C’è una certa
rivoluzione nel mondo scientifico a proposito dell’importanza dell’acido
acetilsalicilico, la comune Aspirina, ritenuto una sorta di toccasana contro
infarti ed ictus, se presa a scopo preventivo, soprattutto dagli anziani e da
quei soggetti considerati a rischio di malattie cardiovascolari.
Il dubbio che
è venuto alla Comunità Scientifica riguarda l’eventuale ruolo del farmaco nella
prevenzione degli eventi vascolari, alla luce della convinzione che il farmaco
potrebbe rivelarsi del tutto inutile!
Tale dubbio è sorto a
seguito di uno studio effettuato da un gruppo di ricercatori dell’Università di
Edimburgo, i quali hanno concluso che l’Aspirina in quei soggetti che non hanno
mai sofferto di alcuna patologia cardiaca, è del tutto inutile, addirittura in
certi casi persino dannosa.
Se fosse vero tutto ciò,
verrebbe a cadere un baluardo della moderna medicina in ambito alla prevenzione
cardiovascolare, eppure gli scienziati non hanno dubbi, visto che su 3.000
pazienti che assumevano il farmaco a
scopo preventivo non vi è stata differenza riguardo la possibilità di incorrere in infarti e/o ictus fra quelli che assumevano il farmaco e quelli a cui venivano somministrati semplici placebo. La vera differenza fra i due gruppi era invece quella di avere, nel gruppo
degli assuntori di acido acetilsalicilico,
emorragie gastrointestinali,
in qualche caso persino impegnative da trattare.
L’allarme che è derivato
dal recente lavoro scientifico ha indotto a riconsiderare le linee guida per
l’assunzione del farmaco che, oltretutto, stante la facilità di reperimento in
farmacia, ricordiamo che l’Aspirina è anche un farmaco da banco, sia pure a basso dosaggio e che si presta a usi
diversi, sopratutto quale antinfiammatorio, tant’è che è il capostipite dei
Fans, farmaci antinfiammatori non steroidei e quale antipiretico, ovvero, agisce
facendo abbassare la febbre, il farmaco si presta facilmente ad un uso
incongruo e, dunque dannoso.
Alla luce di tutto ciò,
possiamo considerare del tutto inutile l’acido acetilsalicilico o dobbiamo più
semplicemente cominciare a considerare l’opportunità di assumerlo, alla stregua
di tanti altri farmaci cardiologici, a stretto controllo del medico di famiglia
o dello specialista cardiologo? La risposta è semplice, anche se poco seguita,
l’Aspirina andrà assunta solamente se a prescriverla penserà il medico, sulla
base anche delle nuove linee guida emanate dagli ambienti scientifici, che
indicano i casi in cui il farmaco debba essere impiegato nella prevenzione
cardiovascolare.
Le nuove linee guida a proposito dell’Aspirina
Se consideriamo le nuove
linee guida che regolano l’assunzione del farmaco, anche alla luce del recente
studio svoltosi ad Edinburgo, i medici non hanno più dubbi, l’Aspirina va
assunta nei due sessi non prima dei 45 anni, per gli uomini e non prima dei 55
anni per le donne, nella prevenzione dell’infarto e degli eventi cerebrovascolari. Ciò in quanto, sempre secondo lo studio effettuato, si
sarebbe osservato che una sorta di beneficio
il farmaco lo determina negli uomini nell’età che va dai 45 ai 79 anni e
nelle donne dai 55 anni ai 79 anni. Ma anche in questo caso ribadiamo la
necessità che sia il medico, soprattutto il cardiologo, a decidere sul da farsi
e ciò per due precise ragioni: La prima, il farmaco non è per nulla esente da
effetti secondari, spesso gravi, pur tralasciando le allergie, ricordiamo
l’alta gastrolesività dell’Aspirina in soggetti sopratutto a rischio,
rammentiamo anche i danni renali che il farmaco determina in quei soggetti che
ne fanno un uso prolungato. Ma l’altro motivo che indurrà il medico a
prescrivere o meno l’Aspirina è dato dalla conoscenza delle cosiddette “carte
di rischio” che individuano in ogni paziente determinati fattori che includano
o meno la possibilità di assumere il farmaco, a cominciare da quelle malattie
collaterali quali il diabete, l’ipercolesterolemia, l’ipertrigliceridemia,
l’ipertensione arteriosa, così come in presenza di pazienti fumatori, tenuto
conto che il fumo è considerato un fattore di rischio importante, come lo
stesso soprappeso, per non parlare dell’obesità.
