Otite: Tra Terapie Eccessive e Scelte Sbagliate?

 


I genitori ne sanno qualcosa, ma anche noi stessi ricordiamo quel bruttissimo mal d’orecchi che non voleva passare. Al massimo, ci strofinavamo con la mano per cercare istintivamente di placare il dolore. E ricordiamo gli occhi persi dei nostri genitori, alla ricerca delle ultime gocce prescritte dal pediatra in fondo a un cassetto, che ovviamente non si trovavano mai. Eravamo preda di un’otite media acuta (OMA), e così abbiamo imparato a chiamarla.

Noi non lo sapevamo ancora, ma quell'infiammazione dell’orecchio che ci faceva urlare dal dolore è frequentissima nel nostro Paese: riguarda 22 episodi su ogni 100 abitanti all’anno. Su tre bambini sotto i tre anni, almeno uno ha avuto un attacco. Inutile dire che quando un episodio riguarda i bambini, i genitori vanno nel panico e si aggrapperebbero a qualsiasi farmaco pur di far tornare la normalità. E per l'otite è andata proprio così.

Qual è il farmaco che ha sempre funzionato meglio con l’otite? L’antibiotico. Non vogliamo demonizzare un farmaco che ha salvato miliardi di vite, ma anche stavolta, con l'81% delle otiti che si curano con questo farmaco, è stato abusato. A volte, dalla pediatria alla medicina generale, l’antibiotico fa sempre la parte del leone, come se fosse l’unico farmaco che l'umanità ha scoperto. Ma è possibile che sia sempre tanto necessario e insostituibile?

Come si riconosce l’otite, al di là del pianto?

Cominciamo col dire che l’otite è un’infiammazione dovuta a una moltitudine di cause, che ha come prima risposta un dolore intenso e continuo, a volte persino martellante, via via che l’infiammazione si aggrava. Se a questo si aggiunge una possibile infezione con formazione di pus al suo interno, il dolore diventa anche pulsante e più forte, e può esserci anche la febbre.

Il bambino molto piccolo reagisce piangendo a dirotto, e noi dobbiamo interpretare il suo pianto perché non solo non può dirci che ha mal d’orecchi, ma non ha la capacità di indicarci la sede del dolore. Spesso, soprattutto nelle fasi iniziali o nelle forme più lievi, i sintomi sono generici e possono confondersi con un semplice mal di testa o un po' di febbre. Certo, se si tira o strattona l'orecchio, il segnale è abbastanza chiaro, ma possono esserci anche irritabilità, sonno disturbato o scarso appetito.

Il medico basa la diagnosi sulla sua esperienza, a volte aiutato, ma solo nei casi più impegnativi, dall’osservazione del timpano. Se è gonfio o c'è una fuoriuscita di liquido, è otite. Ma il punto cruciale è un altro: non è detto che a ogni otite corrisponda un'infezione batterica che richieda l'antibiotico. A volte, la causa è un virus, e in quei casi, l'antibiotico potrebbe servire a poco, anche se su questo non si può pensare di escluderlo tout court. Più giusto dire che se dato senza criterio, partecipa a rafforzare la resistenza dei batteri.

Gli antibiotici: una scelta inevitabile?

Le linee guida dicono di valutare caso per caso, tenendo conto dell'età e della gravità dei sintomi. Per i bambini sotto i 2 anni, l'uso dell'antibiotico è quasi sempre raccomandato, ma per i più grandi la situazione cambia. Eppure, come abbiamo visto, l'uso è ancora massiccio.

Questo solleva un problema enorme: l'abuso di antibiotici contribuisce al fenomeno della farmacoresistenza, ovvero batteri che diventano sempre più forti e difficili da combattere. È un po' come se la Tachipirina, usata per ogni cosa, finisse per non fare più effetto. Ma qui la posta in gioco è molto più alta, perché stiamo parlando di farmaci salvavita.

E quindi, cosa si fa?

L'obiettivo non è demonizzare gli antibiotici, ma usarli con giudizio. Come abbiamo imparato con il nostro amico Gastone, la salute non ha una soluzione unica e definitiva. La chiave è la conoscenza e la pazienza.

  • Parla con il tuo medico: Chiedi se l'otite è di origine virale o batterica.

  • Non avere fretta: Spesso i sintomi iniziali possono essere gestiti con antidolorifici, come il paracetamolo, senza ricorrere subito all'antibiotico.

  • Osserva il tuo bambino: Il tuo giudizio da genitore è prezioso. I sintomi non sempre giustificano un trattamento aggressivo.

In un mondo dove si preferisce curare piuttosto che prevenire, dobbiamo essere noi i primi a informarci e a mettere in discussione le prassi consolidate. È il primo passo per un benessere duraturo, per noi e per le generazioni future. Cosa ne pensi di questa lotta contro l'abuso di farmaci?

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