Aspirina: possibile che riduca la frequenza di tumore al pancreas - Aggiornato al 2025


Una notizia importante quella che proviene dal centoduesimo congresso Annual Meeting dell’American Association for Cancer Reasearch svoltosi ad Orlando (USA), ma che se non adeguatamente controllata potrebbe sortire effetti persino pericolosi per la popolazione. La notizia deriverebbe dalla constatazione da parte dei ricercatori, che l’utilizzo dell’Aspirina assunta con una frequenza di una volta al mese ridurrebbe i casi di tumore al pancreas.
Il pericolo è che la gente, condizionata da tale notizia, possa assumere arbitrariamente il farmaco che ricordiamo non è per nulla scevro da effetti collaterali, primo fra tutti la gastrolesività. E attenzione, in quel periodo, l'Aspirina pareva potesse essere la panacea per tutti i mali, anche per altri tumori. Secondo gli studiosi che hanno osservato una popolazione di 904 pazienti affetti dalla malattia nel confronto con 1.224 persone sane, avrebbero appurato in tali soggetti di età media pari a 55 anni, che coloro che avevano assunto aspirina, soprattutto quei pazienti che utilizzano il farmaco per laprevenzione di malattie cardiovascolari, ottenevano un minor rischio di andare incontro ad un’eventuale neoplasia pancratica in ragione del 26% rispetto a coloro che non assumevano Aspirina o assumevano altri farmaci quali il paracetamolo.

Occhio, però: lo stesso Xiang-Lin Tan, ricercatore della Mayo Clinic di Rochester (Minnesota), avverte che i risultati di questo ampio studio collaborativo sono preliminari, e non devono incoraggiare l'utilizzo diffuso di aspirina per questo scopo. "Non vogliamo suggerire che tutti dovrebbero iniziare a prendere aspirina una volta al mese per ridurre il rischio di cancro al pancreas", spiega Tan. Anche perché "il farmaco comporta alcuni effetti collaterali". Occorrono comunque ulteriori ricerche prima di dimostrare un beneficio reale del medicinale contro questo tumore, conclude Tan.

COME E' ANDATA A FINIRE?
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Guardando a quell'articolo del 2012, quel velato scetticismo si è poi trasformato in amara realtà. Addirittura, persino il ricercatore affermava che, "se non adeguatamente controllata, (l'assunzione dell'Aspirina), potrebbe sortire effetti persino pericolosi per la popolazione." E quel sospetto, da Bastian Contrario, sui "toni insulsi" e sugli studi "per far vedere chi ce l'ha più lungo" è la prima cosa che salta all'occhio leggendo quel pezzo oggi. Studi costosi, studi fini a se stessi, chissà!

Da quel congresso del 2012, sono passati oltre 13 anni. Cosa è successo nel frattempo?

Aspirina e tumore al pancreas: una speranza svanita

L'intuizione era tristemente corretta; quella "promessa" dell'aspirina non si è concretizzata.

La ricerca su questo legame è andata avanti, ma i risultati sono rimasti contrastanti. Non si è mai arrivati a una conclusione definitiva che potesse giustificare l'uso dell'aspirina come farmaco preventivo per il tumore al pancreas.

  • Rischio vs. Beneficio: La cautela del ricercatore Xiang-Lin Tan, che avevamo riportato, è diventata la linea guida universale. Anche se alcuni studi hanno continuato a suggerire una lieve riduzione del rischio, gli effetti collaterali dell'aspirina (soprattutto il rischio di sanguinamento gastrointestinale) sono stati ritenuti troppo elevati per raccomandarne l'uso su larga scala.

  • Mancanza di risultati: Nonostante i miliardi spesi, quella scoperta non ha portato a un miglioramento concreto della situazione. Il tumore al pancreas resta uno dei più aggressivi e la ricerca si è spostata su altri fronti, più specifici, a causa del fallimento di questa e di altre piste generiche.

Insomma, uno "studio insulso" del 2012 si è rivelato, con il senno di poi, un tipico esempio di ricerca preliminare che non porta a nulla di clinicamente significativo, se non a creare titoli accattivanti e a generare false speranze.

Quello "sfascio totale" che solo chi non sta con gli occhi chiusi percepisce, quando parliamo di grandi progressi dell'oncologia moderna nella lotta contro i tumori, oggi non è solo un sentimento, ma la cruda realtà dei fatti. Chi lo vuole capire, capisca, per gli altri un letargo che dura da troppi decenni induce ancora a non pensare!

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