Melissa: L'Erba della Calma Efficace, Ma Non Per Tutti. I Rischi Per Chi Ha Problemi Di Tiroide



Approfittiamo di questo articolo riguardante una delle piante più diffuse, riconosciuta come ansiolitico e sedativo digestivo naturale: la Melissa, troppo spesso prelevata dagli scaffali dei supermercati e posta nel carrello senza nessuna cautela.

Prima di esaltare le doti di questa pianta, che sono reali, converrebbe aggiungere una semplice avvertenza. Se cercate un rimedio a base di una singola sostanza, come appunto la Melissa, evitate quei prodotti che in un’unica confezione racchiudono due o tre sostanze diverse con la supposta sinergia riconosciuta. Questo per due ragioni:

  1. Dosaggi Inadeguati: Spesso il racchiudere sostanze diverse nella stessa confezione ci costringe ad assumere dosaggi più bassi di quelli che si otterrebbero con l’unico prodotto.

  2. Rischio Controindicazioni Impreviste: Come vedremo, anche le sostanze naturali hanno le loro controindicazioni. Assumendo prodotti miscelati, è probabile andare incontro a una controindicazione data dalla seconda sostanza presente nella confezione, che non cercavamo nella nostra ricerca.

Un Po' di Storia: Dall'Antica Grecia alla Farmacopea Moderna

Adesso torniamo alla Melissa. È una delle piante più antiche e utili per il nostro benessere. Le sue proprietà erano note già nell'Antica Grecia e a Roma. Il nome "Melissa" deriva dal greco e significa "ape", a causa dell'intensa attrazione che i suoi fiori esercitano su questi insetti.

La Melissa, quindi, col suo nome tanto rassicurante, è sempre stata vista — e a ragione — per la cura della tristezza, della malinconia e di una certa ipocondria di chi si ritiene costantemente malato. In effetti, se andiamo a vedere i principi attivi di questa sostanza, notiamo subito che parliamo di un formidabile tonico per il cuore e per l’umore.

Solo il fatto di considerarla un cardiotonico dovrebbe accendere in noi una lampadina, anzi un vero e proprio faro accecante. La terapia vegetale non è semplice acqua fresca che se va male non fa danno. La Melissa, al pari di altre sostanze naturali, ha ruoli attivi nel nostro corpo e non è per niente una blanda terapia che si può immaginare mischiata ad altre sostanze naturali o prelevata alla cieca al supermercato. L’utilizzo clinico che si fa di questa pianta non può essere ignorato quando se ne valuta la potenza e i potenziali effetti collaterali.

L'Azione della Melissa: Un Duplice Beneficio Scientifico

La Melissa è studiata per le sue proprietà dovute alla presenza di oli essenziali (citrale, citronellale) e acidi fenolici (in particolare l'acido rosmarinico). La sua efficacia si manifesta su due fronti distinti e interconnessi:

  • Azione Ansiolitica (Sistema Nervoso): Come Passiflora e Valeriana, anche la Melissa agisce potenziando l'effetto del neurotrasmettitore inibitorio GABA (Acido Gamma-Amminobutirrico). Ricordiamo il Bacillus BC99, ne abbiamo parlato, entrambi cercano la calma, agendo sullo stesso neurotrasmettitore, ma uno usa una scorciatoia nel cervello (Melissa), l'altro costruisce una fabbrica di calma nell'intestino (BC99).

  • Questo si traduce in una riduzione dell'eccitabilità nervosa, favorendo la calma e contrastando l'ansia lieve e l'irrequietezza. È utile per favorire l'addormentamento, ma con un profilo sedativo molto più leggero e un rischio di "hangover mattutino" notevolmente inferiore rispetto alla Valeriana.

  • Azione Spasmolitica (Sistema Digestivo): Questo è il suo punto di forza distintivo e meno comune negli altri ansiolitici naturali. L'ansia e lo stress non colpiscono solo la testa, ma si manifestano spesso come somatizzazione digestiva (colon irritabile, spasmi, nausea nervosa). La Melissa agisce rilassando la muscolatura liscia del tratto gastrointestinale. Questa azione la rende un trattamento di prima linea per i disturbi funzionali gastrointestinali legati allo stress.

In sintesi: la Melissa è una scelta ottimale quando l'ansia si traduce fisicamente in un "nodo allo stomaco" o in disturbi intestinali.

