Una cosa
è certa, se oggi possiamo considerare l’ulcera gastroduodenale una malattia
sicuramente curabile, lo dobbiamo al successo terapeutico ottenuto con farmaci
antiulcera a partire dall’antica Cimetidina, poi in parte sostituita dalla
Ranitidina ed in tempi più recenti dai cosiddetti inibitori di pompa protonica.
Tuttavia l’uso di queste sostanze farmacologiche ha aperto la strada anche ad un impiego meno
oculato di tali farmaci, col risultato di aver creato non pochi problemi
annessi ad un uso spregiudicato dei farmaci antiulcera.
Ma ciò che
balza agli occhi dei ricercatori è l’abitudine intrapresa da parte dei
pazienti di ricorrerre anche ai più impegnativi farmaci antiulcera anche nel
trattamento di quelle patologie ipersecretive, che vanno dalle dispepsie, alle gastriti, compresa la protezione gastrica in corso di trattamento con farmaci
quali i fans.
Dunque,
ben vengano i farmaci antiulcera che, nel trattamento di questa patologia richiedono
tuttavia anche lo studio, mediante gastroscopia, oggi anche transnasale,
dell’eventuale batterio Elicobacter
pilory, tuttavia occorre anche ricordare l’allarme che proviene da recenti
ricerche scientifiche che mettono in guardia il paziente sull’uso di questi
farmaci additati quali responsabili di effetti collaterali rappresentati da
fratture, soprattutto localizzate a livello della colonna.
I farmaci in questione sono
per lo più sostenuti dagli inibitori di pompa protonica, Omeprazolo,
Lansoprazolo, solo per citarne due, i cui effetti collaterali suddetti sono
finiti al centro di una approfondita ricerca medica che annette a queste
sostanze anche la possibilità che nel paziente che ne faccia uso si verifichino
fratture al polso. Lo studio che è giunto a
tali conclusioni si è svolto negli Stati Uniti e si è svolto su una popolazione di circa 160 mila pazienti di età
compresa fra i 50 e i 79 anni in cura con queste molecole e che dopo otto anni
di terapia sono andati incontro, in misura considerevole proprio a quelle fratture cui si
accennava. Da sottolineare che parliamo di pazienti che facevano largo uso di
queste sostanze per un periodo lungo e, dunque, nessuno di questi rischi si
sarebbe presentato in quei pazienti che ricorrono a tali sostanze per periodi
limitati di tempo. Anche se
le Autorità Sanitarie competenti non hanno preso alcuna contromisura al
riguardo, pare che le aziende produttrici si stiano attivando al fine di
inserire nel foglietto illustrativo interno di questi farmaci il richiamo ai
citati effetti collaterali.
Nessun commento:
Posta un commento
Ti preghiamo di inserire sempre almeno il tuo nome di battesimo in ogni commento