Ovviamente non
ce ne accorgiamo, ma sarebbe ormai del tutto acclarato che dopo una, due notti
insonni, o ancora, quando tendiamo tendenzialmente all’insonnia, regoliamo la
spesa al supermercato verso cibi che alla fine tendono a farci ingrassare. Lo
dice la scienza, la stessa che ha stabilito che per non commettere sciupii al
momento della spesa non si dovrebbe essere affamati nel momento in cui si
decide di acquistare roba da mangiare, condizione quest’ultima che ci orienta
su un carrello per lo più costituito da generi alimentari spesso inutili e che
comunque apportano più calorie al nostro organismo. Ma è curioso osservare anche come un recente lavoro scientifico
svedese additi l’insonnia come una causa importante del sovrappeso, addirittura
dell’obesità, in quanto capace di orientare le nostre scelte al supermercato in
negativo. Vediamo perché.
Secondo la
scoperta dell’Università di Uppsala, in Svezia, le nostre scelte fra i banchi
dei supermercati sarebbero dettati dalla nostra insonnia. A questo si è giunti
sottoponendo un gruppo di volontari a cui era stato impedito di dormire la
notte precedente all’esperimento e ai quali erano stati assegnati 50 euro da
spendere al supermercato. Gli stessi hanno ripetuto l’esperimento dopo aver
trascorso una notte tranquilla e sulla base delle loro spese effettuate in due
momenti diversi si è potuto constatare come nella prima fase dell’esperimento,
seguita, appunto dalla notte insonne dei partecipanti, gli stessi hanno
riempito il carrello di cibo ipercalorico in una misura risultata superiore al
9% ed un peso complessivo degli articoli acquistati pari al 18% rispetto alla
seconda parte dell’esperimento quando i volontari avevano potuto dormire
tranquillamente la notte precedente.
Secondo Stefania
Setti, Medico
Nutrizionista responsabile dell’Ambulatorio
di Nutrizione Clinica e Dietologia di Humanitas Gavazzeni, la
risposta scientifica afferente alla ricerca si basa su un presupposto
fondamentale, ovvero, “la perdita di ore
di sonno altera il rapporto di due ormoni che regolano il meccanismo
fame-sazietà: grelina
e leptina. In particolare,
la fame viene stimolata da un aumento dei livelli di grelina, secreta dallo
stomaco prima dei pasti, e da una riduzione dei livelli di leptina.
Studi
clinici dimostrano che in chi dorme poco i valori di grelina si abbassano di
circa il 30%, ma l’effetto come si potrebbe pensare, non è un aumento della
sazietà bensì esattamente l’opposto: durante la giornata infatti si verifica un
aumento della fame, che si trasforma nel desiderio
inconscio di acquitare più cibi, o comunque alimenti che diano, almeno
all’apparenza, “maggiori soddisfazioni”…
«Sì, fare la
spesa essendo affamati facilita ovviamente l’acquisto di cibi a densità
calorica più alta, ovvero generalmente più ricchi di grassi e di zuccheri
semplici. Non sorprendono, dunque, i risultati dell’università svedese».
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