Se da un lato non dobbiamo assolutamente criminalizzare i
farmaci assunti dalla donna in gravidanza, stante il fatto che spesso proprio
la non assunzione di sostanze farmaceutiche espone sia la gravida che il
nascituro stesso a tutta una serie di complicazioni determinate dalla malattia
stessa per giunta non trattata adeguatamente, dall’altro lato non possiamo
neanche stabilire che esistano farmaci del tutto sicuri in gravidanza. Ne consegue che la donna in “dolce attesa”, soprattutto nei
primi tre mesi, dovrà far riferimento al proprio medico, meglio ancora al
Lo studio cui si fa riferimento sembra quello maggiormente
accreditato svolto nello stato di New York, giustificato dall’evidenza dell’
elevato numero di cardiopatie congenite nei bambini e dunque volto a stabilire se queste fossero o meno associate all’impiego
da parte della madre di farmaci contro l’asma o se invece tali patologie
pediatriche fossero da ricondurre all’asma di cui soffriva la madre stessa. I risultati dello studio, che tuttavia dovrà essere
perfezionato nel tempo, ha annesso responsabilità nelle cardiopatie della prole
alla malattia di cui soffriva la madre e non solo, ancora più degno di nota era
l’attenzione che i ricercatori hanno posto ai farmaci assunti dalla madre, in
particolare broncodilatatori, che avrebbero significativamente aumentato il
rischio di difetti cardiaci nei figli. La conclusione del lavoro dei ricercatori americani ha
stabilito che sia lo stato d’asma materno, di grado lieve o moderato che sia e
l’assunzione di farmaci broncodilatatori
hanno un ruolo importante nell’eventuale insorgenza di malformazioni
cardiache nei figli.
( Xagena2008 )
Nessun commento:
Posta un commento
Ti preghiamo di inserire sempre almeno il tuo nome di battesimo in ogni commento