Di norma un ascesso dentario si presenta non solo con il dolore vivo, forte, lancinante nella zona del dente cariato,
ma si accompagna a manifestazioni tipiche
dell’infezione in atto, quale, tumefazione, gonfiore, febbre e malessere generale.
Tale gonfiore è determinato dal pus, una raccolta di cellule del nostro sistema immunitario, atto a fagocitare batteri e
altri agenti patogeni che si vanno ad accumulare nella cavità vicina all'infezione, che nei fatti cagiona il gonfiore
tipico dell’ascesso dentario.
La sintomatologia dell'ascesso dentario
Il dolore
è il primum movens di un ascesso
dentario, talora tuttavia tende anche ad attenuarsi nonostante la grande raccolta di pus. Proprio il dolore rende impossibile la masticazione e il paziente finisce con il non alimentarsi finchè non si esaurisce il processo infettivo.
Proprio
il gonfiore è da attenzionare con cura, poiché, quando la quantità di
pus aumenta a dismisura e la cavità non è più in grado di contenerlo, è possibile che si formi una sorta di canale artificiale definito fistola
che veicola il pus fuori dalla cavità, nel tentativo dell’organismo di
drenare il contenuto dalla zona di accumulo.
In alcuni casi la fistola può indirizzarsi
all’interno della bocca e, dunque, nei tessuti circostanti, gengive, pavimento della bocca e persino, in certi casi, fuori dalla guancia, una volta che si sia scavata un varco nel muscolo. Proprio quest'ultima evidenza dovrebbe non farci mai prendere sottogamba un ascesso dentario, non solo a causa della debilitazione cui va incontro il paziente, ma anche perchè, parliamo di una porta aperta verso altre infezioni che possono sovrapporsi ed in soggetti defedati ciò può comportare un sicuro rischio di successive malattie che il paziente potrebbe non essere più in grado di contrastare. Da ricordare che organi esposti all'infezione potrebbero essere i reni, soggetti a pericolose nefriti ed il cuore, da dove è possibile che si inneschino temibili endocarditi e ancora altri danni si possono avere a livello osteoarticolare, con la possibilità che si vada incontro ad artriti, poliartriti e, nel caso che l’infezione riguardasse l’occhio, danni si potrebbero avere a carico della retina e della congiuntiva. La possibilità di andare incontro a setticemie con esito infausto è rara, ma mai da sottovalutare.
Come si cura un ascesso dentario
Evitiamo nel modo più assoluto il "Fai da te", per la semplice ragione che un'infezione anche ai denti rappresenta un rischio serio per tutto l'organismo. Ne deriva che un ascesso dentario deve essere curato alla stregua di qualsiasi altra infezione e, dunque, con il trattamento mediante antibiotici la cui scelta, ovviamente spetta al medico, meglio ancora all'odontoiatra, senza dimenticare e questo rende ancora più necessario il ricorso al medico, che gli antibiotici, al pari di qualsiasi altri farmaci, presentano rischi rappresentati da allergie e intolleranze che dovranno essere valutati caso per caso. Il dolore e l'infiammazione dovranno essere controllati da farmaci quali gli antinfiammatori non steroidei, (fans) e/o altre sostanze definite antiedemigene che riducono l’edema sviluppatosi. In certi casi, a giudizio del medico, il ricorso al cortisone può essere necessario, proprio per ridurre l'edema.
Successivamente,
il medico dentista o l’odontoiatra, potranno valutare col paziente
l’eventualità di agire, in sito, eliminando il problema, ovvero
correggendo un’eventuale patologia o difetto della dentizione od in
certi casi, provvedendo a svuotare chirurgicamente la sacca di pus riportando la condizione nella normalità.
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