Endometriosi e Rischio Cardiovascolare: Molto Più di un Problema Pelvico

 


Se chiedi a una donna che soffre di endometriosi chi è il suo specialista di riferimento, la risposta sarà quasi sempre: il ginecologo. Ed è comprensibile: questa condizione patologica,di cui abbiamo già parlato, è stata a lungo considerata esclusivamente una malattia ginecologica, confinata alla sfera pelvica e riproduttiva. Ma cosa succede se, alla luce delle più recenti evidenze scientifiche, ti dicessi che anche il cardiologo dovrebbe entrare a far parte del team che si prende cura di queste pazienti?

Perché? Perché oggi sappiamo che l’endometriosi non è solo una questione di utero o ovaie. È una malattia sistemica, infiammatoria, cronica, che coinvolge gran parte dell’organismo — e che ha conseguenze importanti, talvolta silenziose, anche sul sistema cardiovascolare.

A mettere in luce questa realtà — per certi versi rivoluzionaria — è stato uno studio danese enorme e pionieristico, che ha acceso un fascio di luce potente su un aspetto finora sottovalutato: le donne con endometriosi hanno un rischio significativamente più elevato di sviluppare patologie cardiovascolari gravi, come infarto, ictus e aritmie.

Cos’è davvero l’endometriosi? Una malattia sistemica, non solo ginecologica

Questo articolo non vuole spaventare. Sappiamo bene che l’endometriosi colpisce tra il 2% e il 10% delle donne in età fertile, e fino al 50% di quelle che affrontano problemi di infertilità. Numeri importanti, che richiedono attenzione, non allarme.

L’obiettivo qui è diverso: partendo dallo studio che più di ogni altro ha delineato il legame tra endometriosi e malattie cardiovascolari, vogliamo portare l’attenzione su un aspetto fino a oggi trascurato, se non del tutto ignorato: l’endometriosi non è una malattia localizzata. È una condizione che può coinvolgere organi e sistemi apparentemente lontani dalla pelvi — primo fra tutti, il cuore.

Ricordiamo brevemente cos’è l’endometriosi: si tratta di una condizione in cui un tessuto simile all’endometrio (la mucosa che riveste internamente l’utero) cresce al di fuori della cavità uterina. Queste lesioni, generalmente localizzate nella pelvi, rispondono agli stimoli ormonali del ciclo mestruale, causando sanguinamenti interni, dolore cronico e — soprattutto — un’infiammazione persistente.

L’orientamento scientifico attuale ha superato da tempo la vecchia teoria della “mestruazione retrograda” come unica causa. Oggi la vediamo attraverso una lente molto più ampia e complessa, che include:

  • Infiammazione cronica di basso grado: il corpo vive in uno stato di allerta costante, con citochine pro-infiammatorie sempre attive.

  • Stress ossidativo: un eccesso di radicali liberi danneggia le cellule, comprese quelle dei vasi sanguigni.

  • Disfunzione endoteliale: il rivestimento interno delle arterie non funziona correttamente, aprendo la strada all’aterosclerosi.

  • Alterazioni metaboliche: coinvolgimento del fegato e del tessuto adiposo, con conseguente profilo lipidico “pro-aterogeno” — cioè favorevole alla formazione di placche arteriosclerotiche.

In sintesi: l’endometriosi crea un ambiente interno tossico, non solo doloroso, ma che predispone l’intero organismo — e in particolare il sistema cardiovascolare — a un progressivo deterioramento. Un deterioramento che spesso procede in silenzio, perché chi ne soffre impara a conviverci. Ma a un certo punto, è proprio il cuore che “fa rumore”, che si ribella, che diventa uno dei bersagli principali di questa guerra infiammatoria silenziosa.

I primi campanelli d’allarme: endometriosi, ipertensione e colesterolo

Che ci fosse un legame tra endometriosi e apparato cardiovascolare lo si intuiva già da tempo. Ma è uno studio prospettico su 116.000 donne seguite per 20 anni a dimostrarlo in modo inequivocabile. I risultati?

  • Le donne con diagnosi di endometriosi avevano un rischio aumentato del 14% di sviluppare ipertensione nel corso della vita.

  • Viceversa, le donne già ipertese avevano un rischio aumentato del 29% di ricevere una diagnosi di endometriosi.

Questo legame bidirezionale suggerisce che i meccanismi biologici alla base delle due condizioni sono profondamente interconnessi — probabilmente attraverso l’infiammazione cronica e la disfunzione vascolare, caratteristiche comuni a entrambe.

Endometriosi e colesterolo: un profilo lipidico a rischio

La conferma arriva anche dalla celebre Nurses’ Health Study II, che ha evidenziato un’associazione diretta tra endometriosi e ipercolesterolemia — un fattore di rischio cardinale per l’aterosclerosi. Nello specifico:

  • Le donne con endometriosi mostravano un rischio maggiore del 25% di sviluppare ipercolesterolemia.

