Pensiamo,
giustamente, all’AIDS, come malattia virale contagiosa e cerchiamo in qualche
modo di evitarla attuando accorgimenti che, quando messi in pratica, sono
sicuramente efficaci. Ma chi sa perché, una malattia altrettanto grave, virale
e contagiosa pure, come l’epatite C è da sempre dai più trascurata, nonostante
siamo consapevoli dei rischi cui il contagio espone. Eppure,
basta poco, un semplice test che, oltretutto, costa pochissimo, si parla di un paio di euro e si preverrebbero gravissime conseguenze come il
carcinoma epatico e lo stesso trapianto, eppure….
L’Organizzazione
Mondiale della Sanità è chiara in questo senso, ricordando il ruolo primario
della prevenzione per questa patologia che, oltretutto, fa tante vittime ogni
anno nella sola Italia, oltre 20 mila pazienti a causa delle malattie correlate
con l’epatite e se si fanno due semplici conti ci si accorge che parliamo
niente meno che 57 morti al giorno per le cause annesse all’epatite.
L’altra
forma rappresentata dall’epatite B, causata dal virus hbv interessa una
popolazione in Italia di 500 mia persone infette. «Questo giustifica ogni sforzo nel promuovere la
diagnosi di infezione da virus epatici – sottolinea Gloria Taliani, del
Dipartimento di Malattie infettive e tropicali dell’Università La Sapienza - perché
l’identificazione rimane il primo, imprescindibile passo verso la cura.
Inoltre, è preoccupante sapere che una quota significativa, ben oltre il 50%
delle infezioni, è tuttora non diagnosticata. Ed è proprio verso questa
popolazione di infettati non consapevoli che deve rivolgersi ogni sforzo
diagnostico. L’iniziativa promossa in questa giornata è dunque lodevole perché
vuole attrarre l’attenzione delle più alte Istituzioni su un tema sensibile
quale la diagnosi, la prevenzione e la cura di malattie croniche la cui
evoluzione ha un costo elevato per la società».
Altro
capitolo da tenere in considerazione è il trattamento più idoneo da adottare in
caso di infezione. La vaccinazione è il primo presidio, ma quando l’infezione
s’è già fatta strada, è importante che si possa diagnosticare con largo
anticipo la malattia in modo da controllare nel tempo l’evoluzione del virus e
per far ciò diviene fondamentale la diagnosi precoce e lo screening per epatite
B e C che dovrebbe essere esteso a
tutti, possibilmente proposto dai medici di base come già avviene con lo
screening per malattie metaboliche, diabete, ipercolesterolemia e
ipertensione».
«Non possiamo
non condividere l’iniziativa – dice Enrico Bollero, direttore generale del
Policlinico di Tor Vergata, sottolineando come i costi per il trattamento della
malattia siano a carico del servizio sanitario pubblico e risultino molto
superiori a quelli che sarebbero necessari quelli per prevenirla.
«La nostra prima
richiesta – spiega infine Ivan Gardini, presidente di EpaC Onlus – è che il
Governo si uniformi alla risoluzione Oms affinché le epatiti e le loro
complicanze siano riconosciute come problema di salute pubblica e siano
inserite con urgenza nel Piano sanitario nazionale anche con finalità di
prevenzione oncologica, perché riconosciuti agenti infettivi oncogeni. L’
arrivo di nuove terapie ci permetterà a breve di salvare moltissime persone in
più. Basti pensare che, eliminando le epatiti, si eliminerebbe anche la metà dei
tumori del fegato».
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