Potranno
presto dire addio all'osteoporosi le donne in menopausa, condizione questa che
espone la donna alla perdita graduale ma irreversibile di calcio esponendola a
tutta una serie di problematiche, fratture in primis, che in molti casi possono
persino mettere a rischio la vita della stessa paziente.
A
dire basta all'osteoporosi provvederebbe un nuovo farmaco biologico, stiamo
parlando del Denosumab. E, a proposito di farmaci biologici, occorre una
precisazione, i “biologici” non sono prodotti naturali, semmai molecole
trattate in laboratorio con sofisticate tecniche dove si interviene su una
proteina che si ricombina intervenendo sul suo DNA in modo da agire su un anticorpo riprogrammandolo così da indirizzarlo verso un bersaglio già
individuato al fine di poterlo colpire
in modo “intelligente” risparmiando le altre cellule sane. Detto
ciò, apprendiamo che il Denosumab parrebbe detenere tute quelle caratteristiche
necessarie per farne un farmaco biologico davvero versatile e attivo, al punto
che ha ricevuto l'autorizzazione da parte della Commissione Europea al fine
dell'utilizzo comune, considerato che parliamo di una molecola che previene la
perdita ossea e, stando così le cose, la sostanza farmacologica potrebbe essere
usata non solo nel trattamento dell'osteoporosi menopausale, ma anche nel
trattamento di quei pazienti maschi affetti da carcinoma prostatico in cura con
ormoni.
L'autorizzazione
appena ricevuta per l'impiego del Denosumab ha esteso l'uso del farmaco anche in altri Paesi europei
prima non autorizzati per l'uso del farmaco, parliamo della Norvegia e dal
Liechtensteine seguita da 27 Paesi della Comunità. Secondo Will Dere, vice presidente senior e Chief Medical Officer
Internazionale di Amgen, ” l’approvazione europea di denosumab rappresenta un grande passo avanti della
medicina, per i pazienti affetti da patologie caratterizzate da perdita ossea,
in particolare, siamo convinti che si ponga come un importante alternativa ai
trattamenti attualmente disponibili. ” Per
quanto attiene la somministrazione del farmaco ricordiamo che è possibile
curarsi con sole due iniezioni all'anno, sufficienti per tenere a bada la
patologia.
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