lunedì 18 febbraio 2019

Cancro: e se per curarlo bastasse una normale Aspirina?


E se un giorno ci dicessero che il cancro si combatte con una semplice Aspirina, alla stregua di un banale raffreddore? Chissà, ma una cosa è certa, quello che avrebbero scoperto ricercatori italiani ha veramente dell’incredibile, pare infatti che i normalissimi fans, ovvero gli antinfiammatori non steroidei cui fa parte la stessa Aspirina, potrebbero avere un ruolo molto importante contro il cancro.


La notizia è sconvolgente, non solo perché se verificata e studiata a fondo renderebbe i tumori curabili ala stregua di una infiammazione ossea, di un mal di testa e quant’altro. Ma perché fino adesso si era detto che quegli stessi farmaci che oggi immaginiamo capaci di curare il cancro in realtà alla lunga potevano essere cancerogeni, almeno alcuni di essi. La domanda che sorge spontanea a questo punto è quindi un’altra. Ma allora, perché non personalizziamo la cura del cancro e prevediamo che per ogni tumore esista l’antinfiammatorio che lo cura? Perchè allo stato delle cose se così facessimo rischieremmo ulcere gastriche, insufficienza renale, ipertensioni arteriose e malanni su malanni, per la semplice ragione che i fans hanno effetti utilissimi per contrapporsi al dolore, all’infiammazione, alla febbre alta, ma al contempo hanno anche importanti effetti collaterali che causano le malattie o gli eventi improvvisi negativi come quelli appena citati.
Quindi che fare, abbandonare lo studio, coordinato dall’Università Statale di Milano, e finanziato da Airc e da Fondazione Cariplo, è pubblicato sul 'British Journal of Cancer', o sperare di modificare principi attivi quali il ketorolac, diclofenac, ibuprofene, solo per citarne qualcuno e renderli non soltanto attivi come antinfiammatori ma anche come farmaci contro il cancro?
"In studi preclinici e anche clinici - spiega Paolo Ciana del Dipartimento di oncologia ed emato-oncologia, Università degli Studi di Milano, e coordinatore del gruppo di ricerca - alcuni hanno dimostrato un’interessante attività preventiva sull’insorgenza di tumori, ma per i noti effetti collaterali (gastro-intestinali, renali, epatici e cardiaci) che insorgono quando vengono assunti per lunghi periodi di tempo, non sono utilizzabili per trattamenti preventivi". I ricercatori della Statale, in collaborazione con i colleghi dell’Istituto europeo di oncologia e dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano, hanno scoperto che l’azione antineoplastica dei Fans si esplica attraverso un altro bersaglio molecolare, una deacetilasi chiamata Sirt1. "La scoperta - sottolinea Giulia Dell’Omo -permette di sviluppare nuovi Fans con attività antineoplastica, senza produrre gli effetti collaterali dei farmaci attualmente in commercio".
Ecco la soluzione!
Fonte: Pharmakronos

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