La Controindicazione Asettica: Funzione Tiroidea e Il Rischio Terapeutico

Al pari dei farmaci di sintesi, ecco le controindicazioni della Melissa. L'attività biologica di alcuni composti presenti nella Melissa (in particolare l'acido rosmarinico) ha dimostrato, in studi in vitro e su animali, la capacità di inibire il legame degli ormoni tiroidei (T4 e T3) con i loro recettori a livello periferico.

  • Il Meccanismo: L'azione inibitoria della Melissa può influenzare il modo in cui il corpo risponde agli ormoni tiroidei. Questo solleva un allarme specifico per i soggetti che soffrono di ipotiroidismo (tiroide poco attiva) e che sono in terapia sostitutiva (ad esempio, con levotiroxina).

  • Il Rischio Clinico: Per questi pazienti, l'uso regolare e ad alte dosi di Melissa può teoricamente interferire con l'efficacia del farmaco o con l'equilibrio ormonale che è stato faticosamente raggiunto.

Il Dettaglio Cruciale per i Pazienti Ipotiroidei

Per un paziente ipotiroideo in terapia con Levotiroxina, questo effetto è critico, perché il dosaggio del farmaco è calibrato al milligrammo sul metabolismo del paziente.

L'interferenza della Melissa può teoricamente portare a:

  • Sintomi di Ipotiroidismo Non Controllato: Se la Levotiroxina non riesce a legarsi ai recettori (bloccati dall'acido rosmarinico), il corpo si comporta come se avesse meno ormone tiroideo del necessario, riattivando i sintomi dell'ipotiroidismo (stanchezza, aumento di peso, pelle secca).

  • Necessità di Aumentare la Dose di Farmaco: Il medico potrebbe essere costretto ad aumentare la dose di Levotiroxina per compensare l'interferenza, creando un equilibrio artificiale e precario.

La Conclusione Responsabile

Questo meccanismo è stato dimostrato in vitro e su animali, quindi non è una "controindicazione definitiva" per l'uomo, ma è un allarme di cautela molto specifico e serio.

La Posizione Responsabile:

Per chi soffre di patologie tiroidee preesistenti, o è in terapia ormonale sostitutiva, l'uso regolare di Melissa Officinalis non è raccomandato senza la previa approvazione e monitoraggio del medico endocrinologo. La fitoterapia, agendo a livello chimico e ormonale, non è mai un agente neutro da assumere con leggerezza.

Dosaggio e Forma Farmaceutica: Il Non-Dilemma

Quando si parla di erbe, la forma in cui vengono assunte determina la potenza. Non possiamo vendere integratori, ma dobbiamo informare sulla differenza:

  • Infuso (Tisana): È la forma più blanda. La quantità di principi attivi che finiscono in tazza dipende dal tempo di infusione e dalla qualità delle foglie. È utile per un effetto blando e come coadiuvante digestivo.

  • Estratto Secco (Capsule/Compresse): Questa è la forma più concentrata e, di conseguenza, più efficace e più rischiosa in termini di controindicazioni. Gli studi clinici che ne dimostrano l'efficacia ansiolitica utilizzano quasi sempre estratti titolati e standardizzati. È in questa forma che l'azione sulla tiroide e le interazioni farmacologiche diventano più significative.

Conclusioni: La Terapia Vegetale non è Acqua Fresca

La Melissa è un eccellente strumento per trattare l'ansia e la somatizzazione digestiva ad essa correlata, offrendo un supporto alla gestione dello stress che alimenta il nostro inestetismo complesso dell'infiammazione.

Ma il suo inserimento in una strategia terapeutica deve essere gestito con rigore. L'approccio asettico è l'unico ammissibile: bisogna conoscere il potere di una pianta non per esaltarlo, ma per rispettarne i limiti e le specifiche controindicazioni. La "tisana innocua" non esiste. Il consiglio del professionista sanitario resta la base di ogni cura, vegetale o farmacologica che sia.

Un'Indicazione Responsabile (e un Assaggio del Prossimo Articolo) Chi Soffre Di Ipotiroidismo e Cerca Una Sostanza Con Gli Effetti Della Melissa?

Per chi soffre di ipotiroidismo e necessita di un supporto naturale per la calma senza interferire con la delicata terapia ormonale sostitutiva, l'approccio è l'esclusione.

Se la Melissa è sconsigliata, la fitoterapia offre alternative come la Passiflora o la Valeriana che, pur agendo sul GABA, non hanno dimostrato questa competizione a livello dei recettori tiroidei.

Nella nostra prossima analisi, affronteremo più nel dettaglio proprio la Passiflora: la sua azione, i suoi pro e i suoi contro. Restate sintonizzati per continuare la nostra esplorazione critica delle alternative non farmacologiche!

V I S I T E

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