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Il Lupus eritematoso o Les, una temibile
malattia autoimmune che si presenta con caratteristiche lesioni alla pelle, ma
che prosegue la sua azione nefasta a livello osteoarticolare, con
interessamento anche sistemico a carico di apparati e organi quali reni e
apparato cardiovascolare, potrebbe avere un’importante quanto inedita origine genetica
che spiegherebbe la ragione per cui nelle donne la malattia si presenta dieci
volte più che negli uomini. Lo hanno sostenuto ricercatori del
Southwestern Medical Center (Texas, in Usa) che hanno pubblicato gli esiti del
lavoro scientifico sulla rivista Proceedings of the National Academy of
Sciences e che avrebbero basato i loro riscontri sull’isolamento di un gene, denominato
IRAK 1, che sarebbe associato al cromosoma X.
Il lavoro scientifico americano, fino
adesso effettuato sui topi, avrebbe ben palesato che è possibile intervenire al
meglio sulla malattia, assistendo anche ad una significativa remissione dei
sintomi, laddove si agisca sul menzionato gene, ciò in quanto si assisterebbe
al contempo ad una diminuzione degli anticorpi autominnumi responsabili
dell’aggressione da parte dell’organismo nei confronti di se stesso.
Tale lavoro scientifico, come spesso
accaduto con altri studi relativamente ad altre patologie, sposta l’attenzione
rispetto ad un’errata interpretazione che nello specifico si dava fino a
qualche tempo fa al Lupus eritematoso, costatata la maggior prevalenza della
malattia nel sesso femminile rispetto a quello maschile. Un tempo si credeva
infatti che la donna si ammalasse più dell’uomo e abbiamo visto in che
proporzioni, a causa dell’azione combinata degli ormoni femminili. Oggi, come
bene evidenziato, l’origine genetica parrebbe offrire la risposta più
accreditata riguardo l’eziologia della grave patologia. Gliu studi sono ancora
in corso.
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