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lunedì 3 aprile 2023

Morbo di Alzheimer: anche il ballo potrebbe aiutare nel prevenire la grave malattia

 



Una recentissima ricerca scientifica americana avrebbe messo al centro del benessere degli anziani il ballo, non soltanto ai fini della migliore circolazione sanguigna, ottenendo anche un miglioramento dell’ossigenazione a livello cerebrale, ma anche associato al miglioramento delle funzioni cognitive, riducendo in questo modo l’atrofia cerebrale.

sabato 18 maggio 2019

Morbo di Alzheimer: la cura da una pianta

Non è per nulla una novità che in medicina, molti farmaci anche di sintesi derivino dalle piante e dal mondo vegetale in genere. La farmacologia è ricca di sostanze naturali impiegate e che, adeguatamente trattate, hanno effetti terapeutici, alcune volte pure salvavita, sugli umani. L’esempio più eclatante ci proviene dalla digitale, una pianta erbacea che anche in Italia si reperta facilmente in alcune regioni sopratutto, in Sardegna, capace, opportunamente trattata, di avere effetti curativi importantissimi d unici per il cuore.


mercoledì 23 gennaio 2019

Morbo di Alzheimer: vicini al vaccino che lo sconfiggerà


E se parlando del Morbo di Alzheimer fossimo ad un passo dallo scoprire un vaccino preceduto da un apposito test in grado di ritrovare la patologia prima che si manifesti con i sintomi che la caratterizzano e fossimo con questa metodica in grado di sconfiggerla definitivamente? Scienza o sogni di chi ha a cuore la sconfitta definitiva di questa temibile patologia che, stando alle evidenze, si presenta con sempre maggiore frequenza e spesso anche precocemente?

giovedì 17 gennaio 2019

Morbo di Alzheimer: nuova molecola apre la strada a nuove cure





La ricerca volta ad una cura definitiva contro il Morbo di Alzheimer è in fase avanzata e galoppante. Da qui a ritenere che siamo vicini ad una soluzione definitiva sarebbe azzardato e poco serio. C’è però da segnalare un intervento del tutto inedito volto, se non a guarire dalla malattia, almeno a ritardarne l’esordio sopratutto rallentandone i sintomi. Lo studio è italiano e stride non poco con la decisione della Casa farmaceutica Pfizer di abbandonare ogni tipo di ricerca medico scientifica contro il Morbo di Alzheimer. Ma lo sconforto che aveva sortito tale decisione da parte del colosso farmaceutico Pfizer non deve assolutamente far ritenere che non si investa e non si studi contro questa subdola e insidiosa malattia dei nostri giorni.

martedì 23 agosto 2016

Morbo di Alzheimer: se la soluzione si trovasse nel nostro armadietto dei farmaci?

Immaginare di poter sconfiggere le demenze ma in particolare il Morbo di Alzheimer, la demenza per eccellenza, con un semplice farmaco antinfiammatorio, un fans insomma, solitamente utilizzato contro il mal di testa o le affezioni dolorose a carico delle articolazioni sembrerebbe follia allo stato puro, ma se si va a guardare il meccanismo d’azione di un fans quale l’acido mefenamico, nome commerciale Lysalgo, forse lo studio che ne è conseguito potrebbe sembrare meno folle di quanto è stato osservato, sia pure sperimentalmente da ricercatori inglesi. Lo studio cui ci si riferisce è stato pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communic ations ed è stato capinato da David Brough dell’Università di Manchester il quale avrebbe concluso che almeno sui ratti di laboratorio, l’utilizzo di questo fans avrebbe sortito come effetto la cura dell’infiammazione a livello del cervello dei ratti e la conseguenza inversione della perdita di memoria che si sarebbe di fatto ripristinata. 



domenica 31 luglio 2016

Fai l'avvocato? Non morirai mai di Alzheimer!




Se fai l'avvocato, nella vita potrà capitarti di tutto, meno che morire un giorno del Morbo di Alzheimer, per la semplice ragione che non ti ammalerai mai di questa temibile patologia.


sabato 9 luglio 2016

Birra: e se proteggesse dal Morbo di Alzheimer?


