C’è
un’epidemia subdola e silenziosa che per diffusione non ha eguali rispetto alle
più note pandemie, persino l’influenza stagionale nel confronto è poca cosa,
anche perché, l’obesità ed il sovrappeso, di questo si parla, sono non solo in
costante aumento nei Paesi sviluppati, ma presenti nel mondo da un numero di
anni impressionanti, visto che la diffusione di queste condizioni patologiche è
inarrestabile da almeno un trentennio.
Quando
parliamo di obesità e sovrappeso, oltretutto, stigmatizziamo la gravità della
situazione in quanto tali condizioni aprono, eccome, la strada a vere e proprie
patologie, dall’infarto, all’ictus, al diabete, all’ipertensione arteriosa con
tutto ciò che ne consegue. Diversi i motivi che insieme favoriscono l’obesità,
a cominciare dalla troppa abbondanza di cibo cui godiamo, per continuare con la
dieta sempre più disordinata e culminare con la sedentarietà. Tutte condizioni
queste che non possono non spianare la strada all’obesità.
Poiché,
come sappiamo, non esiste un unico rimedio contro l’obesità, ma ogni caso va
affrontato con professionalità e con metodi particolari applicati ad ogni
paziente obeso, è semmai utile ricordare non solo i correttivi per prevenire
l’obesità che non possono essere avulsi anche dalla correzione degli stili di
vita individuali ma, sopratutto quando l’obesità è grave, il ricorso a farmaci, a strettissimo controllo del medico, meglio
se specialista e fin’anche la chirurgia possono divenire risorse irrinunciabili. Resta tuttavia un quesito che si sono posti i
ricercatori. Ovvero, in caso di obesità grave, c’è ancora spazio per indicare a
questi pazienti una dieta individuale e l’esercizio fisico, oppure, quando la
situazione diviene grave, solo e soltanto la chirurgia ed i farmaci possono
agire per risolvere la questione?
Secondo
un gruppo di ricercatori
statunitensi che ha pubblicato un articolo sulla rivista JAMA, una strategia basata su dieta e movimento è efficace anche se l’obesità
è grave. A tale risultato si sarebbe addivenuti mediante uno studio effettuato su
130 grandi obesi (indice di massa corporea superiore a 35). I pazienti coinvolti hanno
ricevuto indicazioni alimentari e una dieta personalizzata che prevedeva un
apporto energetico derivato per il 30 per cento da grassi, per il 55 per cento
da carboidrati e per il 25 per cento da proteine e sono poi stati suddivisi in due gruppi: il primo ha
seguito un programma di dieta ed esercizio fisico, mentre il secondo ha
corretto solo il proprio regime alimentare.
Passati sei mesi, infatti, coloro che avevano svolto anche
attività fisica hanno assistito ad una riduzione dell’indice di massa corporea
e del grasso viscerale. Dunque, il mix, dieta ed esercizio fisico ha diminuito
il peso, la circonferenza vita e la steatosi epatica. Tuttavia, i medici sono chiari sull’argomento. Nei casi di obesità
grave, in particolar modo, nessuna iniziativa personale è concessa al paziente
in assenza del parere medico. Soprattutto in questi casi, infatti, il rischio
di andare incontro con un esercizio fisico sbagliato, ad un gravissimo evento
persino letale, può essere molto meno raro di quanto si possa ritenere!
Fonte: Goodpaster
BH, Delany JP et al. Effects of
diet and physical activity
interventions on weight
loss and cardiometabolic
risk factors in severely
obese adults: a randomized
trial. JAMA 2010;
304(16): 1795-802.
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