Ci
si rende sempre più conto che parlare di cellulite non è semplice perché già a partire
dal nome si rischia di fare una grande confusione considerando l’evento primo
di tutto una malattia e dunque da curare e trascurando invece quelli che, prima
di ricorrere al trattamento vero e proprio, dovrebbero essere i migliori stili
di vita da attuarsi, con la speranza che chi soffra di cellulite, non detenga
nel proprio DNA una vera e propria predisposizione ad essere interessato dal
fenomeno che ne rende quasi impossibile l’allontanamento.
La
confusione nasce dal termine cui tale condizione clinica si ascrive. Ciò in
quanto la medicina ci ha abituato a considerare il suffisso “ite” alla stregua
di quella che si definisce infiammazione e, dunque, se ci basassimo su ciò,
dovremmo pensare, riferendoci alla cellulite, ad una patologia della cellula.
Non è per nulla così, è più giusto considerare ciò che la moderna medicina
considera quando parliamo di questa condizione, collocandola all’interno di una
collocazione scientifica che risponde al nome di panniculopatia
edematosa-fibro-sclerotica.E’
vero che se andassimo dal medico a denunciare il nostro stato ascrivendolo ad
un pomposo termine come quello appena visto, rischieremmo di non essere presi
sul serio, ma per lo meno capiamo bene che non di una vera e propria patologia
si tratta, semmai di una condizione clinica che espone soprattutto le donne di
razza bianca interessati anche da un certo grado di predisposizione ereditaria
al fenomeno (come dire, che se la mamma ha la cellulite, possibilmente anche la
figlia l’avrà) a tutta una serie di modificazione della cute limitatamente alla
zona delle gambe e dei glutei. Dovremmo
concludere perciò che non ci troviamo di fronte ad una patologia, ma semmai a
fattori predisponenti, a fattori di rischio aggiunti che modificano l’integrità
di quelle zone del corpo, senza per questo rappresentare un rischio vero per la
salute. Comprendere bene quali sono questi fattori magari non ci farà guarire,
se così possiamo dire, dalla cellulite, ma per lo meno ci aiuterà a prevenirla
e, se già presente, a migliorarne i sintomi.
I fattori acquisiti
Non
a caso la cellulite è maggiormente diffusa nelle popolazioni occidentali e,
dunque, più ricche del pianeta. Ciò in quanto, alla stregua di quanto avviene
con il sovrappeso, fino a giungere all’obesità, assistiamo nelle nazioni più
progredite al consumo eccessivo di cibo che nel tempo, sommato alle cattive
abitudini, conclamano problemi come quelli ascrivibili alla cellulite. Ma quali
sono questi fattori.
Il
primo è sempre “quello”…. colpevole di
rendere la vita difficile soprattutto alle donne e che è rappresentato dal
sovrappeso. Di fatto, l’ingestione di eccessive quantità di cibo, in assenza di
un adeguato movimento è causa di aumento ponderale fino all’obesità con irischi che tutto ciò comporta. A seguire possiamo inserire anche il ridotto
movimento e la quasi assenza di esercizio fisico che oggi siamo indotti a compiere. Ma ultimamente parrebbe che anche
lo stress emotivo, cui siamo purtroppo
sottoposti ogni giorno, visto che i motivi per stressarci non ci
mancano, uniti ad un abbigliamento che spesso risponde solo ai dettami della
moda e non della comodità e del benessere psicofisico, cui si aggiunge ancora
l’uso di calzature troppo alte, cosa che vale per le donne, insieme
all’abitudine di stare per troppo tempo seduti e per lo più assumendo posture
poco indicate, se sommate ai fattori predisponenti di natura ereditaria,
finiscono per essere causa di cellulite.
Possiamo dunque
concludere che con la cellulite coloro che ne soffrono devono imparare a
conviverci?
