi paesi

europei i farmaci a base di nimesulide siano stati ritirati già da diverso tempo: il loro uso può causare gravi problemi al fegato. In Italia, invece, sono ancora disponibili. I primi Paesi a ritirare dal mercato i medicinali contenenti nimesulide furono, nel 2002, Spagna e Finlandia, seguite nel 2007 dall’Irlanda. La decisione venne presa dopo diverse segnalazioni di casi di tossicità al fegato. In altri Paesi, come ad esempio il Regno unito, questi medicinali non sono mai stati commercializzati.




Nel corso di diversi anni, dal 2002 al 2011, l’Agenzia europea del farmaco (Ema), ha più volte avviato una procedura di raccolta e analisi dei dati disponibili sulla nimesulide per decidere se ritirare oppure lasciare in commercio i farmaci nei Paesi europei in cui sono ancora venduti. In seguito ai processi di revisione (l’ultimo voluto dalla Commissione europea nel 2010), l’Agenzia ha concluso che i benefici che i farmaci apportano superano i rischi: la nimesulide perciò resta in commercio, anche se dev’essere considerata un antidolorifico di seconda scelta. L’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, si è adeguata alla decisione dell’Ema lasciando la nimesulide in commercio ma, nel 2007, ha deciso di modificare il regime di fornitura di farmaci a base di nimesulide. Dalla ricetta ripetibile si è passati alla ricetta non ripetibile: oggi, per ogni nuova confezione acquistata, dev’essere presentata una nuova ricetta, che viene trattenuta dal farmacista all’atto della consegna del farmaco.


Poiché gli effetti collaterali sul fegato sono confermati, vanno rispettati tempi e modalità precise nell’uso del medicinale: non va impiegato da pazienti con problemi al fegato; è indicato solo per il trattamento del dolore acuto, non per quello cronico, e dei dolori mestruali; deve essere usato solo per brevi periodi, al massimo 15 giorni, e la dose massima giornaliera è di 200 mg (pari a due bustine o due compresse).

Ufficio Stampa Help Consumatori

 Sei il Visitatore N.
contatori

Nessun commento:

Posta un commento

Ti preghiamo di inserire sempre almeno il tuo nome di battesimo in ogni commento