Non è entusiasmante la situazione in
Italia per quanto concerne il carcinoma ovarico, una neoplasia che riguarda un
gran numero di donne nel nostro Paese. Infatti, nonostante i progressi della scienza
anche in fatto di prevenzione, in Italia ne viene diagnosticato in tempo
solamente uno su quattro!
Secondo recenti studi di cui si è
discusso all’Istituto Ricerche farmacologiche Mario Negri, nonostante si parli
di una neoplasia abbastanza diffusa che colpisce qualcosa
come 5.000 pazienti all’anno, solo circa 1.200 sono le diagnosi che vengono effettuate per tempo con la possibilità che la diagnosi precoce ed il
successivo intervento chirurgico salvino la vita a queste donne in quasi il 90%
dei casi.
E cosa accade alle restanti pazienti?
Per queste pazienti il futuro è molto compromesso, soprattutto
quando si sia andati incontro a metastasi. Ed infatti, conti alla mano, solo il
30% di queste malate può sperare in una guarigione, mentre per la rimanente e
più nutrita schiera di persone, dopo essere passati per lo stadio cronico della
malattia,si giunge all’exitus finale!
Di fronte a questi numeri così sconfortanti, assume una valenza particolare
il progetto voluto dall'Acto onlus in collaborazione con l'Istituto europeo di oncologia
(Ieo), l'Istituto Mario Negri e l'Istituto Firc Oncologia molecolare (Ifom).
«Il carcinoma ovarico è la neoplasia ginecologica con il minor tasso di
sopravvivenza», spiega Flavia Villevieille Bideri, presidente di Acto
onlus. «Con il nostro progetto vogliamo che le pazienti giochino un ruolo
attivo nel definire le priorità, da noi individuate in tre momenti salienti:
promuovere la conoscenza del tumore ovarico e le iniziative sul territorio per
favorire la diagnosi precoce; facilitare l'accesso a terapie di qualità;
stimolare la ricerca perché trovi al più presto l'arma finale e risolutiva».
Nessun commento:
Posta un commento
Ti preghiamo di inserire sempre almeno il tuo nome di battesimo in ogni commento