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E’ un po’ il tormentone che i medici
si sentono ripetere da persone anziane e/o ipertese in occasione delle visite
mediche cui questi pazienti si sottopongono. E’ vero che al mutare delle stagioni la pressione arteriosa varia? È
vero che il caldo elevato ha la stessa incidenza del freddo sulla pressione? In effetti le conoscenze al riguardo
sono tali da poter stabilire che, come accade a tante altre patologie, anche
per quelle a carico del sistema cardiocircolatorio vale la stessa regola che
vuole che le stagioni riverberano il loro effetto sulla salute degli apparati
in questione, soprattutto in presenza di patologie.
Ma a dar manforte a questa teoria oggi
pensa anche uno studio statunitense che ha stabilito una netta correlazione fra
le malattie cardiovascolari, ipertensione compresa e la temperatura esterna.
Per giungere a poter stabilire ciò si è provveduto a studiare il comportamento
di 8.801 soggetti tutte della stessa età o superiore a 65 anni nei quali si sarebbe
assistito a variazioni pressorie in dipendenza delle stagioni dell’anno e della
relativa diversa temperatura ambientale al punto che, all’aumentare della
temperatura esterna si sarebbe assistito ad una diminuzione della pressione sistolica pari a 8 mmJg e, dunque, all'aumentare delle temperature si assisterebbe ad una significativa
diminuzione della pressione. Lo studio è stato esaustivo per quei
pazienti ipertesi con un’età uguale o maggiore a 80 anni ma dovrebbe riguardare
anche pazienti più giovani. Ne deriva che durante le stagioni calde e,
soprattutto nei giorni di massima temperatura, nel monitoraggio dei valori
pressori e relativa terapia antipertensiva, si dovrà tenere conto
dell’influenza della temperatura ambientale sui valori riscontrabili. Tale
regola, come visto, vale maggiormente negli anziani, più sensibili dei giovani agli sbalzi pressori.
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