  • Allo stesso modo, le donne con colesterolo alto avevano un rischio aumentato del 22% di essere diagnosticate con endometriosi.

Questi dati non lasciano dubbi: l’endometriosi altera il metabolismo lipidico, promuovendo un ambiente interno che favorisce la formazione di placche arteriose. Un processo lento, subdolo, ma potenzialmente devastante nel lungo termine.

La prova definitiva: lo studio danese sul rischio cardiovascolare a lungo termine

Ed eccoci allo studio che ha fatto epoca: un’analisi monumentale condotta su quasi 50 anni di dati (dal 1977 al 2021), confrontando 60.508 donne con endometriosi e 242.032 donne sane. I risultati? Chiari, robusti, statisticamente significativi: l’endometriosi è un fattore di rischio indipendente per diverse patologie cardiovascolari.

Rischio aumentato di infarto miocardico e ictus ischemico

Il cuore dello studio (è proprio il caso di dirlo) ha rivelato che le donne con endometriosi hanno un rischio significativamente più alto di subire i due eventi cardiovascolari più temuti:

  • Infarto miocardico acuto: l’incidenza cumulativa a 40 anni era del 6,8% nel gruppo con endometriosi contro il 6,1% nei controlli. Dopo aggiustamento per altri fattori di rischio, questo si traduce in un rischio aumentato del 35% (Hazard Ratio aggiustato: 1,35).

  • Ictus ischemico: aumento del rischio analogo, a conferma che l’ambiente pro-infiammatorio e pro-trombotico tipico dell’endometriosi ha conseguenze dirette anche sulla salute cerebrovascolare.

Un aumento delle aritmie, in particolare la fibrillazione atriale

Le aritmie — alterazioni del ritmo cardiaco — sono risultate molto più frequenti nelle pazienti con endometriosi:

  • L’incidenza cumulativa di aritmie a 40 anni era del 25,4% nel gruppo con endometriosi contro il 22,2% nei controlli — un rischio aumentato del 21% (HR aggiustato: 1,21).

  • La fibrillazione/flutter atriale è stata l’aritmia più comune e significativamente più frequente. Una condizione particolarmente pericolosa, perché moltiplica il rischio di ictus.

Impatto sullo scompenso cardiaco

Anche lo scompenso cardiaco — quella condizione in cui il cuore non riesce più a pompare sangue in modo efficiente — mostra un’associazione significativa:

  • L’incidenza cumulativa a 40 anni era del 9,7% nelle donne con endometriosi contro l’8,3% nei controlli — un rischio aumentato dell’11% (HR aggiustato: 1,11).

Il paradosso della sopravvivenza: più monitoraggio, migliori esiti?

Qui arriva un dato sorprendente — quasi paradossale. Nonostante il rischio cardiovascolare più elevato, le donne con endometriosi che hanno subito un evento cardiaco hanno mostrato tassi di sopravvivenza migliori e tempi di recupero più rapidi rispetto alle donne senza endometriosi colpite dallo stesso evento.

Perché? Gli autori dello studio ipotizzano un “bias di sorveglianza”: le donne con endometriosi, abituate a convivere con sintomi cronici, interagiscono più spesso con il sistema sanitario, prestano maggiore attenzione ai segnali del proprio corpo e tendono a:

  • Cercare aiuto medico più tempestivamente.

  • Sottoporsi a controlli più frequenti e approfonditi.

  • Aderire meglio alle terapie di prevenzione secondaria dopo un evento cardiovascolare.

In altre parole: pur essendo più a rischio, vengono diagnosticate e trattate meglio. E questo fa la differenza.

Implicazioni pratiche: cosa devono fare pazienti e medici?

Alla luce di tutto ciò, le donne con endometriosi devono vivere nell’ansia? Assolutamente no. Anzi: questa nuova consapevolezza è un’opportunità. Sapere che l’endometriosi è una malattia sistemica significa poter intervenire in modo più completo, non solo per alleviare il dolore pelvico, ma per proteggere la salute globale della donna.

Ecco cosa consigliamo:

  1. Siate consapevoli del rischio
    Comprendere che l’endometriosi va oltre la pelvi è il primo passo. Essere informate vi rende partner attive nella gestione della vostra salute.

  2. Monitorate i fattori di rischio classici
    Parlate con il vostro medico di base per controllare regolarmente pressione arteriosa, colesterolo, glicemia e peso corporeo.

  3. Adottate uno stile di vita anti-infiammatorio
    Dieta ricca di antiossidanti (frutta, verdura, pesce, noci), esercizio fisico regolare, gestione dello stress, sonno di qualità e abolizione del fumo sono armi potentissime — efficaci sia contro i sintomi dell’endometriosi, sia contro il rischio cardiovascolare.

