Il dilemma è più o meno sempre lo
stesso, la futura mamma che si appresta a sottoporsi a parto cesareo e che al
contempo soffra di una qualsiasi infezione batterica, deve essere lasciata priva di eventuali antibiotici lasciando alla
natura il compito di guarirla, oppure il ricorso a questi antibatterici è
auspicabile ritenendo che l’eventuale danno provocato da questi farmaci è
abbastanza risibile di fronte a quelli prodotti soprattutto di fronte ad un’infezione
severa?
Gli scienziati ormai non hanno più
dubbi, anche alla luce di un recente studio che ha coinvolto una popolazione di
mamme prossime al parto cesareo. Secondo gli studiosi, infatti, il ricorso agli
antibiotici prima di un cesareo limita e di molto la possibilità di andare
incontro ad episodi febbrili a volte anche importanti, abbatte il rischio di
infezioni chirurgiche ed eventuali endometriti. Gli stessi benefici trarrebbero
i bambini portati ancora in grembo, anche se da questo punto di vista non v’è
totale accordo da parte degli scienziati. C’è oltretutto da segnalare un altro
aspetto importante ed è quello rappresentato dal maggior rischio per quelle donne
che si sottopongono a parto cesareo, di andare incontro ad infezioni, si
discute di un rischio maggiore di almeno venti volte, rispetto a quelle che si
orientano sul parto naturale. Le infezioni maggiormente rappresentate sono quelle che traggono origine o si localizzano a carico della zona pelvica e nella sede della ferita chirurgica,
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senza dimenticare
l’apparato urinario, tant’è che tutta la letteratura scientifica annette
importanza alla profilassi antibiotica di fronte ad un cesareo; tuttavia, ha
detto F.M. Smaill del Department of Pathology and Molecular Medicine, mancano
fino adesso analoghi studi che considerino le conseguenze sul bambino.
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