venerdì 18 gennaio 2019

Cosa fare per il cuore spezzato?



Quando il cuore si spezza, non sempre a causare la vistosa incrinatura è una delusione d’amore, spesso il cuore si infrange, con conseguenze ben più drammatiche, a causa di un infarto cardiaco, creando delle vaste zone di necrosi in alcuni casi dalla prognosi infausta. Riparare le aree infartuate non è possibile, la cura post infarto passa per altre strade, anche se, qualcosa potrebbe muoversi molto presto, “ricucendo” il cuore malato con un semplice cerotto!


Fantascienza? Assolutamente no, i ricercatori hanno le idee molto chiare sull’argomento, avendo visto che è possibile, per intanto sperimentalmente su animali di grossa taglia, ma presto la stessa metodica verrà esportata anche in umana, che un particolare cerotto



creato e allestito in laboratorio, costituito da muscolo cardiaco e denominato patch, potrà riparare il danno subito dal muscolo cardiaco. Ovviamente il cerotto ha delle caratteristiche uniche ed inedite, a partire dalla sua costituzione, non sarà insomma un cerotto di tela come quelli usati per coprire una ferita della pelle. Il cerotto avrà invece la consistenza dello stesso muscolo cardiaco che si vuole riparare e sarà trattato con cellule ingegnerizzate ad

hoc per ogni tessuto da “ricucire”. Tali cellule potrebbero anche essere rappresentate da cellule staminali dello stesso paziente in grado di ricostruire il muscolo cardiaco danneggiato facendolo tornare come nuovo. Il risultato? In laboratorio l’esito di questa innovativa metodica ha dello sbalorditivo. Negli animali che sono stati sottoposti a questo trattamento si è assistito ad un recupero molto importante della funzionalità cardiaca nel volgere di poco tempo e, significativamente prima rispetto alle metodiche fin ad esso utilizzate in caso di infarto cardiaco, la prima causa di morte in Italia e nel mondo. Inoltre, come si rileva dai risultati riportati sulla rivista “Circulation Journal”, con questo particolare patch, si scongiura il temibile scompenso cardiocircolatorio così frequente dopo eventi cardiaci importanti, come può essere l’infarto al miocardio.

La ricerca è stata condotta da Jianyi 'Jay' Zhang e colleghi dell'Università dell'Alabama. Interessante notare la ridotta area di
questi particolari cerotti con un diametro ed uno spessore che non dovrebbe superare quello di un centesimo di euro. I ricercatori hanno pure osservato che trapiantando appena due cerotti in un’area interessata da necrosi post infartuale di un cuore di maiale si è determinato un miglioramento della funzione ventricolare, compresa una maggiore irrorazione sanguigna, si è ridotta l’area cardiaca morta e la stessa apoptosi, ovvero, la morte cellulare programmata. Importante infine segnalare che nonostante il trapianto sia stato effettuato con tessuti ricostruiti in laboratorio, non si è assistito ad alcun rigetto da parte dell’organismo, né ad eventuali aritmie che in condizioni estreme potrebbero portare il paziente a morte.

1 commento:

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