giovedì 16 febbraio 2012

Aspirina: possibile che riduca la frequenza di tumore al pancreas


Una notizia importante quella che proviene dal centoduesimo congresso Annual Meeting dell’American Association for Cancer Reasearch svoltosi ad Orlando (USA), ma che se non adeguatamente controllata potrebbe sortire effetti persino pericolosi per la popolazione. La notizia deriverebbe dalla constatazione da parte dei ricercatori, che l’utilizzo dell’Aspirina assunta con una frequenza di una volta al mese ridurrebbe i casi di tumore al pancreas.
Il pericolo è che la gente, condizionata da tale notizia, possa assumere arbitrariamente il farmaco che ricordiamo non è per nulla scevro da effetti collaterali, primo fra tutti la gastrolesività. Secondo gli studiosi che hanno osservato una popolazione di 904 pazienti affetti dalla malattia nel confronto con 1.224 persone sane, avrebbero appurato in tali soggetti di età media pari a 55 anni, che coloro che avevano assunto aspirina, soprattutto quei pazienti che utilizzano il farmaco per la prevenzione di malattie cardiovascolari, ottenevano un minor rischio di andare incontro ad un’eventuale neoplasia pancratica in ragione del 26% rispetto a coloro che non assumevano Aspirina o assumevano altri farmaci quali il paracetamolo.

Occhio, però: lo stesso Xiang-Lin Tan, ricercatore della Mayo Clinic di Rochester (Minnesota), avverte che i risultati di questo ampio studio collaborativo sono preliminari, e non devono incoraggiare l'utilizzo diffuso di aspirina per questo scopo. "Non vogliamo suggerire che tutti dovrebbero iniziare a prendere aspirina una volta al mese per ridurre il rischio di cancro al pancreas", spiega Tan. Anche perché "il farmaco comporta alcuni effetti collaterali". Occorrono comunque ulteriori ricerche prima di dimostrare un beneficio reale del medicinale contro questo tumore, conclude Tan.


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