Ormai conosciamo bene le
statine, non soltanto quali sostanze utilizzate per ridurre la concentrazione
nel sangue del colesterolo, ma anche per la loro azione volta a proteggere la
mucosa dei vasi aumentandone il trofismo e, per via indiretta, proteggere al
contempo dall’eventualità di gravi malattie cardiovascolari e cerebrali, quali
infarti ed ictus.
Dunque le statine sono
entrate di diritto nella vita di tanti pazienti anche a scopo preventivo. Ma oggi
c’è un altro tassello che la scienza ha posto a proposito dell’impiego di
queste sostanze farmacologiche il cui uso sembrerebbe proteggere l’uomo dal
cancro alla prostata. A tale risultato si è addivenuti constatando una minore incidenza
della temibile neoplasia in quei soggetti che facevano uso di statine per il
controllo del colesterolo nel sangue.
Questo sembrerebbe essere il risultato che l’Associazione di urologia americana dopo uno studio che ha coinvolto ben 2774 pazienti
di età compresa fra 40 e 79 anni, osservati per un lungo periodo di tempo
superiore ai 20 anni ha posto in essere. In tali pazienti infatti si sarebbe osservato una riduzione del tumore
alla prostata quantificato in almeno il 57%, stessa percentuale valeva per il
rischio di ipertrofia prostatica, un evento questo quasi ineluttabile negli
uomini che superano i 50 anni circa di età. Il motivo per cui si sarebbe giunti
a tale risultato è proprio riconducibile al ruolo che le statine svolgono nel
contrasto del colesterolo e dei grassi in generale.
Buoni risultati si sono
anche ottenuti nelle infiammazioni della prostata, dove la guarigione sarebbe
avvenuta nel 72% dei casi esaminati. Un risultato questo sicuramente non da
poco se consideriamo che secondo i più recenti sviluppi dell’oncologia,
l’infiammazione cronica sarebbe un importante fattore di rischio nello sviluppo
della malattia neoplastica.
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