Come mai una malattia
autoimmune, considerata neanche diffusissima fra tutte le malattie basate sulla
stessa origine, come accade con la psoriasi, ha tanta rilevanza e attenzione da
parte del mondo scientifico? Perché proprio sulla psoriasi i passi avanti della
scienza sono quanto mai palpabili. E quando parliamo di
psoriasi parliamo di una malattia automimmune diffusa in una percentuale che
non supera l’1,5% dell’intera popolazione, ecco perché diciamo che non è una
patologia diffusissima, tuttavia è interessante osservare la predisposizione
familiare che grava su quei soggetti che si ammalano di psoriasi. Visto che
laddove nello stesso nucleo familiare vi è un malato di psoriasi, la
possibilità che un altro componente dello stesso ramo familiare si ammali, si
eleva del 30%.
Ma ci sono delle
particolarità in questa malattia. Ad esempio, non si capisce bene perché popolazioni come gli Esquimesi non si ammalino,
mentre tutte le altre popolazioni quando vanno incontro alla patologia possono
contrarla a tutte le età e indipendentemente dal sesso del paziente. Tale
particolarità è importante perché ci paleserebbe il ruolo dell’alimentazione in
questi popoli, per lo più affidata al pesce.
I sintomi della psoriasi
Riconoscere una psoriasi, sopratutto
quando questa si palesa con sintomi evidenti, non è del tutto difficile. Nei
casi plateali della malattia il paziente si presenta con caratteristiche
lesioni a livello dell’epidermide a livello di gomiti, ginocchia, cuoio
capelluto, a volte, a livello lombare, così come qualche volta è anche
possibile riscontrare gli effetti della malattia anche a livello delle unghia
in quella che si definisce onicopatia psoriasica. Dai sintomi più evidenti,
spesso caratterizzati da intenso prurito a livello delle lesioni, si può passare,
nei casi più impegnativi della malattia, in quella che si definisce artropatia
psoriasica, ovvero con manifestazioni patologiche e dolorose a carico delle
articolazioni.
Parliamo di una malattia ad
andamento cronico otto volte su dieci e con la possibilità che si assista a
lunghi, a volte lunghissimi periodi di remissione dei sintomi, al punto che
il paziente crede di essersi affrancato
dalla malattia per poi ricadervi in concomitanza di particolari momenti della vita
dell’individuo caratterizzati da stress, ansia o concomitanza di infezioni
batteriche o virali o quando il soggetto abbia fatto uso di particolari
farmaci, come i betabloccanti.
Perché ci si ammala di
psoriasi
Non è ancora possibile
conoscere cosa giustifichi l’eziologia della malattia, anche se prende sempre
più piede l’idea che l’origine della patologia possa ascriversi a cause di tipo
immunitario, compresa la possibilità che il cambiamento di un tipo di cellule
epidermiche produttori di cheratina, i cheratinociti, pare possano avere una valenza
nell’eziologia della psoriasi. Il fatto di riuscire ad individuare l’origine
della malattia è importante perché orienterebbe anche la cura.
Cura della
psoriasi
La cura della psoriasi è
quanto mai variegata, tendendo la medicina ad orientare la terapia
modificandola in base all’età del paziente e al suo stato fisico. Intanto è
importante curare i sintomi più fastidiosi presentati dalla psoriasi, ad esempio, il prurito, contro il quale trova
largo impiego e con buoni risultati, il cortisone per uso topico spesso
associato ad acido acetilsalicilico (Aspirina) sotto forma di unguenti o creme,
da applicarsi nelle zone che più di altre inducono forme di tipo pruriginoso.
Mentre, l’associazione di cortisone e fototerapia con UVB o UVA più UVB è
destinata ai casi più impegnativi. Quando la lesione coinvolge la metà del
corpo o quasi, il ricorso al cortisone ed ai raggi UVA con un trattamento
denominato Fotochemioterapia, può indurre beneficio. Così come, al pari di
tante altre malattie autoimmuni, l’impiego di chemioterapici antiblastici, come
il Methotrexate, può rappresentare una soluzione del problema. E, sempre al
pari di quanto già avviene con altre malattie autoimmuni, anche per la psoriasi
si aprono percorsi terapeutici rappresentati dai farmaci biologici.
Quando infine la
psoriasi ha compromesso le articolazioni al punto da presentarsi sotto forma di
artropatia psoriasica, a tutte le terapie si è soliti aggiungere quei farmaci,
per lo più fans (farmaci antinfiammatori non steroidei) per il controllo del
sintomo doloroso e della conseguente infiammazione.
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