Baby food ma per adulti. Non è un controsenso, perché
spesso viene spacciato come "cibo per l'infanzia" quello che invece è
destinato agli adulti, con pochi ritocchi soprattutto di marketing e il rischio
che gli alimenti destinati ai più piccoli contengano pesticidi, metalli
pesanti, micotossine di cui invece dovrebbero essere privi. L'allarme è stato
lanciato dalla Federazione dei Medici Pediatri (Fimp). I pediatri hanno messo in moto un sistema di monitoraggio e di analisi su
tutta una serie di prodotti per adulti che vengono mascherati da baby food,
come biscotti e merende, succhi di frutta e pasta.
"L'Italia regola con una normativa più stringente e puntuale
l'alimentazione per l'infanzia. La legge tollera la presenza di
ridotte quantità di micotossine, metalli pesanti e pesticidi - spiegano i
pediatri - Ma distingue tra adulti e 'children' (da 0 a 3 anni). Imponendo per
questi ultimi limiti molto più ristrettivi vicini allo zero analitico. Con un
ulteriore distinguo: solo i prodotti specificamente dedicati a questa fascia
(baby food), e soggetti a notifica ministeriale, devono rispettare i limiti per
i children". Nel caso del deossinivalenolo, ad esempio, "è ammessa
una dose fino a 750 parti per miliardo (microgrammi/chilo) per l'adulto, mentre
per i 'children' il tetto scende a 200 ppb".
L'allerta sul fenomeno
era stato lanciato già a maggio dal settimanale Il Salvagente, che
aveva analizzato una serie di campioni di pasta e pastina per bambini. E
suscita la preoccupazione del Moige - Movimento genitori, che ha chiesto oggi
un intervento del Ministero della Salute. "La presenza denunciata dai
medici pediatri della Fimp di micotossine oltre la soglia stabilita per legge
nei prodotti presentati e venduti come baby food ci preoccupa moltissimo",
ha detto il presidente Moige Maria Rita Munizzi.
"Riteniamo che i prodotti alimentari destinati all'infanzia
debbano essere rigorosamente conformi ai dettami normativi. La legislazione
italiana in materia è, d'altra parte, all'avanguardia in Europa, assicurando
elevati standard qualitativi. La salute dei bambini viene prima di tutto e non
può essere secondaria a logiche di mercato. Aspettiamo con grande interesse i
risultati del sistema di monitoraggio messo in atto dalla Fimp - conclude
Munizzi - ma allo stesso tempo chiediamo un intervento urgente del Ministero
della Salute, affinché sia fatta chiarezza nella distinzione tra i cibi per
l'infanzia (per bambini 0-3) e quelli per adulti promossi come baby food. Non
vogliamo che i nostri figli corrano dei rischi, per questo è importante che anche
le famiglie, talvolta poco informate, siano messe al corrente dei limiti
previsti".
Ufficio Stampa Help Consumatori
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