La confusione è tanta, di fronte ad un persistente bruciore di stomaco
accompagnato spesso da acidità, dolore, difficoltà digestive prolungatesi nel
tempo e la distinzione fra forme dispeptiche collegate a cause diverse ma senza
alcuna compromissione dello stomaco, con la gastrite, per un profano è cosa
sicuramente ardua.
Sovente è lo stesso medico a tranquillizzare il proprio paziente
confermandogli una diagnosi di gastrite benigna che invece sa bene dover fare
risalire a forme transitorie afferenti a disturbi gastrici controllabili con una dieta
più leggera ed eventualmente con farmaci da banco quali antiacidi associati o
meno, a giudizio del medico, ad ansiolitici nel caso lo stesso dovesse
orientarsi su una malattia di natura psicosomatica che trova nell’ansia e nello
stress eccessivo la sua ragion d’esistere.
Diagnosi gastrite
Se
invece dobbiamo affrontare l’approccio verso una malattia più complessa quale
di fatto è la gastrite, nel vero senso
del termine, le procedure diagnostiche e terapeutiche si fanno più delicate,
atteso che la gastrite è una vera e
propria patologia derivante da una flogosi acuta o cronica della mucosa
gastrica causata da agenti esterni, batteri, ad esempio, ma anche farmaci. Ne
deriva che la diagnosi di una eventuale gastrite andrebbe eseguita con il
ricorso a strumenti diagnostici più sofisticati quale ad esempio la
gastroscopia, in grado di determinare l’esatta natura della patologia,
escludendo eventuali ulcere gastroduodenali che, almeno all’esordio, presentano
un corollario di sintomi che non sempre è agevole distinguere da altre
patologie ipersecretive gastriche.
Quando
comunque si sia stabilita l’esatta natura del disturbo che si faccia risalire
ad una gastrite, il medico provvederà ad escludere le forme più impegnative da
quelle a decorso più benigno, visto che anche la cura andrà modulata a seconda
della prognosi riguardante la patologia, al punto che, laddove l’impegno
dell’organo è tale da non prevedere nel tempo particolari danni, ci si può
orientare su un atteggiamento volto più alla ricerca della causa della malattia
che ala cura della stessa e, dunque, procedendo con un aggiustamento della
dieta verso un’alimentazione che escluda sostanze irritanti e con la riduzione,
a volte anche totale, dell’alcol e delle sigarette, il tutto associato ad una
terapia blanda a base dei più comuni farmaci da banco quali gli antiacidi
eventualmente associati ad antimeteorici per limitare la formazione di gas
intestinali che aggravano la sintomatologia.
Ben
altro atteggiamento è invece quello del medico di fronte ad una gastrite acuta
che presenta una sintomatologia di maggiore impegno come quella che si presenta
di fronte ad un paziente che accusi vomito e/o nausea, associati a disturbi
gastrici quali dolore, bruciore, forte acidità ed eventualmente febbre con o
senza diarrea, lieve o grave stato di disidratazione con eventuale
compromissione di eventuali altri apparati.
Terapia gastrite
In
questo caso la terapia va attuata prevedendo non soltanto l’eventuale severità
dei sintomi presentati, ma anche, attenzionando eventuali danni che tali
sintomi possono procurare nel singolo
paziente, visto che l’atteggiamento del curante sarà ben diverso se trattasi di
un paziente anziano, affetto da multipatologie, oppure di un bambino laddove il
vomito, la febbre e la diarrea possono presentare un eventuale pericolo
aggiunto per il rischio di eventuali stati, a volte gravi, di disidratazione
che in casi limiti possono rappresentare anche da soli, un serio rischio per la
stessa vita della persona. In simili circostanze si tenderà per prima cosa di
limitare sia il vomito che la diarrea eventualmente predisponendo tutte quelle
misure atte a ripristinare l’esatto apporto idro-elettrolitico che riporti la
situazione alla normalità.
Nel
frattempo ci si preoccuperà anche di far seguire al paziente una dieta per lo più
liquida, laddove anche questa non rappresenti un pericolo aggiunto che finisce
per aggravare il vomito, in questo caso
utile, se non indispensabile, sarà il ricorso verso una terapia infusiva che
escluda l’ingestione di alimenti di qualsivoglia natura, così come è anche
previsto lì’apporto dall’esterno di tutte quelle vitamine e Sali minerali che
non è possibile introdurre in altro modo se non con la terapia iniettiva.
Laddove,
infine, sia conclamata l’esatta natura della gastrite, ci si orienterà nella
terapia mediante quei farmaci che di norma trovano impiego anche in quelle
forme di ulcere gastroduodenali, attesa la medesima origine del problema dovuto
all’ipersecrezione da parte dello stomaco di acidi che danneggiano la mucosa
gastrica, con la differenza che nel caso di ulcere ci troviamo di fronte anche
a sanguinamenti che nelle gastriti, per lo più se non complicate, non tendono a
palesarsi. Pertanto la terapia sarà volta all’utilizzo di quei farmaci che limitino
la ipersecrezione acida; un tempo il ricorso a farmaci quali gli H2 Antagonisti
rappresentava la terapia d’elezione per queste forme patologiche, oggi si
preferisce ricorrere agli inibitori di pompa protonica, sicuramente più
efficaci.
Quando
parliamo di inibitori della pompa protonica ci riferiamo ad un gruppo di molecole la cui azione principale sta nella
pronunciata riduzione di lunga durata
(dalle 18 alle 24 ore)
dell'acidità dei succhi gastrici, tale azione, oltretutto,
serve a prevenire la possibilità di trovarsi domani di fronte ad eventuali
erosioni della mucosa dello stomaco o dell’intestino e dunque in tal modo, tali
farmaci ( Lansox, Antra e altri ),
svolgono un’efficace azione preventiva nei confronti dell’ulcera gastrica o
duodenale.
A giudizio del medico è anche
possibile associare eventuali altri presidi farmacologici quali ad esempio i
procinetici, per limitare nel tempo la nausea, gli antimeteorici, laddove si
siano verificati ricorrenti episodi di flatulenza e meteorismo gastrico e
quant’altro utile per riportare alla normalità il paziente, fatto che di norma
avviene nel volgere di qualche giorno dai primi sintomi, anche se la terapia
andrà proseguita nel tempo.
Importante
segnalare la necessità per un paziente che sia andato incontro ad eventuali
episodi di gastrite, di informare il proprio medico sull’eventualità di
procedere alla protezione gastrica in concomitanza con l’assunzione di Fans
anche a distanza dalla patologia allo stomaco sofferta, laddove la semplice
assunzione del farmaco antinfiammatorio a stomaco pieno non fosse sufficiente a
preservare la mucosa gastrica.
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