Il cancro ovarico, secondo le più
recenti acquisizioni scientifiche diventa significativamente importante all’aumentare
dell’età della donna, al punto che risulta sempre più fatale e comunque il
rischio aumenta del 5% per ogni anno in più dell’età della donna alla diagnosi.
La stessa menopausa sembrerebbe interessata all’aumento di tale rischio,
addirittura in donne in menopausa la possibilità di incorrere nel carcinoma
ovarico è aumentata del 31% rispetto alle donne in premenopausa.
A giungere a questo impietoso
risultato, uno studio svolto da due Università, una nel Massachussetts e una
nel New Hampshire. Parrebbe tuttavia che a fronte del maggiore rischio un
effetto protettivo lo offrirebbe l’utilizzo di contraccettivi orali e la stessa
terapia ormonale sostitutiva combinata sarebbe associato ad una malattia dagli
aspetti meno aggressivi. Lo studio è stato fatto su 1.642 donne che
presentavano una predisposizione al cancro ovarico rispetto ad una popolazione
di 2.000 donne nelle quali non v’era alcuna predisposizione, i lavori
scientifici si sono protratti per dieci anni.
Al momento
dell'arruolamento,
ogni partecipante è stata intervistata in dettaglio sui
fattori di rischio noti e sospetti per il cancro ovarico, comprendendo uso di
ormoni, gravidanze, abitudini di vita e caratteristiche antropomorfe. L'obiettivo
primario era quello di determinare se un fattore di rischio avesse
un’associazione diversa tra cancro ovarico fatale (morte entro 3 anni dalla
diagnosi) e tumore non-fatale.
In tutto, 360 donne con tumore ovarico ( 22% ) sono morte entro 3 anni. L'uso
dei contraccettivi orali è stato costantemente associato ad un minor rischio di
carcinoma ovarico mortale per qualsiasi durata d’uso, Così come sono state
identificate 349 donne con tumore ovarico rapidamente fatale e 404 con la forma
meno aggressiva.L'età avanzata ha evidenziato una più forte associazione con il
cancro ovarico rapidamente fatale: L'uso di contraccettivi orali ha ridotto il
rischio di cancro ovarico rapidamente fatale ma non di tumore meno aggressivo La gravidanza
( per qualunque figlio ) ha ridotto il rischio di cancro aggressivo ma non il
numero di bambini avuti. Per contro, qualunque gravidanza non ha ridotto il
rischio di malattia meno aggressiva, ma un numero crescente di bambini ha
ridotto il rischio
La durata dell'allattamento al seno è stata associata a un ridotto rischio di
cancro ovarico rapidamente fatale, mentre altezza, indice di massa corporea,
età al menarca, età alla menopausa e legatura delle tube non differivano
nell'impatto sul tumore aggressivo rispetto a quello meno aggressivo. La
ricerca su una diversa popolazione di donne da esaminare è ripresa per
evidenziare i sistemi migliori per ridurre il tumore ovarico, anche tenuto
conto del fatto che le donne anziane interrompono l'uso dei contraccettivi
orali e l'effetto protettivo si esaurisce nel tempo. La terapia ormonale non ha
influenzato il rischio di malattia aggressiva, rapidamente fatale.
( Xagena2011 )
Fonte: American Association for Cancer Research Frontiers in Cancer Prevention Research ( AACR-FCPR ) Conference, 2011- Onco2011 Gyne2011
Fonte: American Association for Cancer Research Frontiers in Cancer Prevention Research ( AACR-FCPR ) Conference, 2011- Onco2011 Gyne2011
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