Non è mai semplice trovare un nuovo organo per un paziente che basa
il proprio futuro proprio su un trapianto. Ma sappiamo che il ricorso ad un
organo sano da un donatore è quasi sempre accompagnato da dolore per la
dipartita del donatore e, comunque, etica a parte, è risaputo come sia arduo il
ricorso a sempre nuovi organi sani. La soluzione? Ricreare in laboratorio l’organo
che si vuole impiantare su un paziente.
E così, quella che sembrava pura fantascienza, diviene semplice
realtà, grazie all’apporto delle cellule staminali con le quali è già possibile
ricreare in laboratorio il rene e presto anche il fegato. La procedura è…
semplice, si tratta di sfruttare le cellule staminali plutipotenti
indifferenziate dallo stesso individuo che abbisogna dell’organo nuovo ed il “gioco”
è fatto!
I ricercatori dell'Università di Yokohama, in Giappone, hanno sperimentato nei topi la
possibilità di rigenerare il fegato, organo che in natura ha
già una caratteristica rara, quella di poter ricrescere. Tanto che la chirurgia
consente oggi di asportare fino al 75% della sua massa, conservando la
funzionalità della ghiandola chiave per molte funzioni dell'organismo, dalla
digestione al controllo degli zuccheri, fino alla depurazione di sostanze
tossiche. Ma il fegato è anche un organo fittamente vascolarizzato
e questa condizione è la vera sfida per gli scienziati e per la Medicina rigenerativa.
“ll prossimo passo sarà quello di provare a infondere le gemme
attraverso il flusso sanguigno”, spiega Takanori Takebe, che ha
coordinato la ricerca. “Il trapianto di 'gemme' epatiche può essere una
soluzione per l’insufficienza epatica – aggiunge Takebe –. Questa stessa
tecnica si potrà sperimentare per pancreas, reni e polmoni”.
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