giovedì 28 febbraio 2019

Deficit neurologici gravi in bambini nati da mamme vegane o vegetariane


Ognuno di noi è ibero di regolare la propria vita come meglio ritiene, per cui va benissimo che il vegetariano non mangi la carne e il vegano oltre alla carne non si nutra, se lo ritiene, di prodotti di derivazione animale. Il problema cambia completamente quando il proprio modo di fare e di vedere le cose arreca danni ad altri e quando questi altri sono i propri figli che si portano in grembo la cosa si fa molto, ma molto più seria. Ci risulta infatti che i casi di deficit di vitamina B12 in gravidanza in soli due anni si siano triplicati con la conseguenza di mettere al mondo bambini che potrebbero presentare danni neurologici permanenti e molto gravi.



Se l’allarme dei medici degli Ospedali Bambin Gesù di Roma e Meyer di Firenze, è confermato e non potrà che essere così, ci sarebbe da prendere una posizione molto rigorosa nei confronti di queste mamme

vegetariane e vegane che decidono per se stesse ma anche in maniera irresponsabili per i propri figli, al punto da ritenere la loro decisione non un orientamento etico, ma puro fanatismo a danni degli altri. I medici denunciano che in quegli ospedali dove si è svolto lo studio, si è passati da 42 casi di deficit di vitamina B12 del 2015 a 126 del 2016, non sono disponibili dati per gli anni a seguire. Non è il numero di casi che preoccupa, visto che facendo il bilancio delle nascite nei due ospedali i casi non sono ancora alti, semmai a creare preoccupazione è l’aumento tanto repentino di casi da un anno all’altro. Secondo i dati della Simmesn (Società Italiana per lo studio delle Malattie Metaboliche Ereditarie e lo Screening Neonatale) tale aumento è qualcosa di veramente inquietante, se solo si pensa che la vitamina B12, o cobalamina contenuta negli alimenti di origine animale, ha un importante ruolo nello sviluppo del sistema nervoso centrale e il suo fabbisogno aumenta in gravidanza. Se la madre non ne assume abbastanza, o peggio non ne assume affatto, può creare al neonato danni neurologici già in utero, che proseguono e peggiorano nei mesi successivi, con l'allattamento", spiega Carlo Dionisi Vici, responsabile dell'Unità Operativa Complessa di Patologia Metabolica del Bambino Gesù.


"Il deficit materno di vitamina B12 oggi colpisce circa 1 neonato su 4.000, conta quindi più di 100 casi l'anno in Italia, che non sono affatto pochi - aggiunge -. Questa condizione si riscontra nei figli degli immigrati provenienti da Paesi come Pakistan, Bangladesh o India, che per tradizione hanno una dieta prevalentemente vegetariana. Quello che sempre più frequentemente stiamo osservando è la scelta di molte donne italiane di seguire la dieta vegana anche in gravidanza, senza mettere in conto i pericoli che fanno correre ai loro bambini". Sull'argomento interviene anche Giancarlo la Marca, presidente Simmesn e direttore del Laboratorio Screening Neonatale Allargato dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer di Firenze: "Mezzi di comunicazione e istituzionali dovrebbero segnalare subito e con forza la pericolosità di una dieta vegetariana o vegana in gravidanza. Le madri carenti di questa vitamina devono assumere integratori durante la gravidanza e l'allattamento, perché i figli sono gravemente a rischio di malattia".

Uno screening alla nascita effettuato sul bambino potrebbe palesare immediatamente se c’è un deficit di questa vitamina, ma tale esame non è obbligatorio per legge. Vista la gravità della malattia che si determina quando si assume poca vitamina B12 o, addirittura niente, occorrerebbe far capire alle donne in gravidanza che la loro dieta ha a che fare col bambino che portano in grembo ed è responsabilità della madre scegliere se condannare il proprio figlio ad una vita penosa ed invalidante, o consentirgli una vita normale.

Nessun commento:

Posta un commento

Ti preghiamo di inserire sempre almeno il tuo nome di battesimo in ogni commento