Hanno in parte rivoluzionato l’approccio
terapeutico dell’infiammazione in generale, rivelandosi al contempo degli
ottimi farmaci utili, a volte persino indispensabili nel contrasto del dolore.
Stiamo parlando dei Fans, i farmaci antinfiammatori non steroidei, dei quali
capostipite resta pur sempre l’ Aspririna ( acido acetilsalicilico ) che come
questa, tralasciando in questa sede il ruolo rivestito quale farmaco
cardiologico, occupa un importante ruolo anche come antipiretico, ovvero nel
contrasto della febbre, abbassandola opportunamente, qualità questa condivisa
con altri Fans.
Ma sia l’Aspirina che gli altri fans, a
titolo diverso, in maniera spesso anche soggettiva, presentano un’importante
controindicazione rappresentata dalla gastrolesività, ovvero, sono causa di
danni alla parete gastrica a causa dell’ipersecrezione di succhi gastrici che
sono capaci di determinare a livello del digerente. Per la verità il limite dei
fans non si esaurisce solo con gli effetti secondari, a volte anche gravi, a
carico di stomaco e intestino, a volte causa di vere e proprie ulcere
gastroduodenali tutt’altro che semplici da fronteggiare. Un altro aspetto da
tenere in considerazione nell’utilizzo di queste molecole è rappresentato dal
danno renale che sono capaci di determinare, soprattutto in soggetti affetti da
multipatologie, anziani, cardiopatici, diabetici scompensati, ipertesi.
L’unico modo per poter fronteggiare
l’azione gastrolesiva dei fans, fino ad oggi è rappresentato dalla necessità di
assumerlo innanzitutto a “stomaco pieno”, necessità questa che viene esclusa
soltanto per pochissimi altri fans, ma che a volte è del tutto insufficiente
per proteggere la parete gastrica, soprattutto quando l’utilizzo terapeutico
del farmaco è protratto nel tempo, come avviene nella cura delle malattie
croniche e/o croniche degenerative.
Non rimane a questo punto null’altro da
fare che prevedere una protezione gastrica che dovrà durare per tutta la durata
della terapia e spesso persino successivamente alla sospensione della stessa e che comprende
l’utilizzo di particolari molecole che agiscano come veri e propri
gastroprotettori, nati inizialmente per la cura di quelle affezioni gastriche
importanti da erosione, come le ulcere, le gastriti e successivamente adattati
anche nel novero della protezione dai fans. Parliamo di farmaci quali la
ranitidina (H2 Antagonisti), successivamente affiancata e in parte sostituita
da farmaci ritenuti capaci di minori effetti collaterali, quali gli inibitori
della pompa protonica ( Omeprazolo, Lansoprazolo, solo per citarne due ).
Ma poiché sarebbe sempre buona norma poter
assumere il minor quantitativo di farmaci possibili, indipendentemente dalle
molecole che rappresentano, la scienza si è mossa nella direzione che prevedeva
l’utilizzo di un fans che da solo e senza l’apporto di nessun’altra molecola,
proteggesse al tempo stesso la mucosa gastrica intervenendo nell’indicazione
terapeutica prefissa.
Oggi siamo alla vigilia dell’immissione nell’uso
terapeutico di un nuovo fans capace di tutto ciò, come ci rivela un importante
studio scientifico pubblicato dal ‘British Journal of Pharmacology’ che ha rapportato i maggiori fans con un nuovo derivato del Naprossene sodico, l’ATB 346 e che ha
evidenziato le capacità di rilasciare solfuro di idrogeno, un ottimo protettore
della parete gastrica, scongiurando il temibile rischio di un’ulcera gastrica.
Secondo le varie fasi degli studi che si sono succedute prima di richiedere
l’autorizzazione per l’utilizzo del farmaco su larga scala, si è constatato che
nella cura di artriti e infiammazioni croniche, laddove è richiesto un impiego
terapeutico protratto nel tempo, non si è assistito a nessuno degli effetti collaterali
previsti con l’uso prolungato di fans.
“Ho lavorato per 20 anni con gli
antinfiammatori - ha spiegato al sito ‘ScienceDaily’ John Wallace, che ha
guidato lo studio - e questo farmaco sembra essere perfetto fino a questo
momento, ha dato risultati eccezionali su tutti i modelli su cui lo abbiamo
usato”.
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