Avere figli, esporrà l’uomo e la donna, ma in questo
caso ci interessa vedere gli effetti sull’uomo, a tutta una serie di
preoccupazioni aggiunte e stress in continuazione ma, fatto sta, che secondo un
recente studio scientifico, avere un figlio aiuta l’uomo a stare maggiormente
alla larga dalle patologie cardiovascolari.
I soggetti che hanno preso parte al lavoro
scientifico, ben 135 mila persone, erano sposati ed in età riproduttiva e non
avevano avuto mai in passato alcuna patologia cardiovascolare, così come nella
loro anamnesi remota e prossima, non risultavano malattie quali ictus o altre
malattie neurologiche di questo tipo. Inoltre, i volontari selezionati non
dovevano presentare alcun impedimento organico alla riproduzione. Insomma, parliamo
di volontari sani.
Sulla base dei riscontri ottenuti si è visto che l’infertilità
è correlata alle malattie cardiovascolari, in qualche caso solamente latente,
per il semplice fatto che la paternità è in grado di abbassare i livelli di
testosterone, il principale ormone maschile. Testosterone che, oltretutto,
tende ad abbassarsi ogni qualvolta si presenta una nascita o più nascite per
ogni nuovo padre. Un sistema del tutto naturale che induce a più bassi livelli
di testosterone ogni qualvolta si è verificata una nuova natalità per un uomo.
Ma ci sarebbe anche dell’altro. Seguendo i passi della ricerca si sarebbe anche
visto che ogni qualvolta un uomo procrea si abbassa l’incidenza delle malattie
cardiovascolari non annesse all’avanzare dell’età.
Secondo i ricercatori inoltre, mettere al mondo
figli preserverebbe maggiormente in qualche modo dal rischio di malattie
cardiovascolari anche perché l’uomo, una volta maggiormente
responsabilizzatosi, mette in atto nuovi stili di vita più igienici e salutari,
proprio per preservarsi meglio in salute ed essere più d’aiuto e per più tempo
possibile, i propri figli.Ne deriva che se allarghiamo il campo includendo in
questo anche le donne, è opinione sempre più diffusa a livello scientifico, che
le coppie con figli vivono meglio e più a lungo di quelle senza prole.
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