domenica 24 febbraio 2019

Attacchi di emicrania: in arrivo nuovo e rivoluzionario farmaco


Gli attacchi di emicrania riguardano un numero spaventoso di persone, ovvero secondo le ultime rilevazioni, nel mondo a soffrirne sono circa un miliardo di persone, gli abitanti di un intero Continente, in Italia oltre 5 milioni di persone e, se non fosse che di attacchi di emicrania non si muore, si penserebbe agli effetti di una gigantesca pandemia che per numero di pazienti supera gli ammalati di diabete, asma ed epilessia. La ricerca medica contro questa patologia sembra essersi quasi fermata, si pensi che l’ultimo farmaco con il quale fronteggiare gli attacchi di emicrania risale al lontano 1989.

Quindi son trascorsi trent’anni dall’ultima classe di farmaci in grado di fronteggiare le crisi di emicrania e oltretutto, l’avvento dei triptani, degli antiepilettici, del valproato e del topimarato contro questa vera e propria afflizione dolorosissima per chi vi soffre, non si può dire che abbiano migliorato di molto la qualità della vita di questi pazienti, se solo pensiamo che i risultati sono individuali e, indipendentemente da quelli che sono i benefici per il paziente, non sempre al massimo dell’efficacia, resta il capitolo effetti collaterali non proprio di poco conto.

Ma una buona notizia pare giungere dalla Food and Administration che annuncia l’arrivo di un nuovo farmaco rivoluzionario contro gli attacchi di emicrania con o senza aura. Parliamo di anticorpi monoclonali che inibiranno il recettore del peptide del gene della calcitonina i cui livelli aumentano durante gli attacchi di emicrania. I triptani che agiscono modulando questi livelli per questa ragione hanno effetti positivi sugli attacchi di emicrania. Ma la rivoluzione deriverebbe da questi nuovi anticorpi, a cominciare da erenumab, in grado con una semplice iniezione somministrata una volta al mese di ridurre di oltre il 60% gli attacchi di emicrania, il tutto, a giudizio dei ricercatori, al riparo da effetti collaterali. Diverse le Case farmaceutiche impegnate nello studio e nella prossima immissione dei farmaci pr l’utilizzo comune, con altri anticorpi monoclonali più o meno simili pronti ad invadere il mercato contro questa vera e propria iattura per chi ne soffre. Una cura completa fatta di dodici iniezioni l’anno ha costi ancora un po’ elevati, circa 8.000 euro l’anno, che dovrebbero tuttavia riversarsi sul S.S.N., costi destinati a scendere sensibilmente quando il farmaco dovesse essere utilizzato su larga scala.

Fonte: Pharmakronos

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