lunedì 20 febbraio 2023

Sonno: necessario quanto l'alimentazione e la respirazione




Non esiste in natura un animale che non dorma. Semmai esistono animali che dormono in maniera diversa l’uno dall’altro. Un esempio? Il delfino, dorme come tutti, ma non allo stesso modo, se si pensa che trascorre le ore di sonno con un occhio chiuso e l’altro aperto, il motivo? Stare attento alla respirazione evitando di immergersi troppo, insomma, il delfino ha necessità di restare cosciente mentre dorme. Un altro esempio? Gli equini. A parte i cavalli addomesticati, un equino che meglio rende l’idea di come trascorra le ore di sonno, è la zebra. Al pare degli altri equini può dormire in piedi per essere pronto a fuggire in caso di attacco da qualche predatore e questo ci fa capire che il ritenere che tutti gli equini dormano in piedi è sbagliato. Anche i cavalli possono dormire in piedi, ma di norma preferiscono sdraiarsi.


Quindi, come detto, tutti gli animali hanno bisogno di dormire e ovviamente questo vale anche per l’uomo. Il problema è quantificare il tempo necessario di riposo cui ha bisogno l’uomo nelle diverse fasce d’età. I bambini nei primi tre mesi di vita dormono anche 17 ore al giorno, cioè trascorrono i primi momenti della loro vita dormendo di più di quanto stiano svegli. Il bambino a circa 5/6 anni di età necessita di oltre 10 ore di sonno e per la propria salute e il proprio benessere è indispensabile che dorma, se non lo fa sono problemi. Con gli anni questa quantità di ore tende a diminuire, infatti l’adolescente potrebbe avere bisogno di circa 8/9 ore di sonno, una quantità di ore che si abbassa nell’adulto che potrebbe richiedere un riposo di non oltre 7 ore. Ovviamente sono norme generali, visto che il sonno è una caratteristica del tutto individuale.



Perchè si dorme

Uno studio molto dettagliato sul sonno è stato compiuto da ricercatori statunitensi. Per chi volesse approfondire l’argomento questo è il link.

Sintetizzando al massimo le motivazioni che stanno dietro al sonno, bisogna ricordare che quando si dorme il nostro cervello è tutt’altro che inattivo. Serve semmai che il corpo non richieda impegni di natura fisica e anche mentale che di norma attendono alle fasi in cui siamo svegli proprio perché il cervello è impegnato in attività che richiedono il massimo impegno d’organo. Ad esempio, durante il sonno si riparano le cellule deteriorate o si eliminano quelle inservibili, si riorganizzano le cellule nervose, si provvede a immagazzinare le tossine per poi eliminarle con gli organi appositi, si regolano gli ormoni e poi c’è una fase molto importante, l’elaborazione dei ricordi, il reset di quelle informazioni ritenute inutili dal cervello, compresa una sorta di deframmentazione dei ricordi e delle esperienze prossime nell'aggiornamento e nella rielaborazione di un database di informazioni che il cervello ritiene di dover immagazzinare o eliminare nei meandri della memoria, compresa la ancora sconosciuta capacità del cervello di elaborare i sogni.  Insomma, un complicatissimo lavoro reso indispensabile e questo giustifica l’esigenza di dormire e la differenziazione per età per numero di ore di sonno necessarie.

La necessità di dormire dunque diviene basilare per tutti, ma sopratutto è necessario avere una buona qualità del sonno, da questo dipende la riuscita delle attività diurne, a cominciare dalla scuola per gli studenti, dalle prestazioni sportive, per gli atleti, dal lavoro e dal benessere per tutti, compreso il contrasto di una patologia per chi è ammalato. La donna in gravidanza invece a causa del riequilibrio ormonale potrebbe soffrire di insonnia. Ciò che si è visto in uno studio recente è come i tempi di reazione variano a seconda della durata e dalla qualità del sonno di chi si è sottoposto allo studio. Il tempo di reazione è definito come la quantità di tempo necessaria per rispondere ad uno stimolo, che può essere qualsiasi evento che precede una risposta. I tempi di reazione aumentano via, via che una persona accumula debiti di sonno. Quindi la persona che è incline a perdere sonno avrà tempi di reazione sempre più lunghi. Quando si dorme poco, l’organismo richiede di dormire e se noi reagiamo imponendoci di stare svegli perché impegnati in attività che vogliamo portare a termine, costi quel che costi, entriamo in una sorta di conflitto con il nostro organismo. Alla lunga oltre ad un aumento dei tempi di reazione ciò determina un deterioramento cognitivo. Ricordiamo che il deterioramento cognitivo è la perdita di una o più funzioni cognitive, ovvero quelle capacità che ci permettono di percepire il mondo intorno a noi e di relazionarci con gli altri (ad esempio apprendimento e memorialinguaggiofunzioni esecutive, funzioni percettivo-motorieattenzione cognizione sociale).  

Conseguenze della perdita di sonno protratta

Nell’immediato, la perdita del sonno, sopratutto se ripetuta, ha come conseguenza, come detto, un aumento dei tempi di reazione, tale aumento, a secondo in chi si verifica può avere ripercussioni in una diminuita performance dell’individuo nel lavoro, nello sport, sopratutto quando svolto agonisticamente, o in attività dove agli operatori è richiesta la massima attenzione come avviene ai piloti, ai medici, ai turnisti in genere. L'aumento dei tempi di reazione è particolarmente pericoloso quando una persona si mette al volante di un'auto. La National Highway Traffic Safety Administration stima che fino a 6.000 incidenti mortali ogni anno possano essere dovuti a guidatori assonnati. Così come Guidare di notte può rendere più difficile reagire rapidamente alle mutevoli condizioni della strada ed è stato collegato a pratiche pericolose come il cambio di corsia.

E’ del tutto scontato quindi che bisognerebbe dormire più o meno rispettando i tempi che oguno di noi necessità migliorando la qualità del sonno. Più facile a dirsi che a farsi, per molti. Ne deriva però che pur immaginando le tensioni, le ansie, lo stress accumulato di ognuno che si riflettono sulla durata e sulla qualità del sonno, l’intervento da parte del paziente nel coinvolgere il proprio medico al fine di rimediare all’insonnia o alla difficoltà di addormentamento deve essere quanto mai immediato al fine di prevenire tutte quelle situazioni che si riflettono negativamente sulla vita propria e altrui.


Fonte: Dana Mc Makin

Dichiarazione di divulgazione

Dana McMakin riceve finanziamenti dal National Institutes of Health, dal Patient Oriented Outcomes Research Institute e dalla American Foundation of Suicide Prevention.

Altra fonte: Sleepfoundation




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