Sull’alluce valgo si sono alimentate nel
tempo vere e proprie leggende, proprio a voler significare come il problema sia
diffuso, fastidioso e, pur se non pericoloso per la vita, sicuramente foriero
di problemi alla deambulazione per le conseguenze cui espone il paziente. La
constatazione di come il problema sia ammantato di luoghi comuni è evidente in
quei pazienti che soffrono di questa deformità i quali si son sentiti dire che la
causa del loro problema è derivante dalle scarpe alte e a punta indossate, che
l’intervento è dolorosissimo e quasi inutile, visto che prima o poi il disturbo
si rimanifesta in tutta la sua gravità. Eppure così non è!
Cominciamo dal nome della deformità, una
sporgenza che in molti definiscono cipolla, altri patata e pochi correttamente
alluce valgo. Quel che di certo c’è, è che tale deformità dell’osso alla lunga
costringe l’intero piede ad una postura errata, con le conseguenze del caso,
così come v’è una netta prevalenza della patologia, se è possibile definirla
tale, nelle donne rispetto agli uomini.
Perché
si va incontro all’alluce valgo
L’alluce valgo è dato da una deviazione
dell’articolazione metatarso-falangea che col tempo tende a fuoriuscire dalla
sua sede sporgendo sempre di più verso l’esterno del piede. Ciò avviene per una
sorta di debolezza di due ossicini posti alla base dell’alluce. Si capisce bene
anche da questo che le scarpe c’entrano molto poco col problema annesso alla
deformità. Ma la riprova che parliamo di un problema strutturale del piede e
non determinato dalle abitudini, ce lo da un’altra considerazione. Quella che
ci mostra come le popolazioni aborigene australiane che non portano particolari
calzature costrittive, addirittura probabilmente non fanno proprio uso di
calzature, vanno incontro al problema con una incidenza che è pari al 50% di
tutta la popolazione femminile. Ne deriva che il problema vada ricercato
altrove, ovvero, in una debolezza costituzionale proprio di quegli ossicini
posti sotto l’alluce che si tramanda di madre in figlia e, dunque, saremmo di fronte a quella che si
definisce una predisposizione familiare.
Quando
intervenire
Secondo la moderna ortopedia, dall’alluce
valgo ci si dovrebbe liberare il più presto possibile senza aspettare di far
trascorrere del tempo inutile e pure dannoso per l’intero piede. Il motivo che
giustifica questa sorta di urgenza è semplice, operando il più presto possibile
ci si libera di eventuali fattori artrosici diffusi anche alle altre dita del
piede con la conseguenza di assistere a vere e proprie difficoltà della
deambulazione da parte del paziente che soffre di questa deformità. Se a questo
aggiungiamo eventuali piaghe e ulcerazioni che si vanno a determinare nel piede
a causa della scorretta postura, si capisce bene che il tempo è una variabile
che dovrebbe restringersi il più possibile in direzione dell’intervento da
praticarsi nel più breve tem po
possibile.
La
migliore tecnica chirurgica è l’osteotomia
Secondo Fabio Lodispoto,specialista in
ortopedia e traumatologia e Medicina dello Sport che con l’alluce valgo si
confronta continuamente, molte delle tecniche operatorie di un tempo, se ne
contano almeno un centinaio, oggi sono superate. Le nuove tecniche, una in
particolare, quella attuata dallo stesso specialista, è una procedura molto
poco invasiva, si attua in breve tempo, non è dolorosa, non lascia cicatrici e
ha una riuscita altissima. Secondo quanto affermato dallo stesso specialista,
l’incisione praticata è di appena 25 millimetri e l’intervento si completa in non
oltre mezz’ora e viene seguito in day hospital e a parte qualche caso, ad
esempio, pazienti affetti da flebiti e/tromboflebiti, oppure affetti da qualche
impegnativa infezioni alla cute dei piedi, l’intervento può praticarsi a tutti
e a tutte le età. Anche se occorre ricordare che l’età d’esordio dell’alluce
valgo è intorno ai 45 anni ma non mancano quelle bambine che con la deformità
fanno i conti già a partire dai 12 anni d’età. Resta il fatto di sapere quando, dopo
l’intervento, è possibile riprendere a camminare.
Secondo l’ortopedico, subito
dopo cessato l’effetto dell’anestesia locale il paziente può cominciare a
mettere il piede a terra, ricordando che l’arto non va ingessato, semmai
fasciato saldamente e per i primi giorni assicurato con apposita calzatura
post-operatoria e, fatto importante, il paziente dopo venti giorni può guidare
l’auto, dopo un mese può tornare a lavoro senza accusare alcun particolare
fastidio, così come, dopo lo stesso lasso di tempo può riprendere, se vuole, la
palestra. A proposito di sport, laddove si pratichi qualche disciplina sportiva
che richiede l’uso intenso dei piedi, ricordiamo la corsa o l’atletica leggera,
per rimettersi in forma di fronte a tale sport e riacquistare l’intera forma
fisica, bisogna aspettare almeno due mesi.
Concludiamo ricordando che nel post
operatorio non occorre far riferimento alla fisioterapia e, fatto importante,
l’alluce valgo dopo questo tipo di intervento non si ripresenterà più,
indipendentemente dalle calzature utilizzate, se con tacchi o a punta, non
importa.
Fonte: Prof. Lodispoto ( http://www.lodispoto.it )
maratoneta con alluce valgo....mi opero tra una settimana. Io mi rimetto a cammianre da subito...2 mesi per riprendere a correre mi sembrano molti.
RispondiEliminagrazie epr l ottimo articolo