Magari
si potrebbe non giungere a questa quasi infausta conclusione, ma non si può
neanche negare che ritenere che esistano oggi sostanze chimiche o vegetali
sotto forma di creme, lozioni, pillole, o costosi trattamenti e massaggi con
tutte le varianti possibili, in grado di debellare il fenomeno, induce soltanto
a valutazioni sbagliate del problema ingenerando oltretutto false e penose
illusioni. Forse
sarebbe più corretto considerare, in primis la cellulite come un evento quasi
ineluttabile in coloro che detengano una predisposizione genetica e, dunque
ereditaria ad essere afflitti dal problema. Così come si potrebbe cominciare a
trattare l’argomento cellulite apportando
quei correttivi agli stili di vita, primo fra tutti l’allontanamento del
sovrappeso. Partendo da qui si potrebbe sperare di far rientrare l’intero
problema in una sorta di semi normalità. A seguire andrebbero considerati tutti
quei correttivi dei nostri stili di vita che di fatto non modifichiamo quasi
mai.
Una
cosa è tuttavia certa, sovente la cellulite può essa stessa rappresentare una
spia importante per capire non solo quando è il caso di intervenire sulle
nostre abitudini, ma sull’eventuale nostra trascuratezza nell’affrontare un
capitolo importante quale di fatto è la prevenzione. Ciò è tanto vero se
cominciamo davvero a considerare la cellulite non una malattia ma semmai un
sintomo che qualcosa che di norma non è particolarmente impegnativo nel nostro
organismo, comincia a modificarsi. Per farlo dobbiamo conoscere l’impalcatura
su cui poggia la nostra cute. Sappiamo infatti che la copertura dei muscoli e
dunque la stessa pelle poggia su una base rappresentata dal tessuto o pannicolo
adiposo. Tale struttura è fondamentale non solo per sorreggere il muscolo e,
dunque la stessa cute, ma anche per offrire energia alle cellule mediante un
complicato sistema di interscambio di nutrienti avvenuti a livello del microcircolo
sanguigno dove le cellule si danno a vicenda gli elementi e i sali di cui hanno
bisogno per vivere e provvedere al benessere degli organi. Il problema potrebbe
partire proprio da qui, ovvero, tutti quei fattori che abbiamo visto quali il sovrappeso,
la sedentarietà, compresi i fattori ereditari, potrebbero interagire
negativamente proprio in questo scambio di nutrienti creando le premesse
fondamentali su cui si basa l’intero problema e non solo. Altri fattori,
rappresentati dal ruolo svolto dagli ormoni della donna, possono aggravare
ulteriormente la situazione, visto che uno squilibrio ormonale, oppure di
natura vascolare, può avere ricadute sul microcircolo e determinare rottura
delle cellule adipose e versamento di sostanze quali i trigliceridi, che come
sappiamo, sono dei grassi, all’interno del letto venoso e interferire in questo
modo nel microcircolo, con la conseguenza di alterarne le funzioni.
L’aumento
di volume delle cellule adipose, la loro modificazione morfologica e la
conseguente minore tonicità del tessuto cutaneo e muscolare determinano quegli
inestetismi che vanno solitamente ridefiniti come cellulite. La conclusione
dovrebbe essere la più saggia possibile, ovvero, non si dovrebbe, come
purtroppo invece avviene in molte donne, correre al primo centro estetico o
affidarsi a creme e quant’altro con la speranza, molto campata in aria, di
risolvere il tutto. Sarebbe più sensato invece ricorrere al proprio medico
affinchè lo stesso preveda tutta una serie di accertamenti clinici volti a
scongiurare l’eventuale presenza di patologie o affezioni che siano espressione
finale della cellulite e con lo stesso medico, prevedere quei correttivi che
prevengano o migliorino la situazione se già conclamata. Solo dopo avere un
quadro di insieme del tutto chiaro sarà possibile, a stretto controllo medico,
affidarsi a farmaci o integratori o trattamenti medici-estetici che possono migliorare la situazione.
Ma le donne fanno
così?
A
giudicare dall’enorme business che si muove attorno alla cellulite, sembrerebbe
di no! Per molte appartenenti al gentil sesso, infatti, è più facile
accaparrarsi la prima crema che pare abbia fatto il miracolo su altre
aspettando prima o poi analogo prodigio su sè stesse e, novantanove volte su
cento, il tentativo è destinato a fallire, gettando nella “disperazione” la
malcapitata di turno!
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