Quando il cuore si spezza, non sempre a causare la vistosa incrinatura è una delusione d’amore, spesso il cuore si infrange, con conseguenze ben più drammatiche, a causa di un infarto cardiaco, creando delle vaste zone di necrosi in alcuni casi dalla prognosi infausta. Riparare le aree infartuate non è possibile, la cura post infarto passa per altre strade, anche se, qualcosa potrebbe muoversi molto presto, “ricucendo” il cuore malato con un semplice cerotto!
Fantascienza?
Assolutamente no, i ricercatori hanno le idee molto chiare
sull’argomento, avendo visto che è possibile, per intanto
sperimentalmente su animali di grossa taglia, ma presto la stessa
metodica verrà esportata anche in umana, che un particolare cerotto
creato e allestito in laboratorio, costituito da muscolo cardiaco e
denominato patch, potrà riparare il danno subito dal muscolo
cardiaco. Ovviamente il cerotto ha delle caratteristiche uniche ed
inedite, a partire dalla sua costituzione, non sarà insomma un
cerotto di tela come quelli usati per coprire una ferita della pelle.
Il cerotto avrà invece la consistenza dello stesso muscolo cardiaco
che si vuole riparare e sarà trattato con cellule ingegnerizzate ad
hoc per ogni tessuto da “ricucire”. Tali cellule potrebbero anche
essere rappresentate da cellule staminali dello stesso paziente in
grado di ricostruire il muscolo cardiaco danneggiato facendolo
tornare come nuovo. Il risultato? In laboratorio l’esito di questa
innovativa metodica ha dello sbalorditivo. Negli animali che sono
stati sottoposti a questo trattamento si è assistito ad un recupero
molto importante della funzionalità cardiaca nel volgere di poco
tempo e, significativamente prima rispetto alle metodiche fin ad esso
utilizzate in caso di infarto cardiaco, la prima causa di morte in Italia e nel mondo. Inoltre, come si rileva dai
risultati riportati sulla rivista “Circulation Journal”, con
questo particolare patch, si scongiura il temibile scompenso
cardiocircolatorio così frequente dopo eventi cardiaci importanti,
come può essere l’infarto al miocardio.
La
ricerca è stata condotta da Jianyi 'Jay' Zhang e
colleghi dell'Università dell'Alabama.
Interessante notare la ridotta area di
questi particolari cerotti con un diametro ed uno spessore che non
dovrebbe superare quello di un centesimo di euro. I ricercatori hanno
pure osservato che trapiantando appena due cerotti in un’area
interessata da necrosi post infartuale di un cuore di maiale si è
determinato un miglioramento della funzione ventricolare, compresa
una maggiore irrorazione sanguigna, si è ridotta l’area cardiaca
morta e la stessa apoptosi, ovvero, la morte cellulare programmata.
Importante infine segnalare che nonostante il trapianto sia stato
effettuato con tessuti ricostruiti in laboratorio, non si è
assistito ad alcun rigetto da parte dell’organismo, né ad
eventuali aritmie che in condizioni estreme potrebbero portare il
paziente a morte.
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