Ben sappiamo come sia aumentata
l'incidenza delle affezioni allergiche nei bambini di oggi. Diversi i motivi,
l'evidenza di sempre maggiori allergeni nell'atmosfera, spesso a causa
dell'inquinamento atmosferico, la maggiore possibilità di diagnosi oggi
rispetto ad un tempo e non solo; ciò che oggi si palesa maggiormente sono le
diverse abitudini alimentari della donna gravida che finiscono per il
riverberarsi sulla salute del nascituro.
Ad esempio, secondo i ricercatori
dell'Ospedale San Camillo di Roma, anche
il maggior consumo di acidi grassi polinsaturi da parte della donna, a
detrimento di quei cibi ad alto potere detenuto di sostanze Omega 3, espone
eccome i nascituri ad allergia da bambini come da adulti. Tant'è
che gli esperti romani hanno voluto stabilire quanto il consumo di pesce,
burro, margarina durante la gravidanza fosse responsabile dello sviluppo di
sensibilizzazioni allergiche dei figli.
Lo studio che ha portato a tali
conclusioni è stato effettuato su 295 bambini allergici e 693 figli di madri
non allergiche, alla luce dei risultati ottenuti si sarebbe osservato che nei
figli di madri allergiche quest'ultime non erano aduse a consumare pesce, ricco
di sostanze Omega 3, finendo col tramandare l'allergia anche ai figli,
ben altra cosa si palesava nel gruppo di figli di madri non allergiche che
consumavano regolarmente pesce nell'arco della settimana, al punto che gli
scienziati capitolini avrebbero concluso che, per la donna in gravidanza,
assumere pesce fino a tre volte alla settimana potrebbe diminuire la predisposizione
ad ammalarsi di allergie nei bambini addirittura di un terzo.
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