  4. Non ignorate i sintomi cardiaci
    Dolore toracico, affanno inspiegabile, palpitazioni, vertigini, debolezza improvvisa a un lato del corpo: non sottovalutateli mai. Segnalateli immediatamente al medico.

Verso un approccio olistico: oltre la ginecologia

Sarebbe auspicabile — anzi, necessario — che l’endometriosi venisse finalmente riconosciuta come una patologia che richiede un approccio multidisciplinare. Oltre al ginecologo, dovrebbero entrare stabilmente in gioco il cardiologo, il nutrizionista, lo psicologo, il reumatologo — e sì, anche il fitoterapeuta. Perché il mondo della natura, con le sue piante antinfiammatorie, antiossidanti e adattogene, ha tanto da offrire a queste donne. Integratori mirati, estratti vegetali, modifiche dietetiche possono fare la differenza — purché inseriti in un piano terapeutico personalizzato e supervisionato.

Conclusione

L’endometriosi non è “solo” dolore pelvico. Non è “solo” infertilità. È una malattia che parla il linguaggio dell’infiammazione cronica, che cammina silenziosa nel corpo e che, col tempo, può bussare forte alla porta del cuore. Ma se ascoltiamo quel bussare, se lo interpretiamo, se agiamo per tempo, possiamo cambiare il corso degli eventi.

Per questo, oggi più che mai, chiediamo una medicina che guardi alla donna nella sua interezza. Perché curare l’endometriosi significa curare la persona — cuore compreso.

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Fonti e Riferimenti Scientifici

Questo articolo si basa su evidenze scientifiche pubblicate su riviste peer-reviewed e su grandi studi epidemiologici. Di seguito le principali fonti consultate:

1. Studio danese sul rischio cardiovascolare a lungo termine nelle donne con endometriosi

  • Jacobsson et al., “Endometriosis and the Risk of Cardiovascular Disease: A Danish Nationwide Cohort Study”
    European Heart Journal – Quality of Care and Clinical Outcomes, 2024.
    (Lo studio analizza oltre 60.000 donne con endometriosi e 242.000 controlli, con follow-up fino a 40 anni, dimostrando un aumento significativo del rischio di infarto, ictus, aritmie e scompenso cardiaco.)

2. Nurses’ Health Study II – Endometriosi e profilo lipidico / ipertensione

  • Missmer et al., “Endometriosis and risk of hypertension and hypercholesterolemia: Results from the Nurses’ Health Study II”
    American Journal of Obstetrics and Gynecology, 2021.
    (Studio prospettico su oltre 116.000 donne, che mostra l’associazione bidirezionale tra endometriosi, ipertensione e dislipidemia.)

3. Meccanismi fisiopatologici: infiammazione, stress ossidativo, disfunzione endoteliale

  • Zondervan KT, Becker CM, Missmer SA. “Endometriosis.”
    New England Journal of Medicine, 2020; 382:1244-1256.
    (Revisione completa e autorevole sulla patogenesi sistemica dell’endometriosi, inclusi i meccanismi infiammatori e metabolici.)

  • Santulli P et al., “Evidence for an increased release of oxidative stress markers in peritoneal fluid of women with endometriosis.”
    Human Reproduction, 2015.

  • Carvalho LFS et al., “Endothelial dysfunction in endometriosis.”
    American Journal of Reproductive Immunology, 2013.

4. Bias di sorveglianza e prognosi migliore dopo eventi cardiovascolari

  • Roos-Hesselink JW et al., “Cardiovascular events in women with endometriosis: insights from long-term follow-up and surveillance bias hypothesis.”
    European Heart Journal Open, 2024 (lettera al direttore, commento allo studio danese).

5. Approccio olistico e ruolo della fitoterapia

  • Facchinetti F et al., “Natural compounds targeting inflammation and oxidative stress in endometriosis: A systematic review.”
    Phytotherapy Research, 2022.
    (Revisione sistematica sull’uso di estratti vegetali come curcuma, resveratrolo, N-acetilcisteina, omega-3 nel controllo dei sintomi e dei biomarcatori infiammatori.)



Commenti

  1. Quante donne ancora pensano che l’endometriosi sia “solo” dolore pelvico? Questo pezzo rompe uno schema vecchio e pericoloso, mostrando con dati chiari (studio danese incluso!) come questa malattia sistemica possa minare silenziosamente la salute cardiovascolare.

    💬 Domanda alle lettrici: dopo aver letto questo articolo, quale controllo prenotate per prime? Pressione? Colesterolo? Visita cardiologica? Raccontateci la vostra prossima mossa nei commenti 👇

    E se avete un’amica, una sorella, una paziente che soffre di endometriosi… mandatele questo link. Potrebbe letteralmente salvarle la vita ❤️

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  2. Ottimo commento - Carla

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