Sbagliato
pensare che nel mondo occidentale si muoia prevalentemente a causa
del cancro e successivamente a seguito di malattie cardiovascolari.
Il cuore, nelle cause di morte al mondo, è al primo posto, seguito
dal cancro e da eventi cerebrovascolari, come l’ictus al terzo
posto. Una
triste classifica ma che al contempo ci offre anche le linee guida
per cercare di prevenire, quanto più possibile, quegli eventi
cardiovascolari che fanno delle malattie ad essi connessi la prima
causa di morte al mondo, con il 44%, dati Istat, di tutte le morti,
che nei fatti significa che su 100 mila abitanti i morti per eventi
legati al cuore sono 148. Si muore quindi di infarto nel 28% delle
morti in Italia, quindi il triste primato spetta anche all’Italia,
a seguire troviamo le malattie neoplastiche e gli accidenti
cerebrovascolari al terzo posto con una percentuale del 13%.
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mercoledì 16 gennaio 2019
Di cosa si muore? di infarto sopratutto, un video ci aiuta a capire i segnali più pericolosi
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giovedì 2 febbraio 2012
Appendicite: mai trascurarla, in ballo c'è la vita!
In troppi
in Italia si ammalano di appendicite, un’infiammazione di una parte dell’intestino
cieco, una patologia che di norma non presenta particolari difficoltà operatorie
una volta che si sia intervenuti per tempo, ma che può palesarsi con un
drammatico stato settico, per interessamento di altri organi al punto, in certi
casi, da mettere a repentaglio la vita del paziente. Una cosa è certa, l’appendicite
è una realtà che riguarda nella sola Italia, qualcosa come 40/50 mila persone
all’anno che ricorrono al chirurgo per eliminare il problema ed in Europa la
diffusione della malattia è pari ad una proporzione che contempla l’esistenza
di 7 persone su 100 che si ammalano ogni dodici mesi della patologia. Se poi
vediamo il dato americano scopriamo che oltreoceano l’appendicite riguarda qualcosa
come oltre 200 mila persone all’anno e se infine volgiamo lo sguardo alle
popolazioni più povere africane e asiatiche scopriamo un' incredibile realtà.
Negli abitanti di quelle zone non esiste o quasi, l’appendicite.
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venerdì 6 gennaio 2012
Cataratta: seguiamo l'intervento in video
Sembrano passati secoli da quanto chi si sottoponeva ad un intervento di cataratta doveva sopportare un intervento chirurgico, non del tutto scevro da rischi operatori, nonché contrassegnato da lunghe e dolorose medicazioni e interminabili giorni di degenza. Oggi tale tipo di intervento viene eseguito in regime di Day Hospital, a paziente sveglio, che dopo la seduta operatoria torna a casa con pochi problemi e poche successive medicazioni prive di sofferenza. Una cosa tuttavia riunisce il vecchio schema operatorio col nuovo, la consapevolezza che oggi come allora, non sottoporsi all’intervento per ridurre una cataratta conduce in breve tempo alla cecità.
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