mercoledì 31 ottobre 2012

Ictus: e se nell'insorgenza fosse coinvolto anche l'inquinamento acustico?



Apparentemente sembrerebbe non esserci alcun nesso fra l’inquinamento acustico e, dunque, il rumore eccessivo negli ambienti di lavoro e nelle città è l’ictus e le malattie cardiovascolari. Eppure, soprattutto alla luce degli ultimi studi condotti, parrebbe esserci eccome un filo conduttore fra queste patologie e l’inquinamento da rumori elevati. Lo dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che in apposito rapporto elenca tutta una serie di patologie innescate dall’inquinamento acustico

E, si badi bene, non stiamo parlando soltanto di danni all’orecchio, ma anche a quei danni ad apparati come quello cardiovascolare a causa dell’ipertensione arteriosa, indotta dal rumore fino a giungere a quelle malattie cardiovascolari gravi, compreso l’ictus, che avrebbero la medesima causa. A determinare i disturbi peggiori sono il traffico automobilistico e aereo, ne sanno qualcosa coloro che risiedono a ridosso di una strada ad alta densità di traffico o nelle immediate vicinanze di un aeroporto. Il motivo per cui l’inquinamento acustico sarebbe capace di provocare tali patologie è dovuto allo stress per l’organismo a causa delle stimolazione endocrina del sistema nervoso autonomo, capace com’è di determinare ipertensione arteriosa, iperglicemia, aumento della coagulabilità del sangue e dei grassi e, dunque, capace di aprire la strada al rischio cardiovascolare. In particolare, si è dimostrato che il rumore del traffico stradale aumenta il rischio di cardiopatia ischemica (compreso l'infarto miocardico), mentre sia il rumore del traffico che quello aereo incrementano il rischio di ipertensione arteriosa. All’appello mancano gli studi riguardo eventuali danni all’organismo da traffico ferroviario.



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