Potrebbero volerci ancora
cinque anni prima di dare il via all’utilizzo su larga scala del vaccino contro
il melanoma, una gravissima neoplasia della pelle ritenuta fra le più
aggressive in quanto capace in breve tempo di originare metastasi estese e
dunque condurre in breve tempo a morte il paziente che ne vada affetto.
Secondo il Daily Telegrapf,
che ha fatto riferimento ad un recente
studio inglese, parrebbe profilarsi all’orizzonte la possibilità di una cura quanto
mai efficace offerta da un farmaco capace di interagire efficacemente contro le
cellule tumorali facendo regredire in maniera significativa la malattia.
Oncovex, questo il nome del possibile vaccino, dovrebbe essere efficace contro
tutti i tipi di melanoma conosciuti fino ad oggi.
L’altra caratteristica che
renderebbe ancora più promettente lo studio britannico è quella di aver
constatato come tale vaccino sia in grado di agire solamente contro le cellule
tumorali risparmiando quelle sane, insomma, sarebbe così superato il grosso
limite della chemioterapia antiblastica che nel tentativo di distruggere le
cellule malate finisce con il danneggiare fino ad uccidere anche quelle sane.
Ma ci sarebbe un’ulteriore riprova che testimonierebbe l’efficacia di tale
promettente farmaco, il fatto di poter sperare di assistere al miglioramento della malattia
anche nei casi in cui il tumore sia di stadio avanzato.
“Lo studio palesa la
possibilità terapeutica offerta ad un gruppo di pazienti in cura affetti da
melanoma in fase avanzata - ha affermato al quotidiano ‘Howard Kaufman’ del
Chicago’s Rush University Medical Centre che partecipa alla sperimentazione - e mostra bene come tale terapia potrebbe
salvare migliaia di persone all’anno”. Secondo i risultati fin qui ottenuti in
umana, sia pure in forma ancora sperimentale, trattando con Oncovex un certo
numero di pazienti di età compresa entro i 50 anni, ammalati di melanoma in
fase avanzata, si sarebbe assistito ad una regressione completa della neoplasia
in 16 casi su cento, anche se occorre dire che non si è ancora in grado di
stabilire la possibilità o meno che il tumore recidiva in un lasso di tempo che
non è possibile preventivare. Tuttavia, come accade in altre neoplasie, è
importante ottenere un allungamento significativo della vita del paziente per
metterlo in condizione nel tempo di poter beneficiare di un eventuale ultimo
ritrovato della scienza.
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