Aspirina si, ma solo se a stretto controllo medico
” Se risulta un rischio
elevato, allora l’Aspirina ha una sua logica ” ha detto Giuseppe di Pasquale,
direttore dell’Ospedale Maggiore di Bologna
e Presidente della Federazione Italiana di Cardiologia, ”
altrimenti non se ne parla, è superiore il rischio di problemi gastrici....“. Ne deriva che in questo caso bisogna
valutare altri interventi che tengano conto dei meccanismi di coagulazione del sangue ed in questo
caso in nove casi su dieci diventa superflua la prescrizione del farmaco.
La prevenzione dei
rischi cardiovascolari dovrà passare dunque dall’allontanamento di quei fattori
citati, il fumo, in primis, che aumenta del doppio l’eventualità di un infarto.
Analoga attenzione andrà prestata al controllo del colesterolo nel sangue,
della pressione arteriosa, della glicemia, soprattutto nei pazienti diabetici,
del peso ponderale. Tutte condizioni queste che aprono anche la strada alla
formazione di quelle placche aterosclerotiche che, una volta depositatesi a livello
delle arterie ne riducono il lume fino a ostruirle del tutto, causando
pericolose ischemie, oppure, pur assicurando il passaggio ematico, rischiano di
dar luogo alla formazione di emboli, e/o trombi a causa della possibilità che
tali placche si frammentino e, all’interno della circolazione sanguigna,
costituiscano un grave ostacolo al deflusso ematico.
Come dovrà essere assunta l’Aspirina
Secondo Giuseppe Di
Pasquale, ”in generale, si deve essere più cauti con questo farmaco in chi ha
più di 75 anni d’età, perché l’organismo è più delicato, così come, grande
attenzione andrà anche prestata nei confronti di quei pazienti affetti da ulcera gastroduodenale o che vi
abbiano già sofferto in passato, senza dimenticare che occorre la massima
cautela nella prescrizione di tale farmaco nei soggetti asmatici e/o allergici per di
più in cura col cortisone “ Cio’ in quanto,
la contemporanea assunzione di Aspirina e cortisone, aumenta il
rischio di lesioni della mucosa gastrica.
Detto ciò, ricordiamo che l’assunzione dell’Aspirina va fatta sempre a stomaco pieno, regola che vale per 98 Fans su cento. Per stomaco pieno si intende ”dopo aver mangiato ” e non dopo aver intinto un biscotto in una tazzina di caffè al mattino. A giudizio del medico può anche prevedersi la possibilità per gli assuntori del farmaco di associare eventuali gastroprotettori oppure, in presenza anche di un solo effetto avverso del farmaco, lo stesso andrà sostituito, sempre a giudizio del medico, con altri antiaggreganti delle piastrine.
Grande dovrà essere l’attenzione del paziente nell’evidenza di questi sintomi
Proprio perché abbiamo parlato
dell’alta gastrolesività del farmaco, non dovranno MAI essere sottovalutati sintomi
che potrebbero essere interpretati come banali e che invece tali non sono. Si
parte dai bruciori gastrici che, se ripetuti ed in pazienti in cura con il
farmaco, devono essere prontamente riferiti al medico, stessa cosa per quanto
attiene l’eventuale pesantezza dopo i pasti, associata o meno da altri
disordini gastrointestinali.
Quando
l’Aspirina dovrà essere necessariamente assunta
Ci sono casi in cui il paziente
non può prescindere dall’assunzione dell’Aspirina, intendendo la sostanza
farmacologia un ottimo antiaggregante piastrinico, ovvero come quel farmaco in
grado di partecipare alla coagulabilità del sangue, riducendola. In questi
casi, se l’uso dell’Aspirina fosse sconsigliato per la presenza di eventuali
controindicazioni, in sostituzione, il medico somministrerà altri farmaci che svolgano
analoga funzione. Tali farmaci risultano indispensabili dopo un evento
cardiovascolare acuto, per via del fatto che l’Aspirina o altro farmaco
analogo, è in grado di mantenere la giusta fluidità del sangue evitando
la formazione di trombi,
visto anche che si è ormai del tutto certi, che è proprio l’acido
acetilsalicilico a ridurre sensibilmente l’eventualità di un secondo infarto o ictus, proprio per le
evidenze già riconosciute a livello scientifico.
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