Che il Morbo di Alzheimer sia una malattia molto grave e sopratutto diffusissima fra la popolazione anziana, non vi sono dubbi, al punto che gli scienziati sono persino d'accordo nel ritenere che stante l'aumento della vita media dell'uomo, tale patologia neurologica potrebbe essere a breve quasi ineluttabile fra gli anziani, come una sorta di fio da pagare per il fatto di vivere più a lungo. Ciò che non sapevamo è che una bevanda alcolica come la birra, potesse avere un ruolo importante proprio nel contrasto dell'Alzheimer.



mercoledì 16 settembre 2015

Morbo di Alzheimer: sempre più dell'avviso che potrebbe trattarsi di malattia contagiosa

C’è un’inquietante scoperta scientifica il cui studio è stato da recente pubblicato su Nature, secondo la quale il temibile morbo di Alzheimer sarebbe addirittura contagioso. Ovviamente il contagio non avviene col sistema della trasmissione dei virus, insomma come se si trattasse di un banale raffreddore, tuttavia, se tale tesi venisse confermata, la grave patologia potrebbe trasmettersi da un individuo ad un altro. Come si è giunti ad ipotizzare ciò. Secondo gli scienziati, un tassello comune unirebbe due gravissime patologie. Il morbo di Alzheimer, appunto e il morbo di Creutzfeldt-Jacob, quello ritenuto responsabile del morbo della mucca pazza, che pure avendo una bassa diffusione, una persona su un milione, ha effetti finali deleteri sul paziente con veloce e progressiva demenza fino alla morte. 

mercoledì 19 giugno 2013

Morbo di Alzheimer: il malato non deve pagare la retta in casa di cura


Gli enti pubblici e le case di cura convenzionate non possono far pagare la retta per il ricovero di una persona affetta dal morbo di Alzheimer al malato o al parente. Ad affermarlo è la Corte di Cassazione, con sentenza n. 4558 del 22 marzo 2012 con la quale statuisce che la retta deve essere a carico del Servizio Sanitario Nazionale

giovedì 21 febbraio 2013

Ricerca scientifica: nuove acquisizioni su Morbo di Alzheimer

Il cammino della ricerca scientifica in ambito alle malattie degenerative neurologiche è lento ma progressivo, lo dimostra l’attenzione dei ricercatori nei confronti di quelle patologie cerebrali, come di fatto sono le demenze senili, primo fra tutti il Morbo di Alzheimer, oggi che siamo in grado non solo di stabilire l’esatta causa di queste gravissime malattie ma anche di incamminarci verso un futuro quanto mai prossimo il cui traguardo sarà dato dalla cura definitiva di tutte quelle patologie che determinano un progressivo e irreversibile danneggiamento delle cellule cerebrali.

mercoledì 19 settembre 2012

Morbo di Alzheimer: si abbassa l'età in cui ci si può ammalare, ma un vaccino potrebbe salvarci


Il Morbo di Alzheimer spaventa sempre di più, anche alla luce del fatto che si sta abbassando l’età di insorgenza della malattia, visto che dopo i 50 anni le probabilità che la patologia si faccia strada si è elevata sensibilmente rispetto al passato. Ne deriva che il mondo scientifico da un po’ di tempo invita i medici a prevedere una serie di controlli accurati su quei pazienti che abbiano sia pure di poco superato i 50 anni d’età anche in assenza di sintomi importanti. Secondo il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Roma Tor Vergata e della Fondazione Santa Lucia con a capo Giovanni Carlesimo, Andrea Cherubini, Carlo Caltagirone e Gianfranco Spalletta, dalla valutazione congiunta, neuroradiologica e neuropsicologica, è emerso che nei soggetti al di sopra dei 50 anni le basse prestazioni ai test di memoria sono correlate a significative alterazioni microstrutturali a livello dell’ippocampo, sede dei danni causati da fattori fisici e chimici ed anche traumi al punto che anche le momentanee perdite della memoria in questi soggetti ancora giovani, dovrebbe indurre medici e pazienti ad indagare a fondo sull’integrità delle strutture dell’ippocampo stesso.

martedì 12 giugno 2012

Morbo di Alzheimer: un semplice esame del sangue per rivelarlo




 
Il Morbo di Alzheimer resta fino adesso una delle patologie più gravi e di difficile diagnosi. Ma al di là della gravità della patologia, in aggiunta al fatto che fino a qualche decennio fa la diagnosi era solamente presuntiva poiché non esisteva alcuna possibilità di diagnosticare la malattia in vita, oggi, in aggiunta a tutte le tecniche diagnostiche in grado di scoprire la malattia, c’è un semplice esame del sangue in grado di palesarci la progressione del morbo.

sabato 9 giugno 2012

Morbo di Alzheimer: perchè la donna si ammala di più?



Quando parliamo di Morbo di Alzheimer e di demenze in generale, è importante annettere grande importanza ai progressi scientifici compiuti soprattutto negli ultimi decenni che, se da una parte non ci hanno ancora consentito di trovare la soluzione a queste gravissime malattie, dall’altra però ci consentono oggi, per lo meno, di stabilire le cause di queste temibili patologie, situazione questa che oggi ci consente di immaginare una soluzione a breve rappresentata da un futuro che ci affranchi da queste e altre malattie neurodegenerative. Ma quali sono i traguardi che la scienza ha raggiunto o si è prefissa di toccare nei riguardi delle malattie cerebrali?

domenica 29 aprile 2012

Morbo di Alzheimer: Ginkgo Biloba, inutile e persino dannoso?

La domanda che in molti si fanno è, il Ginkgo Biloba è utile nelle demenze senili, potrebbe contrastare in qualche modo persino il Morbo di Alzheimer?  Una domanda che sta a cuore a molti, non solo ai pazienti e ai loro familiari affetti da questa patologia, ma anche a medici e ricercatori in genere alle prese con questa sostanza.

lunedì 9 aprile 2012

Morbo di Alzheimer: ecco come evitare che il paziente si perda


Chi si prende cura di un ammalato di Alzheimer, così come chi è affetto da tale patologia ed è ancora in una fase iniziale della malattia, ben sa cosa significhi, in aggiunta a tutte le difficoltà annesse allo stato, perdere nella città il parente o l’amico malato, o sapere, per un paziente, di non essere più in grado di ritrovare la via di casa, con un carico di ansia e preoccupazione che tale stato determina nel paziente e nei parenti che lo accudiscono. Ma oggi la soluzione a questo problema potrebbe essere lì, a portata di mano ed ad un costo quasi risibile.

venerdì 27 gennaio 2012

Morbo di Alzheimer: scoperto il vaccino che lo guarirà



Potrebbe essere giunta la vera risposta da parte della scienza contro il Morbo di Alzheimer, senza per questo immaginare di essere ancora giunti alla soluzione definitiva della malattia. Tuttavia, l’ultimo ritrovato scientifico messo a punto dal CNR, ovvero, dall’Istituto di Genetica e Biofisica e dall’Istituto di Biochimica delle Proteine, apre sviluppi immediati e speranze quanto mai concrete verso questa temibile patologia che, oltretutto, si fa sempre più strada nell’uomo moderno. Il lavoro fin qui svolto è stato pubblicato sulla rivista Immunology and Cell Biology.

venerdì 13 gennaio 2012

Morbo di Alzheimer: i diabetici si ammalano 85 volte di più


Un po’ a sorpresa la notizia che il diabete di tipo II ed il Morbo di Alzheimer avrebbero più di un filo conduttore che li lega. A giungere a questa straordinaria scoperta una ricerca denominata ‘Insulin activated Akt rescues Aβ oxidative stress-induced cell death by orchestrating molecular trafficking’, nata dalla collaborazione tra gli Istituti di biomedicina e immunologia molecolare (Ibim) e di biofisica (Ibf) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Palermo e il dipartimento di Fisica dell’Università di Palermo. Al centro dello studio, pubblicato su Aging Cell, gli effetti della somministrazione di insulina su un modello di cellule neuronali, precedentemente trattate con piccoli aggregati della proteina beta-amiloide (A-beta), coinvolta nell'eziopatogenesi della malattia di Alzheimer. 


domenica 8 gennaio 2012

Morbo di Alzheimer: insieme al Parkinson, che strumenti abbiamo per curarli?

Quando parliamo di Morbo di Alzheimer e di demenze in generale, è importante annettere grande importanza ai progressi scientifici compiuti soprattutto negli ultimi decenni che, se da una parte non ci hanno ancora consentito di trovare la soluzione a queste gravissime malattie, dall’altra però ci consentono oggi, per lo meno, di stabilire le cause di queste temibili patologie, situazione questa che oggi ci consente di immaginare una soluzione a breve rappresentata da un futuro che ci affranchi da queste e altre malattie neurodegenerative. Ma quali sono i traguardi che la scienza ha raggiunto o si è prefissa di toccare nei riguardi delle malattie cerebrali?