Una frase che espresse in punto di morte il celebre Bertoldo, nella raccolta di racconti popolari di fine Seicento, “Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno”, stigmatizza del tutto il pensiero che andremo ad esprimere, ovviamente utilizzata la frase come metafora. “Datemi un bel piatto di fagioli e guarirò subito”! Ovviamente Bertoldo non guarì e morì lo stesso, ma fin d’allora ai legumi, quindi anche ai fagioli, veniva annessa un’importanza particolare per la nostra salute, a partire dai nutrienti in essi contenuti.
In questo articolo vogliamo soffermarci su un solo aspetto che fa dei legumi una fonte inesauribile di risorse per il nostro benessere: la potenziale riduzione del rischio di malattie epatiche e, di conseguenza, il ruolo che possono giocare nella prevenzione primaria. Parliamo di quella prevenzione vera, non intesa come diagnostica ossessiva e popolare di questi tempi che spinge al "controllo" senza agire sulle cause, ma come un cambiamento concreto e sostenibile nello stile di vita, capace di allontanare l’inizio di quelle patologie che hanno il loro nucleo nel tanto bistrattato fegato.
Il Fegato Grasso: Non Solo Affare Da Alcolisti
Cominciamo col mettere i puntini sulle "i" riguardo alla patologia più diffusa, spesso sottovalutata: la Steatosi Epatica Non Alcolica (NAFLD - Non-Alcoholic Fatty Liver Disease), che può evolvere in Steatoepatite Non Alcolica (NASH - Non-Alcoholic Steatohepatitis).
La steatosi epatica, comunemente vista come “fegato grasso”, che all’esame ecografico fa apparire l’organo di un colore chiaro brillantato, non è più di pertinenza esclusiva degli alcolisti o dei forti bevitori, per i quali è certamente una costante ritrovarla. Oggi, la NAFLD è la più comune malattia cronica del fegato a livello globale e la sua prevalenza è in costante aumento, parallelamente alle epidemie di obesità e diabete di tipo 2. È una conseguenza diretta della Dieta Occidentale, ricca di zuccheri raffinati, grassi saturi e, lo vedremo, un eccessivo consumo di carni.
È in questo contesto che si inserisce l'interesse della ricerca scientifica. Come può un semplice cambiamento nella dieta, e in particolare l'aumento dei legumi, influire su un organo così vitale?
Lo Studio: Legumi Contro La Malattia Epatica
La ricerca di cui parliamo ha affrontato l'argomento in modo diretto e pragmatico, valutando cosa succede quando si decide di sostituire una quota di alimenti di origine animale con i legumi.
I ricercatori hanno ipotizzato che la sostituzione del consumo di carne rossa e lavorata, pollame (anche se in questo caso parliamo di carne bianca) e persino pesce, in ragione di 80 grammi a settimana, con legumi vari (fagioli, lenticchie e via di seguito), potesse portare a un minor rischio di sviluppare epatopatia, in particolare NAFLD e NASH. Dopo un periodo di osservazione dei pazienti che avevano praticato queste indicazioni, si è assistito, non per incanto, ma grazie a un meccanismo biochimico-nutrizionale, a un minor rischio.
Questo non è un invito semplicistico a sposare un'ideologia alimentare da un giorno all'altro – un’estremizzazione che spesso non fa bene né alla salute né al dibattito – ma è un dato che ci impone di riflettere sul peso specifico che i legumi devono avere nella nostra dieta.
Come Si È Svolto Lo Studio: Metodologia
NOTA PER IL LETTORE: QUESTA SEZIONE RIPORTA LA METODOLOGIA ESATTA DELLO STUDIO SCIENTIFICO.
Un'analisi prospettica di coorte ha studiato l'associazione tra la sostituzione di carne rossa/lavorata e pollame o pesce con legumi sul rischio di NAFLD o NASH alla luce di eventuali fattori confondenti.
Sono stati inclusi soggetti registrati dalla UK Biobank che hanno completato più di due valutazioni della dieta quotidiana e che disponevano di informazioni complete sulle covariate; tutti i partecipanti hanno inoltre completato da due a cinque valutazioni della frequenza alimentare di 24 ore basate su Internet Oxford WebQ tra febbraio 2011 e giugno 2012.
I casi incidenti di NAFLD e NASH sono stati valutati attraverso i registri dei servizi sanitari nazionali.
Sono stati utilizzati modelli di regressione di Cox aggiustati in multivariabile per stimare gli hazard ratio (HR) per NAFLD o NASH in base alla sostituzione dei legumi con la dieta.
Interessante quanto mai lo studio, effettuato su una popolazione di 124.546 persone, di cui, 55.070 uomini e 69.476 donne.
Tradurre La Scienza: Cosa Significano i Dati di Studio
Se la sezione precedente ti è sembrata un po' criptica, è normale: è il linguaggio della statistica applicata. Ma tradurre questo "burocratese scientifico" è essenziale per capire la validità della ricerca.
La dicitura "analisi prospettica di coorte" è la chiave: significa che gli scienziati non hanno ricostruito il passato a memoria (il che introduce molti errori), ma hanno seguito nel tempo (prospetticamente) un gruppo enorme di persone (la coorte di 124.546 soggetti della UK Biobank*) per vedere come la loro dieta influenzava il rischio di sviluppare il fegato grasso. Questo tipo di studio scientifico è considerato uno dei più affidabili per indagare le relazioni tra dieta e malattie croniche.
*Che Cos'è la UK Biobank?
La UK Biobank è un'enorme biobanca e risorsa di ricerca biomedica a lungo termine.
In termini semplici, è un database colossale e in continua crescita che contiene informazioni sanitarie, genetiche e sullo stile di vita di mezzo milione (500.000) di partecipanti residenti nel Regno Unito. Perché è Utile per lo Studio sui Legumi?
Per lo studio che stiamo trattando:
Scala Enorme: Lavorare su 124.546 persone (un sottoinsieme della UK Biobank) conferisce ai risultati una grande potenza statistica.
Riduzione del Confondimento: Avere così tanti dati su fumo, alcol, IMC, e malattie preesistenti permette ai ricercatori di usare i "modelli di regressione di Cox" per isolare in modo molto efficace l'impatto della sola sostituzione della carne con i legumi, rendendo l'associazione più credibile.
In sostanza, la UK Biobank è la fonte di dati che ha fornito i soggetti e le informazioni necessarie per realizzare un'analisi prospettica così rigorosa sulla relazione tra legumi e salute del fegato.
Il campione è stato attinto, appunto, dalla UK Biobank, una delle banche dati sanitarie più estese e dettagliate al mondo. Le loro abitudini alimentari sono state registrate tramite l'Oxford WebQ, un questionario dietetico online che ha permesso di raccogliere dati molto precisi.
Infine, termini come "modelli di regressione di Cox" e "hazard ratio (HR)" non sono tecnicismi sterili, ma la dimostrazione che i ricercatori hanno fatto il loro lavoro "pulendo" i dati. Hanno isolato l'effetto dei legumi da tutti gli altri possibili fattori che confondono il risultato—ad esempio il fumo, l'IMC, l'età o l'assunzione di alcol—per vedere l'impatto reale del cambio alimentare.
Questo garantisce che la modesta riduzione di rischio (di cui parleremo tra poco) sia effettivamente attribuibile alla scelta di sostituire la carne con i legumi, e non ad altri fattori collaterali.
I Numeri Parlano: Conclusioni Dello Studio
Complessivamente, 124.546 persone hanno completato due o più OXFORD WebQ e hanno partecipato allo studio (55.070 uomini e 69.476 donne), contribuendo a 1.291.847 anni-persona di follow-up; 1205 hanno sviluppato NAFLD dopo una mediana di 10,49 anni-persona (range interquartile, 10,42-10,92).
I soggetti che hanno sviluppato NAFLD erano spesso fumatori e avevano un indice di massa corporea (IMC) più elevato rispetto all'intera coorte, mentre l'assunzione mediana di alcol era relativamente più bassa.
La sostituzione di 80 g/settimana di carne rossa/lavorata e di pollame con legumi ha fornito un rischio modestamente inferiore di sviluppare NAFLD (HR, 0,96 [95% CI, 0,94-0,98] e 0,97 [95% CI, 0,95-0,99], rispettivamente), ma non è stata osservata alcuna associazione statisticamente significativa quando i legumi hanno sostituito il consumo di pesce.
L'IMC non sembra influenzare questi risultati.
In Pratica, Cosa Significa?
"Per una malattia come la NAFLD che attualmente non ha una cura, è importante identificare la dieta ottimale per prevenire l'insorgenza o il peggioramento", scrivono gli autori. "I nostri risultati indicano una modesta riduzione del 3-4% del tasso di incidenza della NAFLD quando si sostituisce una porzione di carne rossa e lavorata o di pollame con i legumi...[il che è in linea] con le raccomandazioni generali che ne promuovono un maggiore consumo", hanno aggiunto.
Una riduzione del 3-4% può sembrare poco, ma in termini di salute pubblica, e considerando che la NAFLD è in aumento esponenziale, è un dato significativo che si ottiene con un semplice cambio alimentare, senza ricorrere a farmaci o integratori costosi e, spesso, inutili. È la dimostrazione che le piccole, costanti modifiche dello stile di vita sono più efficaci delle soluzioni estreme e passeggere.
I Limiti Che Non Vanno Ignorati
Come ogni studio scientifico serio, anche questo presenta delle limitazioni che vanno esposte con onestà.
Le limitazioni includevano il bias di selezione (il campione della UK Biobank non è perfettamente rappresentativo della popolazione generale), le misure dietetiche non in grado di catturare l'assunzione abituale di cibo (e chi di noi tiene un diario alimentare preciso per anni?), la separazione tra il consumo di legumi e quello di verdure (il che rende difficile isolare l'effetto specifico) e la confondibilità residua.
Trasparenza: Lo studio è stato finanziato dall'Università di Aarhus e dallo Steno Diabetes Center di Aarhus. Gli autori non hanno segnalato alcun conflitto di interesse finanziario rilevante.
Meccanismi d'Azione: Perché I Legumi Funzionano?
Perché sostituire la carne con i legumi porta a un beneficio, anche se modesto? La risposta è complessa e multifattoriale, ma si concentra principalmente su due aree: la composizione dei legumi e ciò che si sta evitando quando si riduce il consumo di carne.
Le Fibre Solubili e Insolubili: I legumi sono campioni indiscussi di fibre. Queste non vengono digerite e fermentano nell'intestino, producendo Acidi Grassi a Catena Corta (SCFA) come il butirrato. Gli SCFA migliorano l'integrità della barriera intestinale e riducono l'infiammazione sistemica e il trasporto di tossine dal fegato (un fenomeno noto come "asse intestino-fegato"). Un intestino sano è un fegato meno stressato.
Miglioramento del Metabolismo Glucidico: Le fibre e l'amido resistente dei legumi riducono l'indice glicemico del pasto, stabilizzando i livelli di zucchero nel sangue. L'insulino-resistenza è il motore principale della NAFLD, quindi qualsiasi alimento che la migliori è un alleato prezioso.
Basso Contenuto di Grassi Saturi e Sodio (se non lavorati): La carne rossa e lavorata è spesso ricca di grassi saturi e, se salume, di sodio. La sostituzione con i legumi riduce l'apporto di questi componenti, che contribuiscono direttamente all'accumulo di grasso nel fegato (steatosi) e allo stress cardiovascolare.
Assenza di Eme e Nitrati: La carne rossa contiene il ferro Eme e le carni lavorate contengono nitrati e nitriti, sostanze che, se consumate in eccesso, sono state associate a stress ossidativo e infiammazione, fattori che aggravano il danno epatico.
Il Ruolo dell'Infiammazione
Ciao, sono la tua Infiammazione! E non sono sempre cattiva...(Ricordate?)
Proprio così. L'infiammazione (quella cronica di basso grado) è il filo conduttore che lega insulino-resistenza, obesità e NAFLD. Il fegato non si ingrassa per magia, ma perché è costantemente bombardato da segnali di stress metabolico.
La riduzione della carne rossa e l'aumento delle fibre dei legumi agiscono come un potente "spegni-fiamma" metabolico. Non è una "cura miracolosa", ma l'applicazione costante e disciplinata di una strategia sensata e basata sui fatti.
Conclusione: Equilibrio E Responsabilità
Questo articolo non è un incentivo per spingere i nostri lettori a sposare stili vegetariani o vegani. Ognuno sceglie la propria alimentazione con la propria testa, in base alle proprie esigenze e principi etici. Né deve intendersi come una demonizzazione di carne e pesce, tutta a favore dei legumi o del solo mondo vegetale.
Lo studio di Fie Langmann e colleghi ci offre un dato solido e misurabile: la sostituzione parziale di carne rossa e pollame con i legumi è una strategia nutrizionale efficace e accessibile per ridurre il rischio di steatosi epatica.
Forse lo studio può servire per meglio comprendere come una dieta varia ed equilibrata, che non escluda nulla in modo fanatico o non estremizzi il consumo di un solo gruppo alimentare, possa essere la vera chiave per il nostro benessere psicofisico. È un invito all'equilibrio, alla responsabilità alimentare e, soprattutto, a dare il giusto peso ai legumi nella nostra dispensa, senza farsi illudere da facili promesse. La scienza è dalla loro parte, e questo, per chi cerca un'informazione asettica e concreta, è l'unico dato che conta.
Fonti
Lo studio è stato condotto da Fie Langmann, Università di Aarhus, Aarhus C, Danimarca, ed è apparso online sul Journal of Human Nutrition and Dietetics.
Langmann F, Ibsen DB, Johnston LW, Perez-Cornago A, Dahm CC. Legumes as a substitute for red and processed meat, poultry or fish, and the risk of non-alcoholic fatty liver disease in a large cohort. J Hum Nutr Diet. 2025;38(1):e70004. doi:10.1111/jhn.70004
Crediti dell'immagine principale: EyeEm/Getty Images
© 2025 WebMD, LLC Citazione: Liz Scherer. Il consumo di legumi riduce il rischio di malattie del fegato - Univadis - 13/01/2025.
V I S I T E :

Commenti
Posta un commento
Ti preghiamo di inserire sempre almeno il tuo nome di battesimo in ogni commento