Il lavoro scientifico americano, fino adesso effettuato sui topi, avrebbe ben palesato che è possibile intervenire al meglio sulla malattia, assistendo anche ad una significativa remissione dei sintomi, laddove si agisca sul menzionato gene, ciò in quanto si assisterebbe al contempo ad una diminuzione degli anticorpi autominnumi responsabili dell’aggressione da parte dell’organismo nei confronti di se stesso.
Tale lavoro scientifico, come spesso accaduto con altri studi relativamente ad altre patologie, sposta l’attenzione rispetto ad un’errata interpretazione che nello specifico si dava fino a qualche tempo fa al Lupus eritematoso, costatata la maggior prevalenza della malattia nel sesso femminile rispetto a quello maschile. Un tempo si credeva infatti che la donna si ammalasse più dell’uomo e abbiamo visto in che proporzioni, a causa dell’azione combinata degli ormoni femminili. Oggi, come bene evidenziato, l’origine genetica parrebbe offrire la risposta più accreditata riguardo l’eziologia della grave patologia. Gliu studi sono ancora in corso.

Commenti
Posta un commento
Ti preghiamo di inserire sempre almeno il tuo nome di battesimo in ogni commento