Fino a poco tempo fa si riteneva che
la sclerosi multipla fosse una malattia soltanto invalidante capace di
riverberare i suoi aspetti peggiori soltanto dal punto di vista fisico e
motorio. Ebbene, alla luce di recenti studi, in particolar modo quelli condotti
da Maria Pia Amato del Dipartimento di Scienze Neurologiche e
Psichiatriche dell'Università di Firenze, affiancata da Giancarlo Comi
dell'Istituto Sperimentale di Neurologia Vita Salute San Raffaele,
dell'Università di Milano, si è ben visto come tale malattia abbia riverberi
anche a livello cognitivo e tale evidenza si manifesta in una percentuale
elevatissima di casi, dal 43 fino al 70% e addirittura in età scolare un terzo
dei pazienti ne risentirebbe.
"E' erroneo, e soprattutto riduttivo, ritenere che la sclerosi multipla sia una patologia invalidante solo dal punto di vista fisico e motorio - ha dichiarato la Professoressa Amato - nella realtà clinica, i disturbi cognitivi sono invece comuni e possono essere fortemente invalidanti". "E' sorprendente - ha aggiunto il Professor Comi - quanta poca attenzione sia stata prestata, fino ad ora, a questo insieme di sintomi ed agli effetti dei farmaci impiegati per il trattamento della sclerosi multipla su di essi. Soprattutto ora, che disponiamo di farmaci molto più potenti - ha concluso il Professor Comi - diventa sempre più importante valutarne l'impatto ed individuare il trattamento più idoneo per il caso specifico"."Molto spesso - ha dichiarato la Professoressa Amato - i pazienti colpiti dai disturbi cognitivi tipici della sclerosi multipla sono costretti ad assentarsi dal lavoro; ciò a causa delle difficoltà che insorgono nel portare a termine le proprie mansioni, soprattutto quando presenti alterazioni della memoria, le più frequenti, i disturbi dell'attenzione o della concentrazione.
Fonte: Serono Symposia
International Foundation
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