La malattia di Graves o, per chi la ricorda come Morbo di Basedow, è una patologia autoimmune che, in molti casi, non colpisce solo la tiroide. Circa la metà delle persone che ne soffrono sviluppa una complicazione oftalmica chiamata orbitopatia di Graves, caratterizzata da infiammazione e gonfiore dei tessuti dietro l'occhio. La manifestazione più evidente di questa condizione è l'esoftalmo, cioè la protrusione del bulbo oculare.
Le problematiche sono legate principalmente al fatto che l'occhio, sporgendo, è meno protetto e i muscoli che lo muovono sono infiammati e gonfi.
Ecco le principali problematiche che i pazienti possono riscontrare:
Secchezza e irritazione oculare: A causa della protrusione, le palpebre potrebbero non chiudersi completamente, soprattutto durante il sonno. Questo espone la superficie dell'occhio all'aria, causando secchezza, irritazione, sensazione di sabbia negli occhi e arrossamento.
Lacrimazione eccessiva: Nonostante la secchezza, il corpo può reagire producendo più lacrime per compensare, portando a una lacrimazione costante e fastidiosa.
Dolore e pressione: Il gonfiore e l'infiammazione dei muscoli e dei tessuti dietro l'occhio possono causare una sensazione di pressione o un vero e proprio dolore, spesso descritto come sordo o pulsante, specialmente con il movimento degli occhi.
Sensibilità alla luce (fotofobia): L'irritazione e l'infiammazione possono rendere l'occhio più sensibile alla luce, causando disagio in ambienti luminosi.
Visione doppia (diplopia): L'infiammazione e il gonfiore possono colpire i muscoli che controllano il movimento degli occhi, compromettendo la loro sincronia e portando a vedere doppio, un disturbo che può rendere difficile guidare, leggere o svolgere altre attività quotidiane.
Compromissione della vista: Nei casi più gravi, l'esoftalmo può comprimere il nervo ottico. Questa condizione, chiamata neuropatia ottica, è una complicanza seria e può portare a una perdita parziale o totale della vista se non trattata tempestivamente.
È importante sottolineare che la gravità di questi sintomi varia molto da persona a persona. Le problematiche descritte possono manifestarsi singolarmente o in combinazione, e richiedono una gestione attenta da parte del medico curante e dell'oculista.
Premesso ciò, per decenni, i trattamenti per le forme lievi di questa condizione sono stati limitati, ma un importante studio del 2011 ha aperto una nuova strada, suggerendo che il selenio potesse offrire un significativo sollievo. Ma cosa dice la scienza oggi?
Lo studio del 2011: un punto di svolta
Un comunicato del 2011, basato su una ricerca pubblicata sul New England Journal of Medicine, ha suscitato grande interesse. Lo studio dimostrò che i pazienti con orbitopatia di Graves lieve, trattati con un supplemento di selenio, mostravano un notevole miglioramento dei sintomi oculari e una migliore qualità della vita rispetto a chi assumeva un placebo. Il selenio, un potente antiossidante, sembrava contrastare l'infiammazione che è alla base della malattia.
Nonostante il successo di questo studio, gli stessi autori ne evidenziavano una limitazione importante: la maggior parte dei pazienti proveniva da aree dove i livelli di selenio sono naturalmente bassi, suggerendo che il beneficio potesse essere legato alla correzione di una carenza preesistente.
Dal 2011 a oggi: cosa è cambiato
La ricerca successiva ha consolidato e al tempo stesso moderato le conclusioni iniziali. L'idea che il selenio sia una cura universale per l'orbitopatia di Graves è stata ridimensionata, ma il suo ruolo in determinate circostanze è stato confermato.
Ecco i punti chiave degli studi più recenti:
Efficacia selettiva: Il selenio è considerato un'opzione valida principalmente per le forme lievi di orbitopatia di Graves. Per i casi moderati o gravi, i trattamenti standard (come i corticosteroidi) rimangono la scelta preferita.
L'importanza della carenza: Il beneficio del selenio sembra essere più marcato nei pazienti che hanno una carenza marginale di questo minerale. Questo rende la misurazione dei livelli di selenio nel sangue un passo fondamentale prima di iniziare una supplementazione. Assumere selenio senza una carenza potrebbe non portare benefici e, in dosi eccessive, potrebbe persino essere dannoso.
Gestione dell'infiammazione: La ricerca ha confermato che l'azione antiossidante del selenio aiuta a gestire l'infiammazione, un fattore chiave non solo nella malattia tiroidea ma anche nel peggioramento dei sintomi oculari.
Il Selenio: dove si trova e come viene integrato
Il selenio è un oligoelemento essenziale che si trova naturalmente in molti alimenti. I cibi più ricchi di selenio includono noci del Brasile, pesce (tonno, salmone), carne, uova e cereali integrali.
Nel contesto della terapia per l'orbitopatia di Graves, il selenio viene somministrato solitamente sotto forma di integratore alimentare, che può contenere una dose concentrata e standardizzata del minerale.
In conclusione: un approccio su misura
Il selenio non è una bacchetta magica contro l'esoftalmo e le altre manifestazioni dell'orbitopatia di Graves. Non è una soluzione adatta a tutti, né sostituisce i trattamenti medici consolidati per le forme più severe.
Tuttavia, rappresenta un'opzione promettente e sicura per i pazienti con sintomi lievi e una documentata carenza di questo minerale.
IMPORTANTE DISCLAIMER: L'importanza del parere medico
Anche se il selenio è considerato un integratore e non un farmaco, il suo utilizzo per l'orbitopatia di Graves ha un preciso scopo terapeutico. Per questo motivo, è assolutamente indispensabile non intraprendere l'assunzione di selenio in autonomia. Solo un medico o uno specialista (come un endocrinologo) può:
Valutare la necessità di un'integrazione, misurando i livelli di selenio nel sangue.
Stabilire la dose e la durata corrette del trattamento.
Monitorare eventuali effetti collaterali e interazioni con altre terapie in corso.
Ricorda: la gestione della tua salute è un percorso complesso e continuo. Ogni strategia, anche se basata su integratori, deve essere un passo ponderato e concordato con il tuo